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Via libera al Green Pass Europeo, il certificato digitale per viaggiare in Ue. Ecco come funzionerà

La key word dell’estate sarà senz’altro lei: green pass. Il certificato digitale sul quale i negoziatori di Parlamento, Commissione e Consiglio Europeo hanno trovato un accordo dopo giorni di intense trattative – e che sarà sul tavolo dei leader europei al vertice di lunedì 24 maggio e martedì 25 maggio prossimi. Il passaporto con il quale l’Europa dà un chiaro segnale di distensione e ritorno alla normalità, riaffermando il diritto alla libera circolazione nonostante la pandemia e in vista della stagione calda. I meno avvezzi alla lingua inglese lo potranno chiamare “certificato verde”, la sua funzionalità rimarrà la stessa: disponibile in formato digitale e cartaceo, avrà validità di dodici mesi, sarà operativo dal primo luglio e permetterà di spostarsi da un Paese all’altro dell’Unione Europea senza ulteriori adempimenti.

Come funziona il Green Pass? L’Eu Digital certificate Covid-19, questo il nome ufficiale del documento, attesterà se una persona è stata vaccinata contro il coronavirus o ha un risultato recente di test molecolare o antigenico negativo o è guarita dall’infezione. E l’intesa, trovata a livello europeo, permetterà proprio agli Stati membri di emettere certificati che saranno poi riconosciuti e accettati in ciascuno paese UE. Il documento infatti avrà un QR code, leggibile in tutti gli Stati membri, che darà la possibilità di accedere ad una piattaforma con i dati relativi ai singoli viaggiatori. E non è da confondere con il green pass nazionale, rilasciato in ambito regionale e valido solo sul territorio nazionale. L’Eu Digital Green Certificate verrà invece emesso da una piattaforma nazionale, alimentata con i dati trasmessi dalle Regioni.

Come si legge sul sito ufficiale del Ministero della Salute, il certificato non costituirà un prerequisito per la libera circolazione, che costituisce un diritto fondamentale nell’UE: anche i cittadini non ancora vaccinati potranno recarsi in un altro paese europeo. Il certificato verde digitale è inteso semplicemente ad “agevolare” la libera circolazione tra gli Stati membri, consentendo gli spostamenti senza ulteriori adempimenti, e a ridurre le falsificazioni dei certificati. In seguito all’adozione del Green Pass, i Paesi UE non potranno più imporre ulteriori restrizioni di viaggio (come la quarantena, l’autoisolamento o i tamponi) “a meno che tali misure non siano necessarie a salvaguardare la salute pubblica”.

Per venire incontro alle esigenze dei cittadini e alle richieste dell’Eurocamera sulla gratuità dei test, la Commissione europea si è impegnata a mobilitare a questo scopo almeno 100 milioni di euro. Una somma che garantirà un’accessibilità più estesa ai test rapidi soprattutto per i lavoratori frontalieri e quelli considerati essenziali. “Un passo importante per riavviare la libera circolazione nella Ue nel modo più sicuro possibile, fornendo chiarezza e certezza ai nostri cittadini” ha affermato la commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides. Un accordo trovato “in tempi record”, come dichiarato da Didier Reynders, “per salvaguardare la libertà di movimento di tutti”. E anche se alla fumata bianca fanno da contraltare le raccomandazioni del capo dell’Oms in Europa, Hans Kluge, secondo il quale “non è ancora sicuro riprendere i viaggi internazionali”, che a suo dire dovrebbero ancora essere evitati, la fine del tunnel e una speranza di ritorno alla libera circolazione appaiono oggi due obiettivi sempre più vicini.

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