Netflix
Business

Netflix corre ai ripari: l’introduzione della pubblicità potrebbe già arrivare entro l’anno

Netflix corre ai ripari e, dopo la diffusione dei dati sul primo trimestre del 2022 di qualche settimana fa, pensa di anticipare l’introduzione della pubblicità entro la fine del 2022, diversamente da quanto originariamente indicato.

Secondo quanto riferito dal New York Times infatti, Netflix potrebbe ricorrere alla pubblicità entro la fine dell’anno, più nello specifico “negli ultimi tre mesi dell’anno”. L’indiscrezione sarebbe stata condivisa al NYT da due dipendenti della piattaforma streaming che hanno preferito rimanere anonimi. Ma non solo. Sempre entro la fine del 2022, Netflix starebbe pensando di aumentare il prezzo per chi decide di condividere il proprio account.

La notizia arriva un mese dopo l’annuncio che ha suscitato polemiche: ad aprile Netflix ha rivelato infatti che avrebbe iniziato a offrire un abbonamento a un prezzo inferiore con l’introduzione di annunci pubblicitari. La società anni fa aveva dichiarato pubblicamente che sulla piattaforma di streaming non sarebbero mai comparsi gli spot pubblicitari.

Il calo degli abbonati preoccupa

Dopo i risultati del primo trimestre del 2022, la scelta di Netflix sembra l’unica soluzione possibile per frenare la crisi. Nell’annunciare i guadagni del primo trimestre del mese scorso, infatti, Netflix ha dichiarato di aver perso 200.000 abbonati nei primi tre mesi dell’anno – la prima volta in un decennio – e di prevedere di perderne altri due milioni nei mesi a venire. Dopo questo annuncio, il prezzo delle azioni di Netflix è diminuito drasticamente, spazzando via circa 70 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato dell’azienda.

E se il fatturato si è attestato a 7,9 miliardi di dollari, comunque in crescita del 10% rispetto al corrispettivo del 2021, tuttavia l’utile netto, pari a 1,6 miliardi di euro, è stato inferiore a quanto registrato nel primo trimestre del 2021, quando si attestava a 1,7 miliardi di euro.

Inizialmente, Reed Hastings, co-amministratore delegato di Netflix, aveva annunciato agli investitori che la società avrebbe esaminato la possibilità di introdurre una piattaforma supportata dalla pubblicità e che avrebbe cercato di capirlo “in un anno o due”. Le cose sembrano richiedere però tempi diversi e l’intervento sembra essere necessario entro la fine del 2022.

Il confronto con HBO e Hulu

Netflix offre una varietà di abbonamenti per l’accesso allo streaming; il suo piano più popolare costa 15,49 dollari al mese. Il nuovo livello supportato dalla pubblicità avrà un costo inferiore. Altri servizi di streaming hanno piani simili. HBO Max, per esempio, offre un servizio senza pubblicità per 15 dollari al mese e addebita 10 dollari al mese per il servizio con pubblicità. In Italia Netflix costa 7,99 € al mese per il Piano Base (1 solo account), 12,99 € al mese per il Piano Standard e 17,99 € al mese per il Piano Premium.

I dirigenti di Netflix parlando dei loro concorrenti, hanno affermato che sono stati in grado di “mantenere standard alti offrendo al contempo un servizio supportato dalla pubblicità”. Si cerca inoltre di giustificare questa scelta attraverso il confronto con i competitor: “Tutte le principali società di streaming”, si legge nella nota riportata dal NYT, “esclusa Apple, stanno per annunciare o hanno annunciato un nuovo tipo servizio supportato dalla pubblicità”.

Netflix, secondo una fonte nel NYT, ragiona anche sulla possibilità di esternalizzare la gestione della pubblicità, anche con una società chiamata The Trade Desk, che aiuta gli inserzionisti a pubblicare annunci su varie piattaforme abilitate a Internet. Tra i membri del cda di Trade Desk c’è David Wells, l’ex cfo di Netflix. Dopo l’annuncio di Netflix i contatti tra la società e Wells sembrano essersi intensificati.

Abbonamenti condivisi più cari

Ma la notizia che potrebbe creare più malumore tra gli utenti è un’altra. Il mese scorso, Netflix ha anche annunciato la volontà di addebitare prezzi più alti agli abbonati che condividevano il proprio account con più persone.

“Se hai una sorella che vive in una città diversa e vuoi condividere Netflix con lei, è fantastico”, ha detto Greg Peters, coo di Netflix. “Non stiamo cercando di interrompere quella modalità di condivisione, ma chiederemo di pagare un po’ di più per poterlo fare”. Inizialmente Peters aveva affermato che la società avrebbe atteso un anno sul tema della condivisione delle password prima di implementare un piano. Anche in questo caso le cose saranno accelerate.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .