Antonio Cammarota
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Antonio Cammarota, il dna del “mad” in Italy

BRANDVOICE – ANTONIO CAMMAROTA | PAID PROGRAM

Al netto della burocrazia, della pressione fiscale, della concorrenza internazionale, si dice che un imprenditore, per fare impresa in Italia, debba avere coraggio. A fare la differenza, oltre alla qualità dei prodotti italiani, è sempre stato quell’amato ingrediente “mad”, tipico italiano.  Antonio Cammarota è un quarantenne lucano, da venticinque anni in giro per il mondo, imprenditore razionale dallo spirito ribelle. Lui è andato via dal Paese non per mancanza di alternative, ma per educazione: “La mentalità dei luoghi in cui sono nato”, spiega Cammarota, “è in netto distacco dalla mentalità della mia famiglia, così mi sono trovato a maturare le mie idee immerso in una certa pigri-zia sociale da una parte, e un grande esempio di iniziativa e persistenza dall’altra”.

Per l’imprenditore il padre è stato un esempio di concretezza, caparbietà, severità. È proprio suo padre che ha spronato i suoi figli a volare in alto, lanciandoli proprio dalle radici su quelle cime di quegli Appennini in Basilicata. E così, un giorno, si lancia anche Antonio.

Quando decide di planare, lo fa in Svizzera, dove grazie al fermento imprenditoriale, industriale e commerciale in cui si immerge per anni, con l’energia instancabile del ragazzo affamato di riscatto e di orgoglio, arriva all’idea di creare un prodotto d’eccellenza, un po’ di nicchia, adatto a un pubblico curioso. Da lì nasce il cioccolato gourmet svizzero dal cuore lucano , nell’unione di un cacao finissimo e il dolce peperone crusco, prodotto IGP della Basilicata.

Perché business model e strategie di crescita non bastano

Arrivano così l’ eCommerce, le collaborazioni e i riconoscimenti da ogni paese. “La difficoltà maggiore”, spiega l’imprenditore, “infatti, non è stata nella messa a sistema del ciclo di vita del prodotto e del brand che abbiamo creato con Cioccocrusco, ma qualcosa che non ci aspettavamo di notare e che, confrontandoci con colleghi e amici, abbiamo scoperto essere un problema estremamente comune: le competenze tecniche dietro il settore digitale”.

In effetti, nonostante si parli ormai da molti anni di innovazione tecnologica delle imprese, la pandemia ci ha visti arrivare piuttosto impreparati ad assumere un corretto mind-set in tempi rapidi e giovani molto istruiti ma completamente disconnessi dal mondo del lavoro.
Cammarota racconta che ad aiutarlo c’è sempre stato un vantaggio competitivo con il quale qualsiasi manager dovrebbe fare i conti: l’esperienza. “Un concetto più vicino alla mentalità nord-europea, in effetti, ma essendo cresciuto in una famiglia di professionisti autonomi e persone d’azienda, per me l’implementazione del business model non è stato un problema. Sapevo già come muovermi, a quali strategie dare la priorità e quando essere, invece, più paziente. In Svizzera ero nel posto giusto al momento giusto con l’idea giusta”.

Cammarota spiega poi che c’è un ulteriore tema delle competenze: “Non nascondo”, sottolinea, “l’imbarazzo di aver faticato, in anni, a trovare interlocutori davvero competenti nel settore dell’eCommerce, che è molto più tecnico e strutturato di quel che si pensi. Come italiani puntiamo troppo a dare un’immagine di guru e ci interessiamo poco di come stare nel mercato internazionale. Così, un imprenditore come me può incappare nell’errore di non distinguere subito l’agenzia media o il partner giusto per lo sviluppo efficace del progetto, rischiando di fallire già nella prima fase della startup, attraverso investimenti errati in piattaforme poco performanti e strategie-non strategie”.

Per bilanciare questi pericoli imprenditoriali, è evidente a questo punto che una buona rete di contatti professionali sia l’elemento chiave del lavoro efficace, che è impossibile relegare a una campagna di digital ads, qualche parola chiave e un mucchietto di soldi da investire in attività di branding.
“Non a caso, girando il mondo da vent’anni, e occupandomi di vendita di prodotti per pasticcerie, gelaterie e cioccolaterie, ho finito coll’incontrare grandi nomi come Willi Schmutz – il maestro cioccolataio svizzero, eletto consecutivamente come miglior cioccolatiere svizzero, e tra migliori il mondo -. Tra noi è nato un rapporto di alchimia, e lo scambio professionale e umano che abbiamo avuto è stato all’origine della mia prima illuminazione su Cioccocrusco” sottolinea Antonio.

Come posizionarsi sul mercato e trovare “il proprio posto nel mondo”

Quando viene chiesto ad Antonio qual è il problema che la politica europea oggi dovrebbe risolvere per aiutare le imprese a gestire al meglio le crisi in corso, l’imprenditore  torna a parlare di mentalità, appartenenza a certi codici culturali, familiari e sociali e di educazione. Cammarota ci spiega poi il posizionamento di mercato di Cioccocrusco. “Nessun prodotto geniale, nessun grande investimento e nessun brand di successo possono arrivare là dove arriva la mentalità dell’imprenditore, lanciando il miglior suo frutto dalla cima di una montagna affinché voli più alto che può”.

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