Smart Mobility

Questa azienda italiana che si è ispirata alla Tesla sta rivoluzionando il mondo della mobilità elettrica

A volte le eccellenze italiane nascono da un dna di famiglia. Alberto Stecca, ad esempio, ha costruito la sua a partire dall’amore per le automobili che ha coltivato crescendo nell’autosalone gestito dalla sua famiglia. Ma è solo la prima tappa. La seconda è l’incontro con Cristiano Griletti, con il quale nel 2016 ha aperto Cartender, un servizio di noleggio di veicoli elettrici. Poi un processo di ricerca e perfezionamento ha portato a Silla Industries, che, nata nel 2021 per offrire soluzioni smart per la ricarica delle auto elettriche, ha chiuso il suo primo anno con un fatturato di 2,5 milioni di euro.

Il fiore all’occhiello della società si chiama Prism ed è un caricatore universale e intelligente per i veicoli a propulsione elettrica. Nasce da una domanda: perché sprecare il surplus di energia raccolta dagli impianti fotovoltaici? Prism usa l’energia in eccesso per ricaricare le automobili. Silla Industries l’ha usato come trampolino per espandersi. Se al suo esordio aveva quattro dipendenti, oggi ne ha 26 e prevede di raddoppiare ancora l’organico. Forbes ha chiesto a Stecca com’è trovarsi al volante di un’impresa che porta l’innovazione italiana all’estero.

Quella di Silla Industries è una storia di eccellenza italiana e di due giovani che fanno dell’Italia uno dei promotori dell’innovazione nella mobilità elettrica. Qual è il segreto?

Innanzitutto la visione, intesa come immaginazione necessaria per incoraggiare il progresso con una proposta di valore. Poi la capacità e la competenza del team, che ha saputo rendere quella visione tangibile, sotto forma di prodotti di qualità. Quando un disegno attrae un gruppo di persone appassionate e decise a eccellere, ognuna nel proprio campo e nel raggiungimento di uno scopo comune, ciò che ne scaturisce non può che essere straordinario.

Avete iniziato con il noleggio di auto elettriche, oggi lavorate anche con importanti clienti internazionali. Com’è cambiato negli ultimi anni il mondo dell’elettrico?

All’epoca dei nostri primi passi l’opinione pubblica vedeva la mobilità elettrica come qualcosa che, con una parola, potremmo definire futuristico. Qualcuno direbbe addirittura fantascientifico, dal momento che, non più tardi del 2016-2017, i precursori che provavano il servizio di noleggio dell’auto elettrica (Tesla) riferivano: “Mi sembra di essere all’interno di un’astronave”. Poi l’astronave si è avvicinata alla Terra e da nicchia futuristica è diventata ciò che per me è sempre stata, ossia una realtà concreta. Oggi la mobilità elettrica trova riscontro sul mercato, la si valuta e se ne discute. Non è più solo un’esperienza sporadica riservata a pochissimi, ma una realtà sempre più democratica.

Cosa manca all’Italia per guidare la transizione elettrica?

Senza dubbio una classe politica proattiva in questo campo. Le istituzioni soffrono l’assenza di una generazione che consideri il passaggio all’elettrico un punto di primario interesse per la comunità di oggi e di domani. Non sono convinto che possano arrivare valide proposte al riguardo da parte di un establishment dalla forma mentis obsoleta e sorpassata, prima di tutto a causa dell’età. C’è bisogno di un rinnovamento da questo punto di vista.

Definite i vostri prodotti future proof. Ci spiega questa espressione?

I nostri prodotti sono future proof per due motivi. Per prima cosa dialogano e si integrano con prodotti di altri brand, come i sistemi d’accumulo o l’impianto fotovoltaico. Inoltre è possibile implementarne le funzioni anche dopo l’acquisto, con l’aggiunta di accessori e l’installazione di periodici aggiornamenti eseguiti over the air dal nostro team. Il cliente ha quindi il vantaggio di acquistare un prodotto che resta sempre aggiornato e sinergico con il proprio sistema domestico di gestione dell’energia.

Nella storia personale e professionale di entrambi, Alberto e Cristiano, Tesla ha giocato un ruolo centrale. Che cosa rappresenta per voi l’azienda di Elon Musk?

Tesla è stata un’azienda rivoluzionaria. Un effetto amplificato proprio dal fatto che fino a qualche tempo fa l’elettrico era avvolto da un’aura di ‘lusso avanguardista’ di cui pochi parlavano e che pochi potevano permettersi. Naturalmente non rinnego l’ispirazione che ho tratto da Tesla, tuttavia oggi noto, e ne sono molto felice, che la tendenza è quella della democratizzazione dell’auto elettrica, complici anche l’offerta più ampia, l’abbattimento dei prezzi delle batterie e l’avvento di nuove tecnologie.

Cosa cambierà nei prossimi anni in Italia sul fronte delle auto elettriche?

Due cose, principalmente. Prima di tutto, assisteremo all’ascesa delle tecnologie vehicle to, che rendono l’auto una risorsa d’accumulo e vettore energetico per casa e rete. Silla ha già anticipato la tendenza introducendo nuovi lanci come Energy Hub 149, che presenteremo a Parigi in occasione del Mondial de l’Auto 2022. Altro driver sarà il fiorire della filiera del recycle, per il reimpiego e il riutilizzo delle batterie.

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