Space Economy, Modulo-Multiuso-Permanente-MMP
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L’Italia fra innovazione e progetti futuri: a Forbes tutto sulla space economy

Space Economy, Modulo-Multiuso-Permanente-MMP
In questa immagine gli astronauti della NASA Steve Bowen e Alvin Drew, entrambi specialisti della missione STS-133, partecipano alla prima sessione di attività extraveicolare (EVA). Lo space shuttle Discovery, al suo 39° e ultimo volo, trasporta anche il Modulo Multiuso Permanente (PMM) di costruzione italiana che poi verrà fissato permanentemente alla ISS (Foto della NASA tramite Getty Images)

La space economy è un fenomeno composito. La sinergia tra le sue diverse anime è essenziale ed è alle fondamenta dell’evoluzione degli anni recenti, 2020 compreso.

Un anno che ha visto “lo sviluppo di innumerevoli progetti e collaborazioni internazionali, la base per costruire un futuro solido e pensare a lungo termine”, afferma Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

“L’Italia è stata in prima linea, firmando gli Artemis Accords con la Nasa”, continua Saccoccia, “un programma a lunghissimo respiro, che necessita di competenze multidisciplinari enormi e in cui l’Italia contribuirà in modo decisivo, soprattutto per quanto riguarda la costruzione dei moduli abitativi del Lunar Gateway”, l’avamposto spaziale in orbita cislunare.

Il presidente dell’Asi sottolinea come la firma di questi accordi sancisce “la volontà di consolidamento e crescita del programma spaziale italiano, che grazie a questa e ad altre collaborazioni potrà contare su ritorni tecnologici molto più ampi, con ricadute dirette sulle attività terrestri”.

La space economy non è certo questione solo italiana; per questo con Luigi Pasquali, il coordinatore delle attività spaziali del gruppo Leonardo, si parla di progetti come Space rider “un programma europeo per la realizzazione di un velivolo riutilizzabile e capace di portare in orbita 600 chilogrammi di strumentazione per la sperimentazione scientifica in microgravità, un mezzo che aprirà diverse possibilità, soprattutto negli in-orbit services, e di cui l’Italia è uno dei principali finanziatori”.

Il coordinatore delle attività spaziali di Leonardo si sofferma anche sulla nuova costellazione per un sistema di connettività europeo, “un progetto alle fasi iniziali che si avvale anche di tecnologie quantistiche per aumentare la sicurezza e la velocità delle comunicazioni. La necessità è quella di muovere di pari passo il settore upstream e quello downstream”, continua Pasquali, “non c’è una dicotomia tra i due settori e, anzi, le infrastrutture spaziali devono essere costruite in base alle necessità degli utenti e del downstream per esprimere in pieno il proprio potenziale”.

Una puntata ricca di spunti per riflessioni più ampie sul mondo della new space economy e sul futuro del settore spaziale, italiano e mondiale.

Puoi recuperare l’ultima puntata di Forbes Space Economy seguendo il link.

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