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Le porcellane Ginori 1735 mandano segnali di rinascita: vendite record e +40% di fatturato

Rafforzato il posizionamento del brand, sviluppati i mercati nazionali e internazionali, dato slancio all’e-commerce, restaurata e ammodernata la vecchia manifattura anche con importanti investimenti, come quello per i nuovi cinque forni industriali appena arrivati (alcuni già in funzione, altri in fase di avviamento) per un investimento in tecnologie per quasi dieci milioni di euro. È questo il nuovo volto della manifattura Ginori 1735 di Sesto Fiorentino. Qui è nata per poi entrare, con acquisto all’asta nel 2013, nel portafoglio del gruppo francese del lusso Kering. Il dato principale: non più solo produttore di “bianco”, cioè di serviti di piatti di porcellana per la tavola che l’hanno resa famosa nel mondo, ma universo multiforme che spazia in vari comparti del lifestyle. Dall’arredo della casa, con tocchi fashion e importanti collaborazioni stilistiche, fino alla creazione di profumazioni d’ambiente come le candele.

I conti sono ancora in rosso ma la strada per la riscossa è ben chiara: la nuova frontiera dell’home decor piace al pubblico finale, come l’oggettistica di lusso che tanto piace al pubblico dei più giovani. «Vogliamo diventare un’azienda di lifestyle» hanno detto Alain Prost, presidente e amministratore delegato dall’autunno 2019, e Annalisa Tani, brand e product director di Ginori 1735, durante una visita aziendale che ha mostrato il restyling dello stabilimento e il nuovo showroom da mille metri quadrati attraverso un’estensione del brand e un tocco più fashion, più attuale e più digitale. «Il futuro di Ginori è in questa direzione e i progetti a cui stiamo lavorando, e che presenteremo al prossimo Salone del Mobile, lo dimostrano. Questa azienda sta rinascendo, abbiamo tanto lavoro e tanti nuovi prodotti». I segnali della rinascita ci sono tutti. Nei primi nove mesi dell’anno il fatturato è cresciuto del 40% rispetto allo stesso periodo 2019, cioè rispetto al pre-Covid, e ora la previsione è di consolidare la crescita grazie soprattutto a Usa e Cina che stanno diventando sempre più importanti. Se questo si avvererà il fatturato passerà dai 17,2 milioni di ricavi 2019 a quasi 24 milioni nel 2021. Ginori ha anche assunto venticinque persone negli ultimi mesi, che portano i dipendenti di Sesto Fiorentino a quota 240. Per il ritorno agli utili c’è da aspettare ancora qualche anno ma Prost è fiducioso: «Il fatto di avere all’interno dello stabilimento tutte le fasi di lavorazione, e di poter produrre tutto direttamente senza essere dei semplici assemblatori, ci dà una marcia in più rispetto agli altri competitors. Presto torneremo a fare utili”, dice con fiducia e positività Alain Prost, ceo con esperienze prima in L’Orèal, poi nel Gruppo Chantelle, in La Perla e ora in questa azienda del Kering Group.

“Qui si lavora con tanta passione. Ora voltiamo pagina” racconta Annalisa Tani, con esperienza di sette anni in Armani Casa al fianco del grande stilista prima di approdare in Ginori. “Il business con l’America e la Cina va bene, come pure il mercato italiano è in ripresa e lo testimonia l’interesse dei nostri tanti rivenditori che apprezzano l’unione di tradizione e modernità. Molto lavoro viene fatto completamente a mano da artisti del pennello direttamente qui dentro la manifattura e la richiesta di pezzi unici è crescente”. Nello spazio polifunzionale c’è una parte dedicata alla storia del brand, una all’esposizione delle ultime collezioni, alle fragranze d’ambiente di La compagnia di Caterina (LCDC), una sala showroom, vari laboratori esperenziali e vicino il nuovo Factory Store aperto anche al pubblico per la vendita di fine serie e di seconde scelte ma di pregio. “Sul mercato italiano siamo ben sopra ai dati del 2019”, dice Prost. “E va bene anche l’e-commerce che abbiamo aperto due anni fa: da allora oggi fattura cinque volte di più, arrivando al 10% del fatturato. Fra poco apriremo il negozio di Parigi in Faubourg St.Honorè, per ora in Italia siamo a Milano e a Firenze, all’estero a Mosca”.

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