Roberto Crippa
Business

Dentro Technoprobe, l’azienda di Lecco da cui dipende la produzione mondiale di semiconduttori

Cernusco Lombardone, quattromila abitanti in provincia di Lecco, 267 metri sopra il livello del mare. Chi direbbe mai che la produzione mondiale dei semiconduttori dipende proprio da questo paesino? Ebbene è qui, in quella che viene definita la Silicon Valley italiana, che ha sede Technoprobe, multinazionale specializzata in microelettronica di precisione.

Tecnhoprobe occupa una nicchia di mercato quasi sconosciuta, ma fondamentale per la maggior parte dei settori industriali. Produce infatti le probe card, interfacce che servono a testare i chip presenti nei dispositivi elettronici.

Per capire meglio di che cosa si tratta, si provi ad immaginare un macchinario che deve essere collaudato attraverso un altro apparecchio. Le probe card fungono da collegamento tra i due sistemi: sono schede elettroniche che mettono in comunicazione i chip con la macchina che poi esegue poi il test. “Immaginate la stampante e le cartucce: noi facciamo le cartucce, la stampante invece è la macchina di testing”, sintetizza Roberto Crippa, general manager di Technoprobe e figlio di Giuseppe, il fondatore.

La storia di Technoprobe

Roberto ha visto nascere la società nel 1996, dal garage della casa di famiglia di Merate, e ne ha vissuto la crescita fino a giorni nostri. “Il momento di svolta è arrivato nel 2012”, racconta. “Avevamo un solo cliente e il nostro prodotto non era competitivo. Durante un incontro con un manager di Singapore ci venne data l’ultima possibilità per consegnare qualcosa che funzionasse alla perfezione. Fortuna volle che qualche anno prima avessimo investito in una tecnologia che sarebbe stata pronta per la produzione proprio nel 2012. Questo nuovo prodotto registrò prestazioni eccezionali e ci permise di affermarci. Da quel momento in poi siamo riusciti a espanderci fino a diventare la realtà di oggi”. Cioè un’azienda con undici sedi nel mondo, 2.500 dipendenti e un fatturato che nel 2021 ha raggiunto i 392 milioni di euro.

La crisi dei semiconduttori

Ora il futuro pone a Technoprobe nuove sfide. La prima riguarda la crisi dei semiconduttori. “Quest’anno il mercato sta andando ancora forte, ma non siamo fiduciosi per il 2023”, ammette Crippa. “Per fortuna il nostro fatturato non è legato solo ai volumi, ma anche alla complessità delle probe card”. I chip presenti nei dispositivi elettronici diventano infatti sempre più articolati: “Di conseguenza, anche le interfacce di collaudo sono più complicate da realizzare. Ciò comporta un aumento del prezzo”.

La carenza di personale tecnico qualificato

Per far fronte alle sempre maggiori richieste, Tecnhoprobe, nel corso degli anni, ha assunto un gran numero di tecnici e ingegneri. Proprio in questo ambito, però, si presenta la sfida più difficile per il futuro della società: la carenza di personale tecnico qualificato. Il forte processo di digitalizzazione e automazione in corso sta provocando un’altissima richiesta di figure professionali e l’offerta non riesce a soddisfare la domanda. “Nella provincia di Lecco, ogni anno si iscrivono alle scuole superiori 3.200 ragazzi”, spiega Crippa. “Di questi, solo 100 scelgono gli istituti tecnici, da cui escono figure specializzate in meccanica, informatica ed elettronica”.

La prima causa è culturale. In Italia c’è ancora la convinzione che scuole di questo tipo siano di serie B, buone solo per chi non ha davvero voglia di studiare. “Lo stesso vale per il lavoro in fabbrica, del quale si ha una visione antica. Ma adesso qui si sviluppano software e si svolgono professioni ultra qualificate. Lo stipendio di un tecnico ingegnere è decisamente interessante”.

Il secondo problema è che, se anche un ragazzo vuole intraprendere questa carriera, le scuole a disposizione sono poche: “Anno dopo anno gli istituti tecnici continuano a diminuire. Spesso uno studente che desidera percorrere questa strada viene frenato dalla distanza . Per non dover passare tre ore sui mezzi pubblici tutti i giorni, sceglie la scuola più vicina”.

Il nuovo accordo sindacale

Per avvicinare i ragazzi alle professioni tecnologiche, Technoprobe sta investendo nella formazione sul territorio. “Insieme a Confindustria, alla provincia di Lecco e alla Camera di Commercio stiamo lavorando all’apertura di un nuovo istituto tecnico nella zona”, racconta ancora Crippa. “Siamo riusciti a lanciare una classe di elettronica in un liceo”.

Per attirare invece nuove figure professionali, l’azienda sta puntando sulla flessibilità. A questo proposito, Tecnhoprobe ha da poco firmato con i sindacati di categoria un nuovo accordo che permette ai dipendenti di conciliare meglio la vita professionale con quella privata. “Abbiamo ridotto le ore lavorative per un totale di un mese all’anno, a parità di condizioni economiche. Questo è possibile proprio perché l’automazione e la digitalizzazione permettono di aumentare la produttività riducendo l’orario di lavoro”. Perché il mondo, conclude Crippa, sta cambiando. “A causa del continuo progresso, in futuro non ci sarà occupazione per tutti. A mio avviso lavoreremo tutti di meno a parità di stipendio. Noi stiamo già seguendo questa via”.

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