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La startup che ha democratizzato l’accesso alle cure psicologiche grazie al digitale

Articolo tratto dal numero di dicembre 2021 di Forbes Italia. Abbonati!

Partire con un capitale sociale di cinquemila euro e ritrovarsi due anni dopo con un’azienda che è cresciuta dell’8.300% e che dà lavoro all’1% di un’intera categoria professionale nazionale. Non è una storia che si sente spesso nel mondo delle startup. In un mondo in cui il tasso di fallimento è compreso tra il 70 e il 95%, trovare una realtà che riesca a fare salti quantici in così poco tempo è raro, tanto più senza investimenti esterni a sei zeri.

Il caso di Unobravo, servizio di psicologia online fondato nel 2019 da Danila De Stefano, è emblematico di come, per rivoluzionare un intero settore professionale, ci voglia non solo una buona intuizione, ma soprattutto un’esecuzione in grado di trasformare una semplice idea in un’impresa di successo. Unobravo è una startup che in soli due anni dalla sua nascita è diventata un’azienda che si regge sulle proprie gambe e che dà lavoro a più di mille persone, tra psicologi e core team. Il servizio è semplice: attraverso il sito web e un innovativo algoritmo proprietario di matching, ogni utente viene abbinato allo psicologo più adatto a sostenerlo sulla base delle proprie esigenze e preferenze. Attraverso una piattaforma digitale, psicologi e pazienti, potranno poi gestire gli appuntamenti ed effettuare le sedute con il massimo della privacy.

Il segreto di questo business? “Non ce n’è uno solo”, dice Danila. “A determinare la nostra evoluzione ci sono stati più fattori. Innanzitutto un modello di business semplice ed efficiente, e poi una profonda attenzione rivolta all’ottimizzazione di tutte le operazioni”. E nonostante molti imprenditori oggi abbiano deciso di aggredire questo stesso segmento di mercato, c’è un altro elemento che gioca a favore di Unobravo: Danila nasce psicologa e conosce bene il mondo della psicologia in Italia. “Nel nostro Paese, a livello pubblico, non ci sono investimenti a favore della nostra categoria. Gli psicologi sono molti e c’è tanta competizione”. Insieme a Corena Pezzella e Valeria Fiorenza Perris, psicologhe e collaboratrici fin dall’inizio, e Gregorio Diodovich, ingegnere, ha unito le competenze cliniche alla tecnologia.

Se oggi Unobravo dà lavoro all’1% dei 100mila psicologi italiani iscritti all’Albo e i suoi collaboratori ricevono un compenso medio tra i 20 e i 40mila euro annui, in base al numero di ore lavorate (da confrontare con i 1.013 euro di stipendio medio netto al mese del resto degli psicologi italiani, secondo il consorzio interuniversitario Almalaurea) in parte è proprio grazie al know-how che Danila e il suo team riversano nell’attività. “Lo psicologo guadagna di più e i pazienti ricevono un servizio di eccellenza a un prezzo calmierato, con il primo incontro conoscitivo gratuito che li aiuta a familiarizzare con la tecnologia di Unobravo”. Oggi l’aspetto economico e la flessibilità della terapia online sono due aspetti chiave nella crescita di Unobravo. Ai quali va aggiunta anche la funzionalità di un servizio che, prima della trasformazione digitale degli ultimi due anni, avrebbe incontrato un po’ di scetticismo.

Il Covid-19 è stato un acceleratore in tal senso: ha messo in condizione utenti e psicologi di usufruire di servizi che fino ad allora erano svolti solo in presenza. Ma un’accelerazione senza un’innovazione integrata in tutti i processi dell’azienda non sarebbe stata sufficiente per portare Unobravo a raggiungere questi traguardi. Anche l’impatto sociale della startup è forte, grazie anche a una presa di responsabilità rispetto al proprio ruolo all’interno della comunità e all’impegno per l’abbattimento dello stigma sui temi di salute mentale e per la normalizzazione dell’accesso alle cure psicologiche. Insomma, la terapia online funziona, grazie anche ai vantaggi del digitale. “Si verifica quello che chiamo ‘effetto schermo’: il paziente si apre più velocemente se parla dal proprio pc. Ha meno freni inibitori”. La creazione di un clima di intimità e fiducia permette l’instaurarsi di una solida alleanza terapeutica tra paziente e psicologo, fondamentale per un percorso di terapia efficace.

I numeri le danno ragione: da giugno 2020 a fine 2021 l’azienda è passata da dieci a mille psicologi, da 140 a 15mila pazienti, da 300 sedute al mese a 25mila sedute al mese. Una crescita tale da richiedere l’espansione del core team da quattro a 60 persone. Inoltre, da progetto solo b2c ha iniziato a coinvolgere partner in ottica b2b, tra cui organizzazioni come Cdp, Ifom, Ikea, Eudaimon, Italgas, Rohlig, Fintecna. Tutte partnership che si concretizzano in forme diverse, dalla terapia classica per il dipendente che lo desideri ai focus group, passando per percorsi di empowerment su temi come la dipendenza da tabacco o la prevenzione di disturbi per la mente e il corpo. “Le difficoltà spesso nascono sul luogo di lavoro e il benessere dei collaboratori, in questo caso, è una responsabilità condivisa anche dall’azienda, non solo del singolo”.

Unobravo è nata grazie all’intuizione e all’intraprendenza di Danila che ha fatto fruttare i cinquemila euro di capitale sociale che ha messo da parte durante i suoi anni da psicologa. Un investimento che ha permesso, in un circolo virtuoso, di creare un’azienda sana e autosostenibile che porta benessere al consumatore e anche ai collaboratori stessi. Gli psicologi Unobravo, infatti, hanno la possibilità di crescere dal punto di vista lavorativo e personale: sono liberi professionisti, ma con il supporto di un’azienda alle spalle, che offre oltre a opportunità di formazione ed empowerment professionale continue, servizi di yoga, fitness online gratuiti e momenti di ritrovo dal vivo. Un elemento distintivo, rispetto agli altri marketplace che operano in questo segmento. “Per noi il clima di fiducia e di stima è un asset fondamentale”, dice. Su queste basi Danila sta costruendo il futuro della sua azienda anche oltre i confini italiani. “Siamo in fase di test in Spagna, e quello sarà probabilmente il primo mercato in cui ci espanderemo”. E poi l’aggiunta di servizi on demand con nutrizionisti, psichiatri e personal trainer. In fase di sperimentazione anche meditazioni guidate e terapie di gruppo tematiche, per abbracciare il paziente a 360 gradi e ‘digitalmente’.

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