Paolo Merloni Ariston
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Da Fabriano a Piazza Affari: dopo 91 anni di storia Ariston sbarca in Borsa

Il 13 settembre 1981, allo Stadio Comunale di Torino, il marchio Ariston compariva per la prima volta sulla maglia della Juventus in una partita di Serie A. Dopo quel 6-1 al Cesena, la scritta bianca su sfondo nero sarebbe rimasta ancora per otto stagioni e avrebbe accompagnato coppe e scudetti dell’era di Platini e Scirea. Quarant’anni più tardi, Ariston si prepara a un altro debutto: quello a Piazza Affari.

È stata fissata infatti per il 26 novembre la quotazione della società alla Borsa di Milano. Già domani, 18 novembre, si aprirà l’offerta pubblica iniziale. Il prezzo fissato è tra i 10,25 e i 12 euro ad azione e corrisponde a una capitalizzazione di mercato fra i 3,375 e i 3,9 miliardi di euro.

“La cifra testimonia il successo ottenuto finora dal gruppo”, ha affermato il presidente esecutivo, Paolo Merloni. “Una valutazione che ha la sua base nei solidi fondamentali di mercato, nel profilo globale nel settore del riscaldamento e dell’acqua calda sanitaria, nel portafoglio di prodotti e servizi rinnovabili e ad alta efficienza, nella comprovata crescita organica e delle acquisizioni compiute negli ultimi anni”.

Una storia lunga 91 anni

La Ariston che approderà in Borsa la prossima settimana, in realtà, è un’azienda ben diversa da quella che sponsorizzava la Juventus negli anni ‘80. Con un legame rappresentato dai Merloni, che ne conservano la guida e sono arrivati alla terza generazione di imprenditori.

Il marchio fu creato nel 1960 da Aristide Merloni, che trent’anni prima aveva dato vita alle Industrie Merloni e aveva iniziato a costruire bilance a Fabriano, in provincia di Ancona. Il nome apparve su cucine, scaldabagni, lavatrici, lavastoviglie e frigoriferi. Aveva una doppia radice: da un lato il nome del fondatore, dall’altro il termine greco che significa “il migliore”.

Dopo la morte di Aristide Merloni, avvenuta nel 1970, il gruppo fu spartito tra due figli. A Francesco andò la divisione Merloni Termosanitari, che all’epoca si occupava soprattutto di scaldaacqua e, in seguito, si sarebbe allargata a caldaie e pompe di calore. A Vittorio toccò invece la Merloni Elettrodomestici, che nel 1985 fu la prima azienda italiana a lanciare un elettrodomestico con un nome femminile: la lavatrice Margherita.

Michel Platini
Ai tempi di Michel Platini, Ariston era sponsor di maglia della Juventus (foto Mike King/Allsport/Getty Images)

I cambi di nome (e di destini)

La Merloni Elettrodomestici cambiò nome in Indesit Company nel 2005. La Merloni Termosanitari è invece diventata Ariston Thermo Group nel 2009 e Ariston Group poche settimane fa.

Più ancora dei nomi, però, a divergere sono stati i destini delle due divisioni. Quella degli elettrodomestici è stata travolta dalla Grande recessione ed è stata ceduta a Whirlpool nel 2014. Quella dei termosanitari ha iniziato invece ad allargare il suo giro d’affari con una serie di acquisizioni. Tra queste, una delle più importanti è stata, nel 2016, quella di Nti, uno dei principali produttori di caldaie per uso domestico e commerciale del Nord America.

Oggi Ariston Group ha circa 7.400 dipendenti, 23 siti produttivi e 25 centri di ricerca e sviluppo nel mondo. Nel 2020 ha venduto 7,5 milioni di prodotti e, nell’anno che è andato dal quarto trimestre del 2020 al terzo del 2021, ha registrato ricavi per 1,947 miliardi di euro.

“Finora siamo riusciti a gestire bene la forte inflazione delle materie prime e le pressioni sulla catena di approvvigionamento globale”, ha detto Paolo Merloni. “Allo stesso tempo abbiamo continuato a investire nella futura crescita organica e preparato il lancio della nuova generazione di pompe di calore”.

Ariston oggi

Ariston quartier generale
La sede Ariston a Fabriano, in provincia di Ancona (foto Ariston Group)

Francesco Merloni, parlamentare democristiano per sette legislature e ministro del Lavori pubblici per i governi Amato e Ciampi, ha oggi 96 anni e conserva la carica di presidente onorario. Dieci anni fa ha consegnato invece quella di presidente esecutivo al figlio Paolo.

Nel 2021 Forbes ha incluso Ariston nella lista World’s Top Female Friendly Companies, la classifica delle imprese che meglio sostengono le donne. Forbes e Statista hanno chiesto a 85mila donne di 40 paesi di valutare i loro datori di lavoro in base a criteri come l’uguaglianza degli stipendi, i congedi di maternità e la rappresentanza femminile ai vertici.

Ariston in Borsa

L’offerta pubblica iniziale si concluderà il 24 novembre e sarà riservata agli investitori istituzionali. Ariston prevede proventi lordi per circa 300 milioni di euro, che intende usare per “sostenere e sviluppare la crescita, investire e accelerare la crescita organica e per finanziarie acquisizioni societarie, di tecnologie e di diritti di proprietà intellettuale”.

Un’offerta secondaria vedrà poi la vendita di azioni da parte dei soci Merloni Holding e Amaranta, che dovrebbero raccogliere più di 500 milioni. Il flottante dovrebbe essere tra il 23,23 e il 26,6%.

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