Zhang Yong
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La storia di Zhang Yong, il saldatore di trattori diventato un miliardario della ristorazione

Zhang Yong
Zhang Yong (foto Graham Uden per Forbes)

Secondo ForbesZhang Yong è il più ricco ristoratore di tutta la Cina, con un patrimonio stimato in oltre 27 miliardi di dollari. Eppure, fino ai 19 anni non era mai stato a mangiare in un ristorante. Aveva potuto vedere, al massimo, il funzionamento delle mense delle aziende in cui aveva iniziato a lavorare – presto, visto che non ha mai frequentato l’università -. Il caso, unito a un evento che inizialmente sembrava sfavorevole, ha permesso poi a Zhang di iniziare un’avventura imprenditoriale che nemmeno lui, forse, immaginava potesse portarlo dove si trova oggi. La catena Haidilao conta infatti più di 450 ristoranti sparsi in tutto il mondo. Soprattutto in Cina, ma anche negli Stati Uniti, in Giappone, in Corea del Sud e a Singapore.

La storia di Zhang, come ha ricostruito il South China Morning Post, inizia nella Cina semplice e rurale, per la precisione a Jianyang, nella provincia del Sichuan. Lo stesso giornale riporta alcune dichiarazioni dell’imprenditore su un momento molto difficile attraversato durante l’adolescenza, per una ragione in apparenza banale: “Quando avevo 14 anni la mia voce ancora non dava segno di voler diventare quella di un uomo, al contrario di quello che accadeva a molti altri ragazzi. Tutti ridevano di me. Diventai insicuro e nervoso, non osavo parlare con le ragazze”. Secondo Forbes, Zhang non arriva nemmeno a prendere il diploma presso una scuola professionale di Chengdu. Stando ad altre fonti, riesce invece a portare a termine gli studi di scuola superiore. L’unica certezza è che Zhang non prosegue oltre, ma accetta un impiego come saldatore in una fabbrica di trattori di Jianyang.

Zhang Yong scopre i ristoranti

Proprio durante gli anni di duro lavoro in fabbrica, in cui l’unico cibo conosciuto è quello della mensa aziendale, Zhang scopre per la prima volta l’esperienza di mangiare in un ristorante. Come riporta la Cnbc, però, il giovane non resta particolarmente impressionato. Anzi, si stupisce in negativo del personale scortese e dal pasto piccante – sapore tipico della provincia del Sichuan -, di qualità scadente. Due aspetti che influenzeranno molto il modo di fare business di Zhang Yong.

Prima di arrivare al mondo degli affari, però, è necessario un elemento di rottura, un momento forte che spinga il giovane operaio a mollare tutto e intraprendere un’avventura in apparenza folle. Non una prima assoluta, visto che, già durante gli anni passati fra i trattori, Zhang aveva abbozzato un paio di tentativi imprenditoriali, che si erano però dissolti presto in un nulla di fatto.

A metà degli anni ’90, Zhang entra in conflitto con i suoi datori di lavoro, che negano un appartamento aziendale a lui e alla fidanzata (oggi moglie). Arriva allora la scelta irreversibile: stop con la fabbrica, via con la ristorazione, con la voglia di regalare alle persone un’esperienza diversa da quella provata da lui. I primi soci sono la futura sposa e due amici.

Da saldatore a magnate della ristorazione

L’inizio non è affatto semplice, come Zhang ricorda ancora al South China Morning Post: “Ero senza un soldo, quindi gli altri erano i veri finanziatori, anche se credo che l’intero investimento fosse inferiore a 10mila yuan (circa 1.400 dollari). Sebbene non avessi contribuito molto in termini di denaro, assunsi la posizione di direttore generale e promisi agli altri che il nostro patrimonio sarebbe cresciuto fino a 15 volte l’investimento iniziale entro cinque anni. Giurai che, se non ci fossi riuscito, li avrei risarciti. Era un’enorme quantità di denaro per un gruppo di ventenni negli anni ’90, quindi erano tutti un po’ sorpresi”. 

Le basi teoriche di Zhang Yong, se così si possono definire, derivavano da ricerche di mercato su possibili opportunità di business effettuate nel tempo libero durante il periodo in fabbrica. Il primo ristorante nasce così nel 1994, in un piccolo locale che contiene appena 4 tavoli. Si punta tutto sull’hot pot, brodo tipico della cucina cinese – molto nota la versione piccante caratteristica proprio del Sichuan -, conservato in una pentola mantenuta calda al centro del tavolo, in cui i commensali possono immergere i più svariati cibi fino a cottura.

Il miliardario venuto dalla campagna

Una frase di Zhang riportata dal Wall Street Journal riassume molto bene la sua visione: “Vengo dalla campagna, dove le persone credono che, se prendi soldi da altri e non porti loro benefici, allora sei un bugiardo”. Ecco perché non basta la qualità del cibo, ma è fondamentale anche quella dell’esperienza. Ai clienti vengono offerte così anche manicure gratuita, lucidatura scarpe e poltrone massaggianti per chi è in attesa.

L’espansione mondiale di Haidilao – un termine che si può ricollegare in qualche modo al concetto di fortuna – è la prova più evidente di un successo riconosciuto anche dal mercato nel 2018, quando la società si quota in borsa a Hong Kong, raccogliendo 1 miliardo di dollari. Una cifra utilizzata per espandere la presenza a livello internazionale e per migliorare le misure di sicurezza e igiene in tutti i locali della catena, dopo alcuni casi di chiusura temporanea nei paesi asiatici. 

Zhang sembra avere le idee chiare sulla filosofia da seguire per il futuro, come dichiarato anche alla versione inglese del settimanale cinese Economic Observer: “È la tua visione del mondo che determina il tuo atteggiamento nei confronti del denaro e i tuoi legami con i colleghi. Se sei interessato solo a guadagnare, hai paura dei rischi e infrangi i tuoi principi non appena scoppiano i litigi. Se hai un sogno più grande, vedi il denaro come una risorsa per gli investimenti. È così che pensano i veri imprenditori”.

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