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Il viaggio di una giovane ricercatrice all’origine della vita

 

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Claudia Bonfio

Articolo apparso sul numero di novembre 2018 di Forbes Italia. 

Marie Curie, intramontabile. Frances Arnold, sorprendente. Jennifer Doudna, fonte d’ispirazione continua”. E Claudia Bonfio? Senza fare paragoni audaci, ad oggi la giovane senese classe 1989, scelta per la prestigiosa posizione di Research Fellow in uno dei College fondatori dell’Università di Cambridge, il Corpus Christi College, cerca di portare avanti le sue idee scientifiche, dice, “con passione e curiosità, con libertà e soddisfazione”. Tutto iniziò con il diploma al liceo classico Enea Silvio Piccolomini di Siena, quando Claudia decise che il suo futuro sarebbe stato nel mondo della scienza. A scuola un professore di chimica le insegnò che “tutto ciò che ci circonda è fatto di atomi”, instillando in lei il desiderio di comprenderne a fondo il significato.

La volontà di espandere i propri orizzonti scientifici, la porta a trasferirsi a Padova per il corso magistrale. Due anni dopo, arriva la seconda laurea, con lode, e un altro trasloco, Trento, per un dottorato in scienze biomolecolari. Far parte del team internazionale di un professore americano, Sheref Mansy, le permette di dedicarsi a un nuovo progetto affascinante, in un campo ancora largamente inesplorato: studiare come circa quattro miliardi di anni fa alcuni atomi siano stati in grado di “organizzarsi” e costituire tutto ciò che ci circonda, cioè capire come la vita ha preso forma sul nostro pianeta.

Dopo alcuni periodi di ricerca al Medical Research Council – Laboratory of molecular biology di Cambridge e ai Dipartimenti di biologia molecolare e di astronomia alla Harvard University di Boston, a luglio 2017 viene finalmente pubblicato il frutto del suo lavoro sulla rivista Nature Chemistry e Nature Catalysis e citato su Science. È così che Claudia, autrice di sei pubblicazioni, diventa dottore di ricerca in scienze biomolecolari e si trasferisce a Cambridge per una nuova avventura da ricercatrice. “Mi piacerebbe un giorno avere un mio gruppo di ricerca, per contribuire a scoprire com’è nata la vita sul nostro pianeta e se possibile altrove, nell’universo. Vorrei tornare in Italia a un certo punto, quando le condizioni negli ambienti di ricerca saranno analoghe a quelle che si possono trovare in altri Paesi europei”. Nella Penisola, spiega, è essenziale difendere la cultura scientifica anche tra coloro che non vivono di scienza. A tutti consiglia di “espandere i propri confini, in termini di conoscenza ed esperienza. Leggere, viaggiare, cercare nuovi stimoli. Uno degli aspetti che amo di più del mio lavoro è la possibilità di incontrare altri ricercatori, esperti in ogni campo, tutti accomunati dalla passione per la scienza”.

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