Quando si danno consigli ai giovani, su come approcciare il mondo del lavoro, spesso si fanno ragionamenti sui massimi sistemi, sul tipo di preparazione e sugli ambiti professionali in cui muoversi. Molto corretto, a livello macro, ma i giovani in realtà hanno anche, soprattutto agli inizi, molto bisogno di consigli pratici: si esce dal mondo scolastico impreparati ad affrontare i colloqui di lavoro e si può rischiare di fare dei buchi nell’acqua nonostante una buona preparazione scolastica, semplicemente a causa dell’inesperienza. Ecco i miei consigli per gestire al meglio il colloquio di lavoro:
1. Imparare a gestire il nervosismo. E’ normale sentirsi un po’ stressati a un colloquio, ed è anche positivo avere un certo livello di stress. Meno normale è essere in preda all’ansia, e non “rendere”, panicando. Se questo fosse il caso, è opportuno imparare a gestire il proprio nervosismo: ci sono tanti metodi di rilassamento, a ciascuno il suo.
2. Cv chiaro. Regola base per per il curriculum vitae è che sia chiaro, una massimo due pagine, con una grafica semplice e leggibile. Inutile appensantirlo. Inoltre, il cv deve essere perfetto, senza errori di battitura: capita spesso di vedere dei cv con degli errori, soprattutto in inglese. Meglio farlo rileggere, magari da un amico madrelingua.
3. Inglese: inutile barare. Se si dichiara di parlarlo bene, e il recruiter fa qualche domanda in inglese durante un colloquio in Italiano, non si può balbettare e “cadere dal pero”, come a volte succede. Meglio iscriversi subito a un corso, e correre ai ripari.
4. Look adeguato. Difficile definire qual è un look adeguato, che ovviamente è diverso se si fa un colloquio in una banca d’affari o in un’azienda dello sportswear. Può essere utile pensare al “dress code” della professione per cui facciamo il colloquio, e avvicinarvici il più possibile, con un tocco personale.
5. Domande pertinenti. Un colloquio non è, o perlomeno non dovrebbe mai essere, un esame, ma uno scambio bidirezionale. Se il candidato fa domande pertinenti mostra di essere proattivo, e il colloquio diventa appunto uno scambio interessante.
6. Cercare di lasciare il segno. Senza strafare, è però opportuno cercare di lasciare il segno con quello che si dice, e con la propria personalità. Il recruiter vi ricorderà più facilmente, e con piacere, per questa o per altre opportunità future.
7. Fare vari colloqui. In una lunga carriera capita di fare diversi colloqui, mentre è normale che un junior ne abbia alle spalle ancora pochi. Il mio consiglio è di farne il più possibile, anche per aziende che sulla carta ci interessano di meno: serve molto, si è molto più sciolti, avendo fatto esperienza.
8. Un consiglio finale. In generale un consiglio finale che mi sento di dare ai giovani è di ragionare non solo sui loro hard skill (la preparazione tecnica), ma di lavorare invece fin da subito sul rafforzamento dei loro soft skill e del network professionale: due elementi davvero fondamentali per fare carriera, spesso ingiustamente sottovalutati.
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