Prototipo elettrico Fiat
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Fiat Chrysler si accorda con Tesla: cosa cambia con l’intesa “verde”

Prototipo elettrico Fiat
La Fiat Centoventi elettrica presentata all’ultimo Salone di Ginevra (Imagoeconomica)

Mike Manley l’aveva anticipato a Ginevra: per rientrare in tempo nei limiti europei sulle emissioni Fiat Chrysler avrebbe potuto comprare crediti contro l’inquinamento. In realtà, il gruppo aveva già realizzato l’operazione, la prima nel suo genere tra case concorrenti: il 25 febbraio scorso, come certifica il sito della Commissione Ue, Fca ha unificato la sua flotta con quella di Tesla. L’operazione consentirà al gruppo italo-americano, in fortissimo ritardo nella corsa a rispettare le norme sulle emissioni di CO2 previste dal 2021, di far media con i veicoli elettrici della casa di Elon Musk e così aggirare i vincoli ambientali previsti dalle regole di Bruxelles.

Una patente ad inquinare che costerà cifre rilevanti, nell’ordine delle centinaia di milioni di euro ma che consentirà al produttore di Jeep, Alfa e Maserati di recuperare tempo prezioso nell’attesa di sviluppare la flotta di elettriche ed ibride di casa. Alternative, del resto, non ce n’erano. Fca è in fortissimo ritardo sia sulla concorrenza che sui piani Ue, che prevedono emissioni massime di 95 g /chilometro, contro i 123 dei veicoli Fca a fine 2018. Uno studio di PA Consulting ha stimato che i veicoli Fca accusano un gap di 6,7 grammi di C02 per chilometro, il dato peggiore su 13 case attive in Europa. Secondo le stime di Jefferies, il ritardo di Fca potrebbe comportare una multa di almeno 2 miliardi di euro.

Di qui la necessità di ricorrere all’aiuto di Musk che, grazie alla cessione di diritti ad inquinare, lo scorso anno ha incassato 103,4 milioni di dollari. Il trading, infatti, non è una novità. Ma finora le operazioni sono state per lo più infragruppo: Toyota, ad esempio, ha concluso un accordo con Mazda (di cui possiede il 5 per cento) mentre Volkswagen si accinge a fare media tra i vari marchi della sua scuderia.

Fca, però, è la prima ad aver costituito una open pool con un altro costruttore. Una soluzione dal significato strategico non indifferente. Proprio nei giorni in cui Fca procedeva all’accordo con Tesla, Robert Peugeot lanciava, via l’intervista a Les Echos, l’auspicio che “i pianeti si allineassero” rendendo possibile una fusione tra il gruppo francese e Fca. A favorire le nozze poteva essere la tecnologia visto che il costruttore francese è il più avanzato nella ricerca delle soluzioni per abbassare le emissioni. Ma John Elkann, pur consapevole che le alleanze sono l’unica via per affrontare i problemi di una stagione complicata, ha guadagnato tempo in attesa della svolta elettrica.

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