Airbnb Adsi dimore storiche
Cultura

Airbnb dona un milione di euro per restaurare le dimore storiche italiane

Fino a 150mila euro per restaurare dimore storiche o convertirle all’ospitalità. L’Associazione dimore storiche italiane (Adsi), che riunisce i proprietari degli immobili, ha lanciato un bando reso possibile da una donazione di un milione di euro di Airbnb. Un’iniziativa che, si legge nel comunicato, vuole “sostenere il patrimonio storico culturale del nostro Paese, custodirne e conservarne le bellezze e renderle sempre più accessibili”.

Il bando di Adsi

Il bando prevede l’assegnazione di contributi da 25mila a 150mila euro per convertire dimore storiche di proprietà privata all’ospitalità, oppure per restaurare o migliorare i servizi di quelle già convertite.

Le candidature saranno valutate da una commissione. I membri dovranno tenere conto anche dell’eventuale posizione in zone terremotate o borghi, della potenziale diversificazione di flussi verso località con meno di tremila abitanti e prive di strutture ricettive, del sostegno alla produzione agricola collegata all’immobile, dell’accessibilità, delle possibili sinergie, delle possibilità di innovazione e dell’impatto sui giovani.

Le dimore storiche su Airbnb

Le prenotazioni di dimore storiche su Airbnb, nella prima metà del 2022, sono più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2019, ultimo anno pre-pandemia. Ed è aumentato di più del 50% il numero di host in una categoria che, si legge nel comunicato di Adsi e Airbnb, rappresenta “una delle principali risorse per la ripresa del turismo internazionale e la dispersione del turismo”.

Più del 90% delle dimore storiche presenti sulla piattaforma, infatti, si trova in zone rurali o poco popolate. E a frequentarle sono soprattutto turisti stranieri, che viaggiano in coppia e si trattengono per almeno sette giorni. In media, il tasso di soddisfazione degli utenti è altissimo: il 94% assegna una valutazione di cinque stelle.

“Le dimore storiche, oltre a rappresentare un importante asset per il turismo, ricoprono un ruolo fondamentale nella diversificazione dei flussi”, afferma Giacomo Trovato, country manager di Airbnb in Italia. “Incentivano i viaggiatori a percorrere sentieri meno battuti per godere delle bellezze del patrimonio italiano. La possibilità di estendere questa esperienza al soggiorno potrebbe permettere di compiere un salto di qualità a diverse destinazioni rurali o borghi”.

“Il più grande museo diffuso d’Italia”

Il presidente nazionale di Adsi, Giacomo di Thiene, ha definito l’insieme delle dimore storiche “un museo diffuso. Una rete distribuita in modo capillare sul territorio che genera lo stesso numero di visitatori dei musei nazionali e costituisce il patrimonio del Paese al pari dei beni culturali pubblici”. Le dimore storiche, secondo Di Thiene, “molto spesso non ricevono però un adeguato sostegno da parte delle istituzioni locali e nazionali, che lasciano ai soli proprietari l’incombenza del mantenimento”.

Secondo i dati dell’Osservatorio sul patrimonio culturale privato, promosso dalla Fondazione Bruno Visentini, in Italia si trovano circa 37.700 immobili storici privati. Il 54% è in comuni con una popolazione inferiore ai 20mila abitanti, il 26% in centri con meno di cinquemila. I potenziali utilizzi comprendono le visite, l’organizzazione di eventi, l’accoglienza, la promozione delle specialità enogastronomiche.

“Grazie al contributo di Airbnb, l’onere del mantenimento sarà più facile da fronteggiare”, ha aggiunto Di Thiene. “Le risorse permetteranno di creare opportunità di lavoro, di tramandare tradizioni, arti e mestieri, di incentivare le produzioni territoriali e di riscoprire tecniche artigiane dal sapore antico, che altrimenti rischiano di scomparire”.

30mila dimore storiche

Per renderle più visibili e facilitare la prenotazione, Airbnb ha introdotto in estate la categoria ‘Dimore storiche’ sulla sua piattaforma in Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito. La sezione conta circa 30mila alloggi, di cui novemila in Italia.

La collaborazione tra Airbnb e Adsi ha portato anche alla nascita della Heritage Academy, un programma di formazione dedicato ai soci o ai proprietari di dimore storiche che vogliono diventare host e sfruttare le possibilità della piattaforma.

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