Gli effetti della Riforma Renzi
L’istituto valtellinese ha opposto per anni una decisa resistenza di fronte alla Riforma Renzi che nel 2015 obbligava tutte le popolari a trasformarsi in spa a distanza massima di 18 mesi. La piccola cooperativa quotata in Borsa – decisa a conservare il voto capitario – ha rappresentato infatti un’anomalia nel panorama bancario italiano ed europeo. Pur di non trasformarsi aveva percorso tutti i gradi di giudizio e aveva persino visto nascere un Comitato ad hoc a difesa della sua autonomia e della sua indipendenza. Una prova di forza e di attaccamento ai valori del territorio, per alcuni, di mera difesa di privilegi, per altri.
Un caso internazionale
Il caso era diventato di portata internazionale e aveva scatenato diverse polemiche quando recentemente il presidente di Consob, Paolo Savona, in un messaggio privato pubblicato per errore sul sito del Comitato per l’Autonomia e l’Indipendenza di B.P.S aveva scritto: “Quando la qualità che tu invochi si disgiunge dalla quantità (il voto) la democrazia entra in crisi ed emergono i sintomi latenti della dittatura, come quella nella quale viviamo ai giorni nostri. Non credo di doverti spiegare il concetto”. I sindacati e alcuni politici, tra cui Matteo Renzi, avevano chiesto una riflessione di Consob sul tema se non addirittura un passo indietro di Savona. Quest’ultimo era stato costretto a pubblicare una nota per spiegare e addolcire le sue parole.
Il calcio d’inizio al risiko bancario
La trasformazione in spa permetterà non solo a fondi come Amber capital – già azionisti della banca – di contare in base al numero di azioni di cui sono in possesso, ma anche di diventare una banca veramente contendibile. E quindi di dare il calcio d’inizio al risiko bancario italiano che da troppo tempo stenta a partire. Non va dimenticato che il primo azionista con quasi il 10% è Unipol. La compagnia assicurativa potrebbe aumentare la sua quota e vedere la Sondrio come il perno del terzo polo bancario nazionale che Bper sta pensando di costruire. L’istituto emiliano guidato da Piero Montani (di cui Unipol è il principale azionista) ha avanzato un’offerta per Carige e potrebbe al contempo dirigersi anche su Sondrio, suo storico partner assicurativo. Si vedrà. Fatto sta che l’assemblea dei soci di domani rappresenta un deciso spartiacque e proietta la banca valtellinese verso un futuro sicuramente più ignoto ma anche più aperto al mercato.
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