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È di nuovo recessione? Com’è cambiata l’Italia dalla crisi del 2008 a oggi

ragazzi portano insegna di lehman brothers all'asta da Christie's
L’insegna di Lehman Brothers all’asta da Christie’s (Oli Scarff/Getty Images)

 

Rispetto a 10 anni fa siamo meno ricchi, sono caduti gli investimenti, consumiamo meno e abbiamo più disoccupati. Mentre Bankitalia vede riaffacciarsi sul Paese l’incubo della recessione (ieri ha rivisto le stime di crescita dell’anno allo 0,6%), l’Italia dimostra di non essersi ancora lasciata alle spalle gli strascichi della grande crisi finanziaria del 2008, quella innescata dal crollo di Lehman Brothers, e che nel caso del nostro Paese è stata seguita nel 2011-2012 da un’altra crisi, quella del debito pubblico.

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A eseguire il check-up sullo stato di salute dell’economia del nostro Paese a 10 anni dalla crisi economica più drammatica degli ultimi 70 anni è stata la CGIA: rispetto all’anno precedente alla crisi, il  2007, l’Italia deve ancora recuperare 4,2 punti percentuali di Pil e 19,2 punti di investimenti (pubblici e privati). A distanza di 10 anni, inoltre, i consumi delle famiglie sono inferiori di 1,9 punti e il reddito disponibile, sempre delle famiglie, è in calo di 6,8. L’occupazione è aumentata dell’1,7%, mentre il tasso di disoccupazione è cresciuto dell’84,4 per cento. Se, infatti, nel 2007 il tasso di coloro che era alla ricerca di un’occupazione si attestava al 6,1%, nel 2018 è salito al 10,5% (dato ancora ufficioso). In più, nonostante il numero degli occupati sia oggi superiore a quello del 2007, sono aumentati in misura rilevante i lavoratori dipendenti con contratti a termine (+22,4 per cento rispetto al 2007).
L’unica nota davvero positiva è rappresentata dalla forza del “made in Italy”, che continua a conquistare i mercati stranieri: a distanza di un decennio le vendite all’estero sono cresciute del 13,9 per cento.

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Rispetto a 10 anni fa l’Italia ha dunque 4,2 punti di Pil in meno, in gran parte riconducibili al crollo degli investimenti pubblici/privati e alla diminuzione dei consumi delle famiglie (che costituiscono il 60% circa dell’intera ricchezza prodotta dal paese ogni anno). E i tempi di recupero potrebbero essere ancora lunghi.  “Stando alle previsioni di crescita nel triennio – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – molto probabilmente il nostro Paese recupererà i 4 punti di Pil persi dal 2007 non prima del 2024: praticamente 17 anni dopo”.

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