Filippo Surace Cube Labs
Small Giants

Dalla teoria alla pratica: la storia dell’incubatore che trasforma la scienza italiana in soluzioni

Articolo tratto dall’allegato Small Giants del numero di settembre 2022 di Forbes Italia. Abbonati!

Di Giacomo Spotti

Sempre in movimento e in continua evoluzione, guardando al futuro. La holding industriale Cube Labs è il primo venture builder nello spazio tecnologico sanitario in Italia, creato per trasformare la scienza italiana pionieristica in soluzioni sanitarie globali. Con il suo modello di venture building si pone in una posizione di leadership nel nostro Paese, diventando di respiro paneuropeo attraverso la creazione di sussidiarie locali.

“La capacità di sviluppare progetti di ricerca accademica tramite competenze di mercato, siano esse legali, regolatorie o di marketing, tanto per citarne alcune, rimane la sfida nell’attività che svolgiamo quotidianamente”, commenta Renato Del Grosso, cofondatore e chief strategic officer. Del Grosso, che vanta un passato di quasi 18 anni in multinazionali americane del farmaco e medicali, vede nel rapporto con il mondo industriale la chiave di volta dello sviluppo degli spin out in portafoglio. “Sapere con precisione cos’è di interesse per il mercato consente di indirizzare gli investimenti verso una direzione che vede già uno o più potenziali clienti. Le modalità di collaborazione con l’industria si sono moltiplicate nell’arco degli ultimi anni da progetti di open innovation, corporate venture capitals, programmi di co-sviluppo e accordi di trasferimento tecnologico”.

Una questione di mentalità

“Anche dal punto di vista economico e finanziario, lavorare con società early stage richiede un mindset e l’utilizzo di strumenti specifici per creare valore”, aggiunge Massimo Fiocchi, cofondatore e cfo. “La mia esperienza di oltre vent’anni come consulente, dottore commercialista, componente di consigli di amministrazione e di collegi sindacali mi consente di dare ai numeri di bilancio una lettura che va oltre i meri aspetti contabili. Le società in fase di scale up richiedono un approccio strutturato alla finanza per la crescita. Negli ultimi anni ci sono state normative che da un lato hanno favorito gli investimenti in startup e pmi innovative, dall’altro hanno offerto la possibilità di rivalutare in bilancio partecipazioni e asset intangibili che costituiscono il principale valore delle società tecnologiche”.

Per poter operare su mercati internazionali ed espandere il proprio network, Cube Labs si è dotata di uno strategic advisory board (Sab) composto da personaggi chiave provenienti dal mondo degli investimenti (fondi, family offices) e del trasferimento tecnologico. Il Sab si è riunito per la prima volta a Milano la scorsa primavera. “Abbiamo ricevuto importanti feedback dai nostri advisors”, ci spiega Filippo Surace, ceo e fondatore di Cube Labs. “Questi costituiscono elementi importanti per il nostro sviluppo, che in questa fase è ancora incentrato sull’Italia, nel reperimento dei capitali e nello sviluppo tecnologico. Ritengo che il loro supporto debba indirizzarci, quale venture builder, nel prepararci a un’espansione internazionale, mantenendo la nostra value proposition, ma allo stesso tempo individuando partner e attività che contribuiscano ad aumentarne il valore. Commenti incoraggianti sono pervenuti inoltre sulle tecnologie nel portafoglio che, presentando un differente grado di maturità, necessitano di un approccio variegato attraverso un’attività di business development internazionale  e mirata”.

Il portafoglio di Cube Labs

Il portafoglio di società di Cube Labs è sicuramente diversificato, rispondendo ad un bisogno di risk mitigation per gli investitori. Tra le realtà di maggiore interesse, in linea con l’importante tradizione italiana nel campo della ricerca, c’è lo spin off Cartilago, che sta sviluppando futuri farmaci e prodotti cosmetici (meccanismo di endogena produzione di acido ialuronico) nell’area della longevity. I primi risultati clinici sulla crema cosmetica, contorno occhi antirughe, sono molto incoraggianti. Il team di ricerca ha collaborato per la sintesi chimica del prodotto con l’Università di Torino. A breve inizierà un vero trial cosmetico in collaborazione con l’Università Statale di Milano che durerà circa 12 mesi. “Le iniziali manifestazioni di interesse di grandi player di settore fanno ben sperare per quando i risultati della ricerca clinica saranno consolidati. Lo spin out ha ricevuto anche il supporto di Cdp Venture Capital tramite un finanziamento convertito all’interno del programma Seed al Sud”, chiude Surace.  

Un altro filone di ricerca molto promettente è quello dei biogel sviluppati dallo spin out Dtech, per il trasporto di sostanze attive. Le applicazioni, in particolari in ambito odontoiatrico, sono molto promettenti per i pazienti e di grande ausilio per gli operatori sanitari. La tecnologia Nuvagel ha già superato un primo proof of concept, quindi si è giunti a una fase di sviluppo di un prototipo avanzato da utilizzare in sperimentazioni cliniche. Il prodotto sarà un futuro dispositivo medico per cui l’attività regolatoria è in corso.

La copertura dei brevetti

Su entrambe le tecnologie descritte c’è forte attenzione, da parte del venture builder, alla proprietà intellettuale (brevetti) attraverso una strategia che consenta di arrivare alla massima copertura brevettuale su differenti mercati. Tale attività è portata avanti tramite dei consulenti italiani ed esteri specializzati nel settore life sciences e guidati da un team interno basato tra Madrid e Roma.

Molto apprezzati infine i premi assegnati lo scorso giugno, nel contesto di Palazzo Mezzanotte a Milano, da Le Fonti Awards a Cube Labs come venture builder di eccellenza in ambito life sciences e al suo amministratore delegato Filippo Surace come ceo dell’anno nelle categorie di innovazione e life sciences. 

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