Bernard-Arnault
Lifestyle

Dall’eleganza di Arnault alle fantasie eccentriche di Bezos: come si vestono le persone più ricche del mondo

Che si tratti di una riunione di lavoro o di una cena romantica, è sempre importante mantenere un certo equilibrio tra la nostra persona e il nostro outfit. Questo ci aiuterà a eccellere nel mondo del lavoro e determinare il successo di un progetto. Del resto, partire da sé stessi è spesso la migliore delle azioni. Per spiegare come farlo, abbiamo chiesto qualche consiglio a Rossella Migliaccio, esperta di immagine, imprenditrice e autrice del testo Armocromia.

La pandemia ha stravolto gli schemi della moda. Cosa è cambiato?

Si dice che la pandemia abbia accelerato tanti fenomeni. Ed è vero. Non è più la moda a essere al centro ma è l’individuo, con la sua consapevolezza e le sue abitudini, a scegliere quello che la moda propone. Per questo, bisogna partire dalle nostre caratteristiche in termini di forme e colore per valorizzarci al meglio.

Anche i brand più tradizionali hanno avuto questa intuizione?

Certo. Un esempio è la collaborazione tra Gucci e North Sales. Le sneaker un tempo erano relegate all’ambito sportivo, mentre oggi la scarpa da ginnastica ha una sua dignità al pari di altri stili. 

Che fine ha fatto il dress code?

La moda è espressione della società in cui viviamo. Negli ultimi anni sono cambiati radicalmente gli schemi sociali e di conseguenza anche l’abbigliamento. In passato, in ambito lavorativo tutto quello che era più casual veniva considerato poco rispettoso, ma con il tempo il dress code si è allentato anche nelle situazioni più formali. Oggi i fenomeni come la body positivity, il me too o le battaglie sul clima hanno dato una direzione completamente diversa.

Come vestiamo oggi? Quali sono le nostre abitudini?

Vogliamo per lo più un abbigliamento comodo e sportivo. Ma se da un lato, nel quotidiano, siamo pigri e la tendenza è di sentirsi più comodi che mai, dall’altro c’è la voglia di fare e strafare: uscire è un’occasione speciale e non rinunciamo a sfoggiare il nostro abito più carino. È il momento giusto per rivedere con occhi nuovi il nostro guardaroba, fare ordine, capire su cosa puntare, se tutto quello che abbiamo nell’armadio è effettivamente utile e riflettere sul fast fashion. Il consumismo folle è arrivato al pettine. Meglio tornare al capsule wardrobe: puntare su pochi capi di qualità anziché sulla quantità.

 Ci sono dei nomi conosciuti che possiamo usare come modello?

Ce ne sono diversi, anche istituzionali. Il primo è Christine Lagarde: ha uno stile molto riconoscibile, studiato e curato, anche se decisamente sobrio e coerente con il suo ruolo. Allo stesso tempo, porta avanti non solo l’ideale dell’eleganza francese, ma si fa anche portavoce degli stessi brand francesi indossando, per esempio, i tailleur Chanel, le borse Hermès, le scarpe Louboutin. Sono tutti marchi importanti, indossati però con discrezione e, soprattutto, sono marchi francesi grazie ai quali Christine si fa portavoce di quello stile di vita e di quell’eleganza. 

È nella classifica Forbes delle donne più potenti. Lo è anche Kamala Harris.

Kamala Harris ricopre il più alto ruolo politico in America dopo quello del presidente, Joe Biden. Ciò che indossa rispecchia alla perfezione la sua posizione ma con un twist che la rende vicina a noi donne comuni. Ci sono i tailleur d’ordinanza, per lo più giacca e pantalone, ma non disdegna jeans e sneaker. Le ha indossate anche sulla cover di Vogue America, che ha fatto nascere qualche polemica per la sua connotazione informale.

Esempi maschili, invece? 

C’è il fondatore di Amazon, Jeff Bezos. Lui era ben diverso agli esordi, dobbiamo ammettere che negli anni ha subìto una vera e propria metamorfosi, probabilmente frutto di un sapiente lavoro di consulenza d’immagine che si può notare non solo in termini di guardaroba ma anche di fisico, ora più allenato. Da camicie e pantaloni poco valorizzanti è passato a jeans e polo abbinati a giacche in pelle. Non ha certo abbandonato i completi e le camicie, ma si è liberato della cravatta in molte occasioni, anche in quelle istituzionali, osando con giacche colorate dalle fantasie eccentriche.

Nella stessa lista c’è anche Elon Musk, il fondatore di Tesla.

Anche lo stile di Musk come lo conosciamo oggi è frutto di una metamorfosi molto simile a quella di Bezos. E anche per lui il risultato è un guardaroba deciso e riconoscibile. Quando non lo vediamo in giacca e cravatta veste quasi sempre di nero, ama le T-shirt girocollo e i capispalla in pelle, che abbina spesso a stivaletti e anfibi in stile combat.

Tra i nomi degli uomini più potenti, c’è anche il patron del lusso Arnault.

A distaccarsi dai primi due esempi è Bernard Arnault. Il magnate a capo del gruppo Lvmh incarna alla perfezione l’idea di uomo d’affari radicata nell’immaginario comune. Sempre con degli impeccabili completi sartoriali, ai quali abbina camicia e cravatta oppure, in linea con le mode del momento, dolcevita e maglieria ton sur ton. Un esempio di quell’eleganza che non si può comprare.

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