Ducati Desmosedici Lenovo
Innovation

Lenovo in pista con Ducati: è il nuovo title sponsor del team di MotoGP

Ducati Desmosedici Lenovo
La nuova Ducati di Jack Miller sponsorizzata da Lenovo

“Il nostro fidanzamento con Ducati come technology partner è iniziato nel 2018 e ha funzionato in maniera eccellente. È arrivato quindi il tempo di convolare a nozze: Lenovo diventa title sponsor di Ducati MotoGP”. Luca Rossi, senior vice president di Lenovo, racconta così il recentissimo accordo tra i due marchi. E anche se non svela l’entità dell’investimento per la sponsorizzazione, ricorda che Lenovo, azienda da 50 miliardi di fatturato, leader nel settore dei pc e presente in 180 paesi, investe in ricerca e sviluppo 1,2 miliardi all’anno. Nella partnership tra le due aziende affiorano tecnologie che sono diventate di uso comune: intelligenza artificiale, data analytics, capacità di calcolo, algoritmi, machine learning. 

Ma come si sposano questi concetti con il mondo della MotoGP? “Ducati e Lenovo condividono concetti fondamentali come velocità, prestazioni e innovazione”, continua Rossi. “Ci sembrava quindi importante stringere un accordo in un mercato come il motorsport, che prevede di crescere del 10% annuo fino al 2025”. 

Quando il 28 marzo sfrecceranno in pista in Qatar, le rosse dei piloti Jack Miller e Pecco Bagnaia esibiranno il marchio di Lenovo, moltiplicato dai media televisivi e digitali.

Una moto da 50 sensori e 500 canali

Jack Miller Pecco Bagnaia Ducati Desmosedici Lenovo
I piloti Jack Miller e Pecco Bagnaia

In gara, la corsa contro il tempo non è solo quella del pilota che piega la moto in curva, ma riguarda anche l’elaborazione dei dati e gli interventi per migliorare le performance, in un mondo in cui tra il primo e il secondo posto spesso corre la frazione di un secondo. “Abbiamo quattro minuti per scaricare tutti i dati accumulati dai 50 sensori posizionati sulla moto che generano 500 canali di informazioni utili calcolati dal software”, racconta Gabriele Conti, electronic systems manager di Ducati Corse. “In questo tempo dobbiamo parlare col pilota e poi mettere a punto un pacchetto con migliaia di parametri che migliorano le performance della moto in tempo reale”.

La difficoltà sta proprio nel cucire addosso a ciascun pilota un modello tecnologico personalizzato, che funzioni con il suo stile di guida e la sua personalità. “Il pilota, quando è in pista, deve sentirsi comodo in questo abito fatto di dati, altrimenti il suo rendimento non sarà del 100%. Perché tutto funzioni è essenziale l’affidabilità dei computer che usiamo. Perdere un collegamento a pochi minuti dall’inizio significa non partire”, conclude Conti.

Jack Miller, il pilota di punta di Ducati, distingue tra talento e tecnica: “Il talento è un dono e viene concesso a molti piloti, ma rappresenta solo una delle tessere del puzzle che ti permette di vincere una gara. Con l’esperienza ho imparato a fare uso di altri strumenti per arrivare al risultato, come gli algoritmi che mi forniscono gli esperti”.

Le tecnologie Lenovo vengono usate in pista, ma anche nella progettazione dei motori e nell’aereodinamica, che per una moto resta un fattore essenziale. Il machine learning, utilizzato anche dai robot per non ripetere gli errori commessi in precedenza, come viene impiegato nel mondo delle corse? “Sono i piloti stessi il nostro machine learning”, commenta Konstantin Kostenarov, cto di Ducati motor holding. “L’analisi degli errori da parte dei nostri strumenti genera un algoritmo che indirizza la moto e il pilota verso la cosiddetta manovra perfetta”.

Tutta la tecnologia e la meccanica dispiegate in pista vanno ad aggiungere valore anche alle Ducati da strada. “Il radar è sicuramente una tecnologia che abbiamo migrato sui modelli in commercio”, prosegue Kostenarov. “Il controllo della piegatura in curva e quella delle impennate sono frutto dell’esperienza in corsa”.

Un milione di Pc al giorno e il SuperComputer Lenovo

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Luca Rossi, senior vice president di Lenovo

Luca Rossi espone dati eccellenti per il comparto dei pc. “Con il diffondersi dello smartworking, tutto il settore è tornato a fare numeri che non faceva da circa otto anni. Nel 2020 sono stati consegnati 300 milioni di computer, circa un milione al giorno”. Ma il manager italiano che guida la multinazionale mostra anche preoccupazione per il momento che il mondo sta attraversando. “L’Italia, che era rimasta un tantino indietro sulla diffusione del lavoro da remoto e sull’uso della rete per svariate attività imprenditoriali, ha recuperato egregiamente lo svantaggio in pochi mesi di pandemia, rispondendo con coraggio a una situazione drammatica e inedita”. 

Intanto Lenovo prosegue nella trasformazione da marchio cinese a brand globale. “Quella che stiamo costruendo è una case history interessante”, continua Rossi. “Anni addietro il mercato cinese aveva un peso maggiore. Oggi vediamo crescere un mercato allargato a Europa e Stati Uniti. Penso che nei prossimi anni sarà il tandem Cina-Europa a crescere in maniera sensibile”. 

Oltre ai pc, Lenovo è leader mondiale nella produzione di supercomputer, con 182 installazioni, nella classifica di Top500.org. Queste macchine con enorme capacità di calcolo sono a disposizione della ricerca scientifica per le grandi sfide che deve affrontare l’umanità: ricerca medica, studi su meteo e catastrofi naturali, modelli di previsione per diversi settori. 

Luca Rossi cita, per esempio, l’impegno del supercomputer in Germania, dove gli scienziati conducono simulazioni di terremoti e tsunami per prevedere con largo anticipo disastri naturali. È il caso del Super Muc-Ng, uno dei supercomputer più veloci al mondo, con 6.400 nodi di elaborazione basati su sitemi Lenovo ThinkSystem SD650.

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