Nel dettaglio, oltre il 70% del mondo business e più del 60% dei lavoratori afferma infatti che la parità di genere ha un impatto molto positivo sulle performance aziendali. E ancora: per oltre l’85% dei lavoratori e per il 95% delle aziende, le donne nei prossimi anni avranno ruoli sempre più di primo piano e una presenza più corposa in settori che oggi vedono una prevalenza maschile.
In quali settori? Per oltre il 20% i ruoli di top management saranno quelli in cui la presenza femminile crescerà maggiormente. Ma anche nel mondo della politica e nelle professioni Stem, che completano il podio e raccolgono più del 15% dei voti ciascuno.
Come raggiungere questi risultati
Equità salariale e politiche di welfare strutturate per un corretto work-life balance sono sicuramente le aree individuate trasversalmente sia da lavoratori che da aziende. Ma, mentre i primi identificano la parità salariale come prioritaria (35%), le aziende la mettono al secondo posto (29%), puntando maggiormente sui sistemi di welfare (37%) che, invece, per i lavoratori occupano il secondo gradino del podio delle priorità (27%). Cresce l’importanza attribuita al congedo di paternità nelle generazioni più giovani, al 13% per la Gen Z e 12% per i Millenials, il doppio rispetto agli over 40. In fondo alla classifica si trovano le quote rosa, che non raccolgono più del 3% delle preferenze.
Chi dovrebbe essere il motore del cambiamento?
Per circa il 33% dei lavoratori dovrebbe essere lo Stato italiano attraverso una legiferazione ad hoc, e solo in seconda battuta le aziende che, per circa il 23% dei rispondenti, dovrebbero essere alla guida di questo cambiamento.
Se si analizzano le risposte del mondo business, lo scenario si ribalta. Secondo il 40% delle aziende, infatti, il compito di guidare questa trasformazione ricade proprio su di loro, mentre la politica viene individuata come maggior responsabile dell’incremento della parità di genere solo dal 24% dei rispondenti.
Il terzo attore a giocare un ruolo di rilievo nella lotta al gender gap, sia per le aziende che per i lavoratori, è il sistema educativo, fondamentale per vincere la sfida culturale che è alla base di questo cambiamento. Ma i più attenti al ruolo che questo deve giocare risultano i giovani della Generazione Z. Nel 24% dei casi, infatti, vedono proprio il sistema educativo come il principale motore di questo cambiamento, circa il 20% in più rispetto alle altre generazioni.
“È stato anche questo mismatch di percezione su chi dovrebbe essere il principale motore del cambiamento sociale che ci ha spinto a riflettere sull’importanza di raccontare quanto le aziende possono effettivamente avere un ruolo attivo”, commenta Monica Magri, group hr & organization director di The Adecco Group Italia .
“Non dobbiamo poi dimenticare la grande importanza che ha il sistema educativo in questa sfida, tematica sulla quale i più giovani dimostrano una sensibilità più alta delle generazioni precedenti”.
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