Space Economy

Dai trasporti spaziali al nuovo rover marziano: come verranno spesi i 17 miliardi di euro stanziati dall’Esa

Di Domenico Maria Caprioli

A circa dieci giorni dalla chiusura della Conferenza Ministeriale dell’Esa (l’Agenzia spaziale europea), che suggella un anno di successi per lo spazio continentale e definisce le dotazioni finanziarie per attuare le strategie pianificate, la vera notizia è che l’apprezzamento per le decisioni assunte e per le risorse allocate non accenna a scemare.

Per i prossimi tre anni, l’Esa potrà contare su un budget di 16,9 miliardi di euro, oltre due miliardi e mezzo in più rispetto allo scorso triennio. Il direttore generale dell’Agenzia, Josef Aschbacher, che aveva presentato una richiesta di investimenti per 18,5 miliardi, si è detto comunque impressionato dal risultato raggiunto, in considerazione delle difficoltà dovute all’inflazione.

I programmi finanziati

Il capitolo di spesa che fa registrare un incremento più significativo è ‘Human and Robotic Exploration’ (da 1,972 miliardi a 2,707), ma crescono anche ‘Telecommunication and Integrated Applications’ (da 1,590 miliardi a 1,894) e ‘Space Transportation’ (da 2,758 miliardi a 2,835).

La storia di questa Conferenza Ministeriale sta quasi tutta in questi numeri. L’ultimo, in particolare, quello sui trasporti spaziali, non può che evocare l’intesa firmata, proprio in apertura, dai tre principali contributori, Germania, Francia e Italia, sul programma Vega-C e, più in generale, sul futuro dei lanciatori (anche micro) europei, con l’obiettivo di tutelare la filiera (in buona parte italiana) e garantire un accesso allo spazio diffuso e indipendente, largamente disponibile per istituzioni e imprese europee.

Dietro gli altri due capitoli di spesa, invece, aleggia l’evocativo nome di Terrae Novae, il programma di esplorazione spaziale dell’Agenzia Europea che allinea, in un’immaginaria direttrice, l’orbita bassa, la Luna e Marte. La strategia di Terrae Novae è complessa e suggestiva: ancora missioni con astronauti, più investimenti sul Lunar Gateway, lo sviluppo di un grande lander lunare multipurpose tutto europeo, l’Argonaut, il lancio di Rosalind Franklin, il rover marziano e, soprattutto, una significativa partecipazione alla campagna di esplorazione robotica di Marte, un elemento distintivo del programma che mira a preparare la colonizzazione umana delle Terrae Novae attraverso un’avanguardia di robot pionieri ed esploratori.

Con il massiccio investimento in progetti di ricerca scientifica – da sempre la vera eccellenza Esa – questo nuovo piano identifica anche in Terrae Novae l’ossatura di una strategia spaziale nella quale siano sempre più evidenti i benefici per tutti, sfruttando lo straordinario potenziale delle tecnologie spaziali per le grandi sfide contemporanee quali l’energia, la sostenibilità, i cambiamenti climatici e l’assistenza sanitaria.

Cosa manca

Avrebbe completato il quadro positivo un significativo incremento della dotazione di Prodex (237 milioni, comunque in crescita dal 2019), il programma di supporto agli esperimenti scientifici per lo sviluppo industriale nello spazio, una delle principali interfacce fra la ricerca di frontiera e l’industria e un’eccellenza dell’offerta Esa, che esprime una vera leadership proprio nelle attività di ricerca e ricerca sperimentale in microgravità. Riservare più risorse a Prodex avrebbe confermato una strategia di crescita basata sul trasferimento tecnologico, per mettere a profitto non solo le infrastrutture di ricerca europee e internazionali, ma anche le straordinarie risorse umane di cui il Vecchio Continente dispone quando si parla di ricerca scientifica e sviluppo sperimentale.

Il ruolo dell’Italia

L’altra buona notizia è che, nonostante la CM2022 si sia svolta a poche settimane dall’insediamento del nuovo governo, l’Italia ha decisamente fatto la sua parte, confermandosi fra i tre maggiori contributori, con un investimento di 3,083 miliardi (erano stati 2,2 nel 2019) che – fa notare il presidente dell’Agenzia spaziale, Giorgio Saccoccia – questa volta è praticamente identico al contributo francese (3,2 miliardi) e a quello tedesco (3,5 miliardi). L’intesa trilaterale è stata giudicata da molti un successo soprattutto italiano, così come l’enfasi sui programmi di osservazione terrestre, che ottengono un budget di 2,692 miliardi.

Il governo appena insediato dimostra di riconoscere la rilevanza strategica del settore spaziale e le grandi sfide cui si prepara a far fronte lo spazio, europeo e non solo, ora che le grandi agenzie nazionali guardano a Luna e Marte come prossimo passo, si liberano spazi e infrastrutture per accelerare la crescita e l’innovazione delle imprese terrestri, ma si allungano anche ombre sinistre su una risorsa evidentemente strategica, a detrimento, quanto meno, del grande sforzo di cooperazione internazionale che ci ha portati fin qui.

Una pagina nuova per lo spazio continentale

La Conferenza Ministeriale 2022 segna, quindi, una pagina nuova e finalmente ambiziosa per lo spazio continentale, che, sempre promuovendo la collaborazione internazionale, cerca però uno spazio concreto, investendo risorse comparabili con quelle stanziate dagli Stati Uniti e cercando un accesso indipendente alle orbite e alle infrastrutture che esse ospiteranno.

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