Secondo quando riportato da Reuters, mercoledì 11 gennaio Goldman Sachs inizierà mercoledì parte dei tagli previsti per i prossimi mesi. L’operazione, riferita da fonti vicine al gruppo, è stata progettata per prepararsi alle diffcoltà del contesto economico del 2023. Parte dei licenziamenti fanno comunque parte del programma annuale di riduzione dei posti di lavoro, sospeso per due anni durante la pandemia.
Secondo una delle fonti riportate da Reuters, si prevede che i licenziamenti saranno poco più di 3.000, in linea con quanto già annunciato da Bloomberg News che ha riferito domenica che Goldman avrebbe eliminato circa 3.200 posizioni.
Goldman Sachs aveva 49.100 dipendenti alla fine del terzo trimestre, dopo aver aggiunto un numero significativo di personale durante la pandemia. I licenziamenti riguarderanno praticamente tutti i dipartimenti dell’istituto bancario, in particolare la divisione di investment banking di Goldman Sachs. Centinaia di licenziamenti potrebbero inoltre riguardare il settore consumer di Goldman Sachs, in perdita, dopo che la banca ha ridimensionato i piani per la sua unità di vendita diretta al consumatore.
Secondo Reuters, l’amministratore delegato della banca, David Solomon, avrebbe inviato un promemoria di fine anno al personale per avvertire dell’avvio della riduzione del personale dalla prima metà di gennaio. I tagli ai posti di lavoro precedono i tagli sull’entità dei bonus annuali erogati dalla banca, che si prevede diminuiranno di circa il 40%.
Il ruolo della pandemia
Il ridimensionamento che sta colpendo i colossi della finanza, ha colpito anche i giganti della tecnologia e le startup. A novembre Zuckerberg ha tagliato il 13% della forza lavoro della società Meta, licenziando 11mila persone. Il ridimensionamento di Amazon potrebbe essere quasi altrettanto grave, con diecimila lavoratori che dovrebbero essere tagliati dalla sua forza lavoro aziendale. Dopo avere preso il controllo di Twitter in ottobre, Elon Musk ha tagliato circa la metà della sua forza lavoro, eliminando 3.700 dipendenti (molti altri se ne sono andati volontariamente).
Anche le aziende più piccole hanno subito un destino simile: Stripe, società di pagamenti, ha licenziato 1.050 persone. Noom, l’app per la salute e il fitness, si è liberata di 1.095. Kraken, la borsa delle criptovalute, ha licenziato 1.100 dipendenti.
Secondo gli analisti, parte del calo è dovuto alla pandemia. Quando le persone sono state sottoposte ai lockdown e la vita si è improvvisamente spostata online in un modo mai visto prima, le aziende hanno assunto in massa. Ora che la vita è tornata praticamente come prima, le aziende stanno correggendo l’eccesso di assunzioni.
Ma ci sono anche altri problemi legati alla pandemia, come spiega Daniel Keum, professore di management alla Columbia Business School. Negli ultimi anni, le aziende potrebbero aver rinunciato a licenziare il personale a causa dell’indelicatezza di farlo nel pieno di una pandemia, ha detto Keum. Le aziende hanno anche trovato difficile giudicare le prestazioni dei lavoratori da remoto, quindi potrebbero aver rinunciato a ridurre il personale. Ora che un numero sempre maggiore di aziende è tornato in ufficio, almeno a tempo parziale, la dirigenza sta prendendo in considerazione i tagli a cui in precedenza aveva rinunciato.
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