Udemy, corsi online
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Esiste un sito dove chiunque può insegnare qualsiasi cosa. Ecco perché vale miliardi

Udemy, corsi online
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Articolo di Susan Adams su Forbes.com

Con 150.000 campi che vanno da come vincere al poker online ai principi della meccanica quantistica,la pandemia ha coinciso con un’esplosione della startup di formazione online Udemy.

Gregg Coccari (il ceo di Udemy) si sente combattuto. Siamo agli inizi di giugno e la pandemia di coronavirus ha fatto perdere il lavoro a decine di milioni di persone. Ma l’azienda che gestisce la piattaforma di apprendimento online Udemy, è fiorente. “Naturalmente ne siamo molto entusiasti”, afferma. “Ma stiamo anche osservando le persone licenziate e le vediamo lottare”.

Molte di queste persone si affollano nello scegliere tra le 150.000 lezioni online di Udemy, molte delle quali vengono vendute a prezzi tra i 10 e i 20 dollari. Solo a maggio, la società ha registrato 25 milioni di nuove iscrizioni, rispetto ai 9 milioni del maggio precedente. Anche la divisione Udemy for Business, che vende abbonamenti annuali per 360 dollari per utente a società come Adidas e Toyota, è in forte espansione. Tra le lezioni più popolari: best practice per una videoconferenza Zoom e come gestire un team virtuale.

Da marzo a maggio gli incassi di Udemy sono stati il doppio rispetto allo stesso periodo nel 2019, afferma Coccari. L’aumento della domanda porterà probabilmente entrate superiori a 400 milioni di dollari quest’anno, secondo due fonti informate sulle finanze di Udemy (Coccari dice che il numero si avvicina alle stime). Coccari afferma che Udemy sarebbe già redditizia se non avesse intenzione di assumere 200 persone quest’anno e di investire nell’espansione all’estero. Esistono già corsi in 65 lingue e clienti in 190 paesi.

Con indosso una larga maglietta grigia, Coccari, 67 anni, gestisce attività da una camera da letto nella sua casa in stile coloniale spagnolo degli anni ’20 a Santa Monica, in California. A partire dall’inizio del 2019, quando è diventato ceo, quasi tutti i lunedì ha preso un volo delle 6:30 per San Francisco, dove ha sede la compagnia da dieci anni, o si è diretto in una delle sue filiali a Denver, Dublino, Ankara, San Paolo o Gurgaon, in India. Ora la sua vita imita un corso Udemy e non ne è entusiasta. “Ieri ho avuto dieci ore di riunioni Zoom”, afferma. “Vorrei rompere il mio laptop. Preferisco l’interazione umana”.

Ma Udemy sta beneficiando dell’isolamento sociale mondiale. Mentre le scuole e i college fanno fatica a insegnare online, Udemy sta semplicemente allargando le possibilità di un modello di business del quale è stato apripista. La sua piattaforma ospita corsi tenuti da istruttori che creano autonomamente lezioni su videocassette e rispondono alle domande e-mail degli studenti su una bacheca di Udemy. La società raccoglie una percentuale, di solito il 50%, sul costo del corso. Gli utenti determinano quali corsi ottengono più traffico pubblicando valutazioni e recensioni con stelle.

Il fondatore Eren Bali, 35 anni, che presiede il consiglio di Udemy, ha avuto l’idea di creare questa azienda dopo essere cresciuto in un villaggio povero nel sud-est della Turchia, dove ha perseguito la sua ossessione per la matematica ricercando problemi sul web. Credeva che i grandi insegnanti online non avessero bisogno di diplomi fantasiosi. “Volevamo creare una società di istruzione basata sul mercato in cui qualsiasi esperto al mondo potesse tenere il proprio corso”, afferma. Ha provato a lanciare una versione live del sito in Turchia nel 2007. Ha fallito, ma SpeedDate, un sito di incontri online dal vivo con sede nella Silicon Valley, lo ha reclutato come ingegnere.

Lui e due cofondatori hanno avviato il lancio negli Stati Uniti di Udemy (il nome è una fusione di “You” e “academy”) nel 2010 dopo che oltre 200 finanziatori li avevano bocciati. L’investitore Edtech Daniel Pianko della University Ventures di New York si rammarica di non aver creduto nell’occasione. “Pensavo che l’idea fosse troppo pazza”, dice. L’istruzione online all’epoca era dominata da giganti accreditati come l’Università di Phoenix. “Era un concetto totalmente rivoluzionario che qualcuno non affiliato con un’università potesse insegnare un corso”, dice.

I primi corsi di Udemy includevano come fare soldi giocando a poker online e come “rimorchiare”. Ma i fondatori hanno presto capito che le capacità di coding, di data science e di team building erano più richieste. Questi corsi costituiscono i due terzi della selezione di Udemy. Ma la piattaforma è ancora aperta a chiunque voglia insegnare. Corsi di disegno e di massaggi Reiki sono stati molto popolari durante la pandemia.

Siti di formazione online concorrenti, tra cui LinkedIn Learning e Coursera, lavorano con professori universitari (Coursera) o selezionano in maniera molto rigida gli aspiranti istruttori (LinkedIn Learning) e respingono la maggior parte dei candidati. Al contrario, gli istruttori di Udemy devono solo soddisfare sei elementi presenti in una checklist di requisiti minimi come la pubblicazione di almeno 30 minuti di contenuti video per corso. Tutti gli argomenti sono benvenuti a parte un elenco di argomenti vietati come porno, armi da fuoco e discorsi di odio. Una manciata dei migliori istruttori di Udemy guadagna fino a 1 milione di dollari all’anno. Leggi qui la storia di uno di loro.

Coccari afferma che diverse centinaia di istruttori realizzano entrate almeno a sei cifre in un anno, e tale numero probabilmente raddoppierà quest’anno. Tra questi Teresa Greenway, 61 anni, che ha guadagnato 12.400 di dollari a maggio con i suoi corsi di panificazione. Dopo aver abbandonato il liceo, Teresa si è sposata a 21 anni, ha avuto 10 figli tra cui un figlio con autismo, prima di sfuggire al suo matrimonio violento circa 10 anni fa. “Non avevo una laurea, nessuna storia lavorativa ed ero abbastanza abbattuta emotivamente”, dice. Nel 2015, inciampò su Udemy e mise insieme un corso di lievito madre di tre ore.

Ora Teresa ha 13 corsi, che alimentano molti altri flussi di reddito, tra cui otto libri autopubblicati, che vende su Amazon. Registra in anticipo tutti i suoi video di Udemy. Una volta pubblicati, girano sulla piattaforma in automatico. La sua unica interazione con gli studenti è attraverso una bacheca di Udemy in cui gli studenti postano domande. Trascorre 20 minuti al giorno a scrivere risposte. L’anno scorso Udemy ha rappresentato la più grande parte dei 78.000 dollari che ha guadagnato. Quest’anno si aspetta che le sue entrate raddoppino.

Eren Bali è partito come ceo nel 2014 e la società ha sfornato altri due amministratori delegati prima che Coccari subentrasse l’anno scorso (nel 2014 Bali ha co-fondato una startup a San Francisco, la Carbon Health, di cui è ceo). Laureato a Wharton e ceo di una serie di startup, l’ultimo lavoro di Coccari è in Stella & Chewy’s, fornitore di alimenti per animali domestici con sede a Milwaukee. Uno dei sostenitori di quella società, Ken Fox, della società di venture capital con sede a New York Stripes, è un investitore e membro del consiglio di amministrazione di Udemy. E’ stato lui a chiedere a Coccari di assumere l’incarico di ceo e gestire l’espansione di Udemy.

A febbraio Coccari ha chiuso un round di investimento di 50 milioni di dollari guidato da Benesse Holdings, il conglomerato di istruzione e assistenza agli anziani con sede a Tokyo che possiede le scuole di lingue Berlitz. L’accordo ha portato il capitale totale investitio in Udemy a oltre 200 milioni di dollari e la sua valutazione è passata da  710 milioni a 2 miliardi di dollari. Sebbene il lockdown per la pandemia in Giappone siano stati meno restrittivi di quelli di altri paesi, le entrate di Udemy dal Giappone nei primi cinque mesi del 2020 hanno triplicato le vendite rispetto allo stesso periodo nel 2019, secondo il ceo di Benesse, Tamotsu Adachi.

Coccari è cauto nel prevedere come la pandemia modellerà il futuro della formazione. Ma i sostenitori dell’apprendimento online, come l’investitrice edtech Deborah Quazzo di GSV Ventures, credono che il mercato dell’istruzione virtuale raggiungerà il valore di 1 trilione di dollari nel 2026, più del doppio di quanto si aspettasse prima della pandemia. Dice che Udemy è pronta a ingrandirsi e si rammarica di non aver finanziato la compagnia. “Sono stata stupida”, dice.

Coccari dice che si sta concentrando sul presente. “Siamo davvero concentrati sull’assicurarci di poter gestire questi enormi picchi di traffico”, afferma. “Non sappiamo come sarà il mondo alla fine di tutto questo.”

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