Design

Queste lampade sono un viaggio tra arte e design dove l’artigianalità incontra la tecnologia dei materiali più sofisticati

Articolo tratto dal numero di gennaio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Partiamo da una doverosa premessa: ci sono lampade e lampade. Quelle di Slamp sono architetture luminose che sfidano il confine tra arte e design, creazioni che interpretano una precisa concezione di bellezza: eterea eppure materica, cangiante e stratificata, complessa. Difficile non notarle. “Quando ho fondato l’azienda, nel 1994, l’obiettivo era creare qualcosa di innovativo nel panorama del design italiano: in un’epoca in cui il lampadario costituiva un oggetto immobile e pesante nell’arredamento domestico, noi abbiamo progettato Tube, una lampada dalla forma totemica, infrangibile e leggera, che giocava con elementi grafici pop”, spiega Roberto Ziliani, ceo di Slamp.

Situata alle porte di Roma con un atelier manifatturiero di 8mila m2, Slamp realizza lampade che fondono sartorialità e tecnologia, artigianalità e sguardo rivolto al futuro. “Dopo aver consolidato le nostre conoscenze nella lavorazione dei tecnopolimeri, abbiamo dato forma a lampade sempre più articolate, impossibili da creare con altri materiali”, prosegue Roberto Ziliani. A produrle sono le “sarte della luce”, artigiane che danno vita a nuvole e nidi luminescenti, a strutture tubolari che si allungano in profili sensuali e lampadari che uniscono metallizzazioni, merletti e disegni geometrici.

“L’unicità e la riconoscibilità di ogni lampada derivano dall’uso di tecnopolimeri leggeri, nobili e infrangibili che permettono di realizzare forme, decori ed effetti preziosi. Come in una maison di haute couture, ogni creazione passa attraverso una precisa ritualità che trasforma – tramite un sistema di lavorazioni a freddo, incastri e piegature eseguite a mano – un foglio piano di tecnopolimero in un volume tridimensionale altamente decorativo”, spiega invece Luca Mazza, general director del marchio. Ad aver progettato i sistemi luminosi di Slamp sono alcuni dei più grandi nomi del design e dell’architettura internazionale come Zaha Hadid, Daniel Libeskind, Marc Sadler, Doriana e Massimiliano Fuksas, Aldo Cibic e Alessandro Mendini.

    ph. Pedo Sadio
    Venti Collection Alessandro Mendini for Slamp

Proprio quest’ultimo, portavoce del design radicale italiano e due volte Compasso D’Oro, ha collaborato con l’azienda per la reinterpretazione di Tube, l’icona di Slamp, attraverso la progettazione di Venti Floor, lampada da terra percorsa da cerchi concentrici in corrispondenza delle fonti luminose. A fare da leitmotiv dell’intero percorso di Slamp è il dialogo con il mondo dell’arte, culminato, nel 2021, con Biggais, imponente opera murale pensata dall’artista Andrea Sampaolo – già decoratore nei primi anni ’90 di alcune versioni di Tube – per le pareti dello stabilimento di 2mila m2 annesso alla proprietà.

“Non una monografia immobile, ma un maestoso graffito en plein air, che si nutre ogni giorno del dono della luce del sole, terminato dopo oltre 40 giorni di lavoro”, dice Ziliani. Nel corso degli anni, le creazioni dell’azienda sono state esposte nei più importanti musei d’Europa e non solo – dal Maxxi di Roma fino al Museo dell’Acropoli di Atene e il Dongdaemun Design Plaza di Seoul – ed è di quest’anno l’apertura dei primi due flagship store del brand a Milano e a Londra.

“Oggi, alla fine del 2022, contiamo un +25% nel trend di crescita anno su anno, 50 dipendenti dell’età media di 33 anni e 70mila lampade vendute ogni anno. La priorità è quella di sviluppare una presenza sempre più completa e capillare sui mercati internazionali attraverso l’apertura di nuovi negozi monomarca e il progetto shop in shop, che sarà lanciato nel 2023. A questi progetti si è aggiunta nel 2022 la necessità di continuare a crescere online, con l’apertura di quattro nuovi e-shop”, ha affermato Erika Martino Mazza, sales & marketing director.

Un percorso chiaro, quello di Slamp, che combina la ricerca nel campo dell’innovazione dei materiali alla sapienza delle mani per creare una cifra stilistica chiara e riconoscibile: “Ogni lampada è unica, perché frutto di un processo creativo che non origina da un file 3D, ma che richiede al progettista la volontà di ‘sporcarsi le mani’, tagliando, cucendo e trattando materiali e valori sedimentati in anni di studio, ricerca e innovazione”, conclude Mazza. Proprio così nascono le opere di Slamp.

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