È difficile trovare degli aspetti positivi in un momento di difficoltà generale come quello che il mondo sta attraversando, con la pandemia da Covid-19 che continua a destare preoccupazione nel mondo e sembra aver trovato nuova forza in Europa. Eppure, leggendo la ricerca annuale State of Science Index pubblicata da 3M emergono degli aspetti inaspettati: le persone non hanno mai fatto così tanto affidamento nella scienza.
“Nell’affrontare la crisi sanitaria più impegnativa della nostra vita, la scienza viene considerata più rilevante, più affidabile e più importante per le persone di tutto il mondo”, ha affermato Mike Roman, presidente del consiglio di amministrazione e ceo di 3M. “Sostenere la scienza è fondamentale per 3M, ma si tratta di una questione più grande di noi. Ci stiamo concentrando sugli aspetti a cui la gente tiene di più: l’essere preparati alle pandemie, la sostenibilità, la giustizia sociale e l’equità in ambito STEM. Lo State of Science Index mostra che le persone vogliono e si aspettano che la scienza renda le loro vite migliori”.
Nel contesto di COVID-19, la fiducia nella scienza e negli scienziati è ai livelli più alti degli ultimi tre anni, dalla prima edizione dello State of Science Index. Oggi, l’89% degli intervistati si fida della scienza; l’86% si fida degli scienziati; il 77% ritiene più probabile, a seguito della pandemia, che la scienza abbia bisogno di maggiori finanziamenti; e più della metà (54%) è d’accordo sul fatto che la scienza sia molto importante per la propria vita quotidiana – un aumento a doppia cifra rispetto ai dati relativi al periodo precedente la pandemia (44%*). A completare il quadro, il 92% degli intervistati a livello globale ritiene che le misure messe in atto per contenere la pandemia globale dovrebbero seguire la scienza, rivelando un’ulteriore dimostrazione di fiducia nei confronti della scienza stessa.
COVID-19 ha aumentato la sensibilità e l’apprezzamento per ciò che la scienza può fare
Un mondo sempre più scettico nei confronti della scienza sembra risvegliarsi di fronte alla sua rilevanza e importanza. Nel 2020, il crescente scetticismo ha subito un’inversione di tendenza per la prima volta in tre anni. Le persone che hanno dichiarato: “Sono scettico nei confronti della scienza”, sono scese di 7 punti al 28% durante la pandemia quest’estate, dal picco del 35% dell’anno scorso. Allo stesso modo, gli intervistati che credono solo nella scienza che si allinea con le loro convinzioni personali sono scesi di sei punti percentuali rispetto a quando la domanda è stata posta per la prima volta nel 2018.
Una rinnovata fiducia nella scienza sembra tradursi anche in azioni concrete: più della metà degli intervistati (54%) concorda sul fatto che COVID-19 li ha resi più propensi a sostenere la scienza, mentre i dati pre-pandemici hanno mostrato che solo il 20% si sarebbe schierato a favore della scienza nel discutere i suoi meriti con gli altri.
Ci sono però dei buoni motivi per continuare a promuovere la difesa della scienza, perché l’ago non si è mosso su tutti gli aspetti. Quasi due terzi (63%) degli intervistati, infatti, pensano raramente all’impatto che la scienza ha sulla loro vita quotidiana, e quasi un terzo (32%) credono ancora che la loro vita “non sarebbe così diversa” se la scienza non esistesse.
Le soluzioni sostenibili rimangono fondamentali: scienza, sostenibilità e giustizia sociale
Ci sono conseguenze negative per un mondo che non dà valore alla scienza, secondo l’82% degli intervistati. Quando a chi concordava con questa affermazione è stato chiesto quali sono le principali conseguenze negative – in cima alla lista delle preoccupazioni risulta “un rischio più elevato di problemi di salute” (68%) – il che non sorprende in un anno segnato dal COVID-19. Ma anche la sostenibilità rimane una priorità importante, con “l’impatto ambientale negativo” (67%) citato come la seconda conseguenza più preoccupante.
Allo stesso modo, alla domanda sui problemi che la maggior parte delle persone desidera risolvere, la ricerca di una cura per i virus emergenti (come il COVID-19) si colloca al primo posto (80%), seguita dalla ricerca di una cura per le altre principali malattie (62%). Al di fuori della salute, la giustizia sociale e l’ambiente sono tra le maggiori priorità. La giustizia sociale/l’equità in ambito STEM (ovvero sostenere l’uguaglianza razziale nella società e/o garantire alle minoranze sottorappresentate l’accesso all’istruzione STEM) è la prima questione non legata alla salute (55%) – e affrontare gli effetti del cambiamento climatico è la seconda (51%).
Ma su chi potrà contare il mondo per risolvere questi problemi in futuro? La prossima generazione di scienziati, che deve essere più diversificata e maggiormente impegnata per affrontare veramente le sfide globali.
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