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Nexi e Nets danno vita al colosso europeo dei pagamenti digitali

Paolo Bertoluzzo, ceo di Nexi. (Imagoeconomica)

Dopo l’accordo con Sia, Nexi compie un altro fondamentale passo verso la leadership in Europa nel settore dei pagamenti digitali, firmando un nuovo accordo vincolante di fusione con Nets, la società europea attiva in 20 Paesi e controllata da un consorzio di fondi di private equity guidato da Hellman & Friedman. Ufficializzata in un comunicato congiunto, la fusione tra Nexi e Nets “sarà interamente realizzata in azioni” e darà vita, come dichiara Paolo Bertuzzo, ceo di Nexi, alla “paytech leader a livello europeo con scala e competenze uniche per servire al meglio tutti i clienti del nuovo gruppo in Europa: dai cittadini agli esercenti, dalle banche partner alle aziende, dalla pubblica amministrazione alle istituzioni”.

Soddisfatto anche Bo Nilsson, ceo di Nets: “Siamo entusiasti  di poter unire le nostre forze con quelle di Nexi, con cui potremo insieme rappresentare un punto di riferimento per l’industria dei pagamenti e cogliere nuove opportunità di crescita in modo trasversale nel settore”. Ma non è tutto. Come rivelano i due gruppi, la fusione tra Nexi e Nets darà vita, dal punto di vista prettamente economico, a un colosso che potrà contare su “circa 2,9 miliardi di euro di ricavi, 1,5 miliardi di euro di Ebitda su base aggregata pro-forma stimati al 31 dicembre 2020, incluse sinergie a regime, e, infine, su un operating cash flow pari a 1,2 miliardi di euro”.

Fusione Nexi-Nets: i dettagli dell’operazione e la governance

Partendo dal presupposto che il nuovo gruppo potrebbe continuare il suo risiko, visto che si troverà “in una posizione unica per cogliere ulteriori future opportunità di crescita organica e inorganica in Europa, la fusione produrrà “circa 95 milioni di minori costi operativi derivanti dalla razionalizzazione dell’IT e delle piattaforme tecnologiche, circa 60 milioni di sinergie di ricavo (di cui 40 milioni a livello di Ebitda), e circa 35 milioni di euro di capex ricorrenti grazie al product development su larga scala”

Secondo quanto emerge dall’accordo stipulato dalle due aziende, “la valutazione implicita di Nets è pari ad un Enterprise Value di 7,8 miliardi di euro e ad un Equity Value di 6,0 miliardi di euro, basato sul valore delle azioni Nexi al 13 novembre 2020 pari a 14,71 euro per azione”. Gli azionisti di Nets riceveranno quindi 406,6 milioni di nuove azioni di Nexi, equivalenti ad una quota azionaria pro-forma del 39% in Nexi+Nets(del 31% se si considera Nexi + Nets + Sia)”. In aggiunta, un potenziale earn-out fino a 250 milioni di euro, potrà essere pagato nel 2022 tramite nuove azioni emesse da Nexi a favore degli azionisti di Nets subordinato alla performance dell’ebitda 2021 di Nets.

Inoltre, “le azioni di Nexi emesse a favore degli azionisti di Nets saranno soggette a un meccanismo di lock-up (clausola che non permette di vendere in tutto o in parte le azioni in possesso degli azionisti) per un certo periodo di tempo fino a 24 mesi successivi al closing”. Per realizzare l’operazione, evidenzia ancora il comunicato, non sarà necessario ricorrere a nuovo indebitamento finanziario; al closing si prevede che Nets avrà un indebitamento da rifinanziare pari a circa 1,5 miliardi di euro, per il quale è già garantito un finanziamento bridge da primarie banche internazionali.

Nella struttura della nuova governance del gruppo – che rimarrà quotato su Borsa Italiana –  al closing della fusione (che dovrebbe essere avviata nel 2022, ossia dopo la conclusione della fusione tra Nexi e Sia), Cassa Depositi e Prestiti deterrà una quota nell’entità pro-forma del 17%, Hellman & Friedman del 16%, Advent International & Bain Capital del 10%, Mercury UK del 10%, Intesa Sanpaolo del 5%, GIC del 3%, con un flottante pari a circa il 38%.

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