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Il miliardario Mark Cuban, proprietario dei Dallas Mavericks, ora vuole rivoluzionare il settore farmaceutico

Il miliardario Mark Cuban
(Photo by Stephen Dunn/Getty Images)

Questo articolo di Katie Jennings è apparso su Forbes.com.

Il miliardario Mark Cuban è furibondo per il prezzo elevato dei medicinali negli Stati Uniti e ora ha deciso di prendere in mano la situazione. Cuban è noto soprattutto come investitore del reality show televisivo Shark Tank e proprietario dei Dallas Mavericks della Nba, ma presto potreste vedere il suo nome su flaconi di pillole negli ospedali e nelle farmacie. La Mark Cuban Cost Plus Drugs Company, lanciata in sordina questa settimana, punta a vendere 100 diversi farmaci generici a prezzi trasparenti entro la fine dell’anno.

“Il prezzo dei farmaci generici è ridicolo. Fine della storia”, ha scritto in una mail Mark Cuban, il cui patrimonio è di 4,2 miliardi di dollari secondo le stime di Forbes. Cuban non ha rivelato quanto abbia investito nell’azienda che porta il suo nome. “Ci ho messo il nome perché volevo dimostrare che il capitalismo può essere vicino alla gente e perché volevo comunicare che mi impegnerò con tutto me stesso”.

L’idea di creare l’azienda, che ha sede a Dallas, in Texas, è nata da uno dei più celebri scandali legati al prezzo dei medicinali dell’ultimo decennio: quello del cosiddetto “Pharma Bro” Martin Shkreli, che alzò il prezzo del Daraprim del 5000% – da 13,50 a 750 dollari per confezione – quando era l’amministratore delegato di Turing Pharmaceuticals. Il farmaco è utilizzato per curare una grave infezione da parassiti. “Quella vicenda mi aveva fatto infuriare”, dichiara il fondatore e amministratore delegato della Mark Cuban Cost Plus Drug Company, Alex Oshmyansky, che esercita anche come medico. “Alcuni miei pazienti hanno subito gravi conseguenze per il costo elevato dei medicinali, che avrebbero dovuto essere molto economici. Sono arrabbiato da molto tempo”.

È anche per questo che il primo farmaco prodotto dall’azienda sarà una versione generica di un altro antiparassitario, chiamato albendazolo, che cura l’anchilostoma. Il verme viaggia attraverso le feci di una persona infetta ed è stato in larga parte debellato negli Stati Uniti grazie all’uso su vasta scala dei moderni sistemi fognari. Via via che il prezzo del trattamento è diventato più inaccessibile per le tasche di molti, però, l’anchilostoma è tornato, in particolare nel Sud rurale.

“Le persone che subiscono le conseguenze dei prezzi vivono in povertà estrema”, afferma Oshmyansky, che aggiunge che bastano due confezioni per trattare un’infezione. “Se la prendi e la curi subito, non è niente di grave. Se le viene permesso di proliferare senza trattarla, però, può provocare disturbi cognitivi e problemi neurologici”. La Mark Cuban Cost Plus Drug Company ha annunciato una partnership con Rojelio Mejia, medico e professore del Baylor College of Medicine, per studiare la diffusione dell’anchilostoma nell’Alabama rurale.

Il prezzo medio dell’albendazolo è di 225 dollari per confezione, ma l’azienda lo venderà per 20. Il piano di business prevede trasparenza della catena di fornitura: acquisto dei farmaci da grossisti, confezionamento, aggiunta di un ricarico del 15% e vendita a farmacie, cliniche e sistemi sanitari. L’obiettivo, secondo il sito web, è di produrre “versioni a basso costo di farmaci generici ad alto costo”. L’azienda sta anche costruendo a Dallas una struttura di riempimento e confezionamento di medicinali in condizioni sterili, che spera di rendere operativa entro l’aprile del 2022.

Non ci sono modi rapidi e semplici per spiegare perché i farmaci generici, la cui produzione costa a volte solo pochi spiccioli, finiscano per avere prezzi di decine o addirittura centinaia di dollari, a seconda dell’assicurazione di sanitaria di ciascuno, al momento della vendita al consumatore. Nel 2019 il Congresso statunitense ha indagato sugli intermediari di questo sistema contorto, noti come “pharmacy benefits manager” (Pbm), che trattano con i produttori e le farmacie per conto delle compagnie assicurative. Ron Wyden, senatore democratico dell’Oregon, ha definito le negoziazioni come “gli enigmi più contorti e incomprensibili”, e ha aggiunto che “ciò che fanno i Pbm per ricavare profitti simili rimane un mistero”.

“Ho due dottorati, inclusa una laurea in matematica applicata e fisica teorica. Eppure mi ci sono voluti anni per capire come funziona davvero tutto questo”, dichiara Oshmyansky. Secondo la sua ricostruzione, si tratta di un sistema di listini prezzi gonfiati artificialmente, di vari player che aggiungono ricarichi qua e là, di riduzioni e sconti che vengono intenzionalmente “creati per confondere”. Aziende come GoodRx, che si è quotata in Borsa a settembre, hanno cercato anche di aggirare il sistema aiutando i pazienti a confrontare i prezzi e offrendo coupon che sono spesso di valore inferiore al prezzo di un farmaco.

Oshmyansky ha esperienza come imprenditore. Da specializzando, fu cofondatore di un’azienda che produce maniglie per porte con dispenser di disinfettante per mani senza acqua, chiamata ora OpenClean Technologies. Si è iscritto poi a medicina e ha esercitato come radiologo diagnostico (vede ancora pazienti una volta a settimana). Circa cinque anni fa ha iniziato a lavorare a un’azienda farmaceutica no-profit. Nell’estate del 2018 è stato selezionato per l’acceleratore di startup Y Combinator, in cui ha scelto di concentrarsi su una società di pubblica utilità a scopo di lucro che avrebbe operato come farmacia di compunding. L’idea era che realizzare generici ad alto costo, uno per volta, per singoli pazienti, avrebbe fatto comunque risparmiare soldi rispetto al prezzo di listino.

Alcuni mesi dopo, Oshmyansky ha contattato Mark Cuban come fanno tanti imprenditori: con una fredda e-mail. E l’attuale incarnazione della società è partita da lì. Mark Cuban conta numerose aziende del settore della sanità nel suo portafoglio di investimenti: da Mahmee, una startup di assistenza prenatale digitale, a Unite Genomics, che utilizza i dati per abbinare pazienti affetti da malattie rare a trial clinici e accelerare così la ricerca. “Pensavo a Mark soprattutto come una figura dello sport e dei media, che è poi il suo personaggio pubblico”, dice Oshmyansky. “Ma è un uomo profondamente consapevole delle questioni riguardanti l’industria farmaceutica e il prezzo dei medicinali. Ha contribuito direttamente a dare forma alla direzione strategica dell’azienda”.

Il prossimo anno sarà dedicato all’esecuzione e all’assunzione di personale, per mantenere la promessa di 100 generici a basso costo entro la fine dell’anno. Il settore sanitario è sempre stato unico, perché “non puoi chiedere il prezzo prima di acquistare qualcosa”, come spiega Oshmyansky. Che spera di cambiare lo scenario: “Più riusciamo a portare trasparenza sul mercato, più possiamo a aiutare a costruire dinamiche di mercato normali”.

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