La Cina dunque resta in prospettiva il principale motore di crescita del settore. Sebbene la domanda dei beni di lusso sia stata frenata radicalmente durante la pandemia, l’addio di Pechino alla politica “zero covid” sta risvegliando l’ottimismo sulla ripresa dei consumi. La fine di quarantene e restrizioni e il semaforo verde sui viaggi rappresentano l’iniezione di cui il mercato aveva bisogno dopo la pandemia. Ma lo slancio economico rischia di essere volatile, il pericolo che l’allentamento delle restrizioni porti a nuovi focolai è dietro l’angolo.
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Il primo effetto è stato il forte rimbalzo delle vendite al dettaglio, calate rovinosamente in periodo pandemico che ha determinato la perdita di quasi un quarto delle vendite nell’ultimo trimestre. Nonostante i risultati trimestrali non siano stati ottimali, Richemont ha registrato un aumento del valore delle azioni del 2,6%, mentre Burberry ha guadagnato l’1,5% a Londra.
Stando a quanto si legge su Bloomberg, Richemont e Burberry hanno affermato che i consumi in Cina sono in fase di crescita dopo 3 anni drammatici. La cfo di Burberry Julie Brown ha infatti definito i segnali “molto promettenti a gennaio”.
Swatch, prevista crescita record nel 2023
Anche la svizzera Swatch fa ben sperare. Il colosso dell’orologeria ha infatti chiuso il 2022 con un fatturato a 7,5 miliardi di franchi, registrando un +2,5% a cambi correnti. Il gruppo prevede una forte crescita delle vendite nel 2023 e potrebbe toccare vette record da oltre 9 miliardi di franchi. Questo soprattutto in seguito alla fine della strategia “Covid Zero”, che mette fine alle restrizioni di viaggio in fine e rivitalizzerà le vendite nelle destinazioni turistiche. “Il gruppo prevede una forte crescita delle vendite nel 2023 in tutte le regioni e i segmenti”, ha affermato il più grande produttore di orologi del mondo, sottolineando che i consumi si sono rapidamente ripresi a Hong Kong e Macao, nonché in Cina, dopo la revoca delle restrizioni dovute alla pandemia. Bene i marchi Harry Winston, Breguet e Omega.
“Particolarmente colpito – spiega il gruppo – è stato il quarto trimestre, in cui prima i lockdown e poi, dopo la revoca delle misure, la massiccia ondata di infezioni da Covid hanno determinato perdite superiori al 30 per cento”. A dicembre 2022 si registrano perdite del 50%, mentre gennaio 2023 mostra un andamento positivo, con vendite che superano gennaio dell’anno precedente.
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