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L’archeologia come elemento progettuale delle ferrovie italiane: il caso Italferr

Dall’alta velocità – che rappresenta il più importante programma di investimenti nel campo ferroviario mai realizzato in Italia – a Expo 2015, che l’ha vista impegnata nella direzione lavori legati alla realizzazione del 90% delle opere dell’evento, fino al nuovo nuovo viadotto San Giorgio di Genova. E adesso anche il campo virtuale, con la riproduzione in alta definizione della Basilica di San Pietro a Roma.

Italferr (Gruppo Fs), società ad alta reputazione internazionale, non è solo competenza e tecnologia. C’è un altro primato che immaginiamo in esclusiva mondiale: uno staff di professionisti in grado di gestire tutte le attività archeologiche funzionali alla progettazione ed esecuzione delle opere ferroviarie. E dove poteva accadere questo se non in Italia?

Italferr e lo staff di archeologi professionisti

Ferrovie dello Stato Italiane è stata la prima a dotarsi al suo interno, fin dagli anni ‘90, di uno staff di archeologi professionisti in grado di gestire tutte le attività archeologiche funzionali alla progettazione ed esecuzione delle opere ferroviarie.

“La realizzazione di grandi infrastrutture, come le linee ferroviarie, è stata un’occasione eccezionale di ricerca scientifica finalizzata alla conoscenza dei processi storici di frequentazione del territorio”, spiega Andrea Nardinocchi, ad e direttore generale di Italferr. “La crescente sensibilità nei confronti del patrimonio culturale negli anni Novanta del secolo scorso ha portato alla necessità non solo di studiare e sperimentare nuove metodologie di approccio che avessero il fine di salvaguardare e rendere fruibile “l’eredità” dei nostri antenati, ma soprattutto di rendere possibile il passaggio di un’opera pubblica di rilevante importanza”.

La metodologia adottata dal Gruppo FS e dalle Soprintendenze Archeologiche in occasione della costruzione delle linee AV può essere considerata all’avanguardia nello studiare, già in fase di progettazione, l’impatto sul patrimonio archeologico della nuova rete ferroviaria. L’obiettivo è che non risulti più un ostacolo da superare (o da aggirare), ma piuttosto un elemento connotante il territorio, nonché aspetto progettuale dell’opera stessa.

“È stato proprio in occasione della realizzazione delle linee AV”, racconta Nardinocchi, “che per la prima volta si siè parlato di archeologia preventiva non più in termini teorici, ma redigendo una normativa di riferimento e definendo un modello operativo e pratico per step di approfondimento, con lo scopo di creare un processo volto a individuare sempre più dettagliatamente il contesto archeologico”.

In questo scenario Italferr si dota di uno staff tecnico di archeologi e altri specialisti in grado di effettuare direttamente tutte le indagini previste dalla verifica preventiva dell’interesse archeologico nelle diverse fasi di progettazione (ottimizzazione dell’interazione tra patrimonio archeologico e sviluppo infrastrutturale; sostenibilità ambientale delle opere; corretta gestione della risoluzione delle interferenze; ottimizzazione dei costi e dei tempi).

Progettazione e studi archeologici

In collaborazione con le Soprintendenze territorialmente competenti, inoltre, Italferr effettua in tutta Italia la redazione e verifica di studi archeologici, la progettazione delle indagini archeologiche, l’esecuzione di prospezioni, carotaggi, saggi e scavi archeologici, anche in estensione, in coerenza con le diverse fasi di approfondimento della procedura di verifica preventiva, fino alla valorizzazione dei contesti antichi rinvenuti.

“Questo approccio”, aggiunge l’ad, “ha permesso di conseguire obiettivi significativi, come la riduzione dei ritrovamenti archeologici in corso d’opera, la riduzione del 50% dei costi degli scavi e la riduzione del 50% dei tempi di esecuzione delle indagini archeologiche, rispetto all’esperienza dell’alta velocità. L’archeologia diviene così elemento progettuale integrato in cui risiedono consapevolezza e sensibilità nel percorso di costruzione di infrastrutture strategiche destinate a determinare importanti trasformazioni del territorio. L’azienda si pone in tal senso il duplice obiettivo di realizzare opere fondamentali per lo sviluppo del Paese, e di salvaguardare e valorizzare l’immenso patrimonio storico-archeologico dell’Italia”.

L’esempio della Sicilia

Tra le attività di archeologia preventiva da segnalare quella relativa alla progettazione della direttrice AV Palermo – Catania con la realizzazione di saggi di scavo lungo tutte le aree previste dal progetto. In particolare, in occasione delle attività preventive eseguite sulle tratte Lercara-Caltanissetta-Xirbi e Palomba-Catenanuova, sono stati portati in luce due vasti complessi residenziali e appezzamenti fondiari appartenuti, secondo gli studi effettuati, a facoltosi proprietari vissuti tra il I e II secolo d.C.. Ciò ha mostrato come sia possibile coniugare le esigenze di tutela del patrimonio archeologico con la progettazione di nuove infrastrutture.

La Sicilia è inoltre già nota per aver restituito nell’ambito di progetti ferroviari la sensazionale scoperta delle oltre 9.000 tombe della necropoli di Himera, teatro di un’epica battaglia nel 480 a.C. tra una coalizione di greci di Sicilia e i Cartaginesi. Il rinvenimento della necropoli, effettuato in occasione dei lavori di realizzazione della tratta ferroviaria Palermo-Messina, ha evidenziato ancora una volta l’importanza di integrare l’archeologia con la realizzazione del raddoppio ferroviario, garantendo la tutela e la ricerca archeologica del sito.

Italferr, alta progettazione made in italy

Italferr è la società di ingegneria del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane da cui nascono i progetti di alta velocità ma anche di linee metropolitane e stradali, ponti, porti stazioni, efficientamento e l’intermodalità della mobilità ferroviaria e urbana. 12 sedi in Italia, 14 all’estero, impegna oltre 2.000 persone che nel 2022 hanno gestito più di 2400 commesse solo in Italia per un totale di 335 milioni di euro. Il Polo Infrastrutture nel suo complesso (oltre a Italferr anche Rete Ferroviaria Italiana, Anas, Ferrovie del sud Est) gestisce 160 miliardi di euro di investimenti da qui al 2031 (110 per le ferrovie e 50 per le strade), 16.800 chilometri di linee ferroviarie (con oltre 1.600 gallerie, 23.000 ponti e viadotti e 2.200 stazioni) e 32.000 chilometri di strade.

L’obiettivo è potenziare e integrare l’infrastruttura ferroviaria e quella stradale, rendendole più moderne, resilienti, interconnesse e accessibili a tutti. L’obiettivo è potenziare e integrare l’infrastruttura ferroviaria nazionale ad Alta Velocità/Alta Capacità​ e potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno. ​

L’impegno internazionale

Notevole l’impegno internazionale. In Europa: con la Galleria del Brennero che collegherà Innsbruck e Fortezza attraverso una galleria di base di oltre 56 km (la più lunga al mondo); con la Torino-Lione (linea ferroviaria per merci e passeggeri nel cuore del Corridoio Mediterraneo). In India dove ha acquisito l’incarico per la progettazione del Ponte Anji Khad, nel Kashmir, al confine col Pakistan ma anche per le metro di Kanpur e Agra due delle più grandi città industriali nel Nord del Paese, con un popolazione urbana complessiva di oltre 5.3 milioni di abitanti.

In Sud America: supervisione lavori della linea 1 della metropolitana di Bogotà. Consolidata la presenza nei Paesi Baltici con la nuova linea AV Rail Baltica per la connessione di Estonia, Lettonia e Lituania fra e con il continente Europeo. E ancora, in Uzbekistan, dove fornisce servizi per il progetto di elettrificazione della linea ferroviaria Angren-Pap-Andijan. Attività anche in Francia e Canada.

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