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Smart Mobility

Così Mimoto ha portato un sibilo giallo in città

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Alessandro Vincenti, Vittorio Muratore, Gianluca Iorio: i fondatori di MiMoto

È un sibilo, a tratti acuto in altri ovattato, che attraversa la città. È l’identità sonora di un nuovo mezzo in condivisione che ha rivoluzionato, con i suoi 45 km/h di velocità di punta, la mobilità urbana affiancandosi al car sharing e alle biciclette del Comune. Tra le startup che si sono gettate fin da subito in questo business c’è MiMoto di cui è ceo Gianluca Iorio, nonché fondatore insieme ad Alessandro Vincenti e Vittorio Muratore. Un “servizio pubblico offerto da privati”, spiega a Forbes Italia illustrando i prossimi passi della società dopo il recente sbarco a Genova, in partnership strategica con IrenGo, la linea di business del Gruppo Iren dedicata alla e-mobility, annunciato dalla prestigiosa cornice del Salone di rappresentanza di Banca Carige.

Quando sono partiti, nell’ottobre 2017, i fondatori erano tre giovani lavoratori fuori sede, arrivati a Milano durante il boom del car sharing: “Abbiamo dovuto fare i conti fin da subito con la scarsità di parcheggio, il traffico, l’inquinamento urbano” prosegue Iorio, “così abbiamo cominciato a immaginare un modello di sharing elettrico e sostenibile”. Oggi MiMoto muove ben cinquecento scooter tra Milano, Torino e Genova. “Ma il nostro programma è più ambizioso”, rilancia il fondatore, “abbiamo un piano al 2022 per raggiungere otto città nel Centro-Nord Italia e dieci nell’Europa meridionale”. E aggiunge: “il nostro motto è ‘We move people’; fino ad oggi abbiamo spostato persone con lo scooter elettrico ma non ci poniamo limiti per il futuro”.

Giovani lavoratori, per lo più liberi professionisti, tra 18 e 45 anni, di cui il 20% è donna. Questo il profilo dell’utenza di MiMoto. Gente che viaggia per spostarsi mentre lavora, in pausa pranzo e anche nel week-end durante il tempo libero. “C’è persino chi noleggia i nostri scooter semplicemente per provare a guidare per la prima volta un veicolo elettrico”, confida Iorio. Il tempo medio trascorso in sella è di venti minuti per circa 5 chilometri, ma di recente sono state lanciate nuove tariffe più aggressive con prezzi che scendono all’aumentare del tempo di utilizzo (4,90 euro per 1 ora o 19,90 per 24 ore). “Margini per crescere ancora ci sono”, secondo Iorio, anche nelle città in cui MiMoto è già presente. È il motivo per cui il team di esperti della startup ha studiato una presenza del brand nella gdo sul territorio a lato del digitale: acquistando una card ricaricabile prepagata è ora possibile caricare sulla app un bonus da spendere per noleggiare lo scooter.

Scooter MiMoto

Da quando siamo partiti, nell’ottobre 2017, abbiamo percorso 2 milioni di chilometri contribuendo a far risparmiare 350mila chilogrammi di Co2 emessa”, dice con orgoglio Iorio. “Purtroppo constatiamo che l’attenzione nell’uso degli scooter non è sempre allo stesso livello di quella riservata ai motorini di proprietà”. Ma questo non spaventa MiMoto. “La scelta di un modello estremamente essenziale, infatti, ci permette di garantire sicurezza e manutenzione che, va detto, è limitata”. Lo scooter elettrico, del resto, non ha olio né candele da cambiare. E attenzione anche all’igiene: i caschi di MiMoto, rigorosamente made in Italy, adottano cuffiette usa e getta e un prodotto apposito per l’igienizzazione della calotta interna, che rilascia un buon profumo e viene sostituito almeno una volta ogni due mesi. Gli operatori di MiMoto, inoltre, vigilano regolarmente sul mantenimento delle migliori condizioni.

Per il servizio di trasporto pubblico, a maggior ragione quando ad erogarlo è un privato, i costi sono fattore assai rilevante. Quello della manutenzione dello scooter elettrico “non è poi così elevato”, puntualizza il ceo di MiMoto, “ma affinché i costi di un servizio di mobilità in sharing siano sostenibili occorre avere, come nel nostro caso, community di utenti ampie e attive che consentano di percepire il bisogno dell’utenza in tempo reale”. Ad ascoltarli per far crescere il business c’è un team di circa venticinque persone che supporta la vision del management (i tre fondatori) e si compone di quattro aree: customer relationship management (crm), tech, marketing & communication e service (formata da fleet manager e tecnici).

Gli scooter sono dell’italiana Askoll, specializzata in mobilità elettrica che, grazie anche alla visibilità offerta da MiMoto, ora può puntare con forza non solo sulle vendite b2b ma anche al consumatore diretto, sia nelle città dove è presente il vehicle sharing sia nei piccoli comuni dove invece non arriva. Come in tutti i servizi di mobilità in sharing l’utente risponde come stesse guidando un mezzo proprio, eppure MiMoto, conclude Iorio, “promuove corsi di guida sicura, anche in collaborazione con la Polizia Municipale. Con particolare attenzione all’accelerazione”, che nei veicoli elettrici è più impetuosa di quelli tradizionali.

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