Credit Suisse
Trending

Si dimette il presidente di Saudi National Bank. Con i suoi commenti ha contribuito al crollo di Credit Suisse

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Ammar Al Khudairy, presidente della Saudi National Bank, che era il principale azionista di Credit Suisse, ha rassegnato le sue dimissioni, stando a un documento della Borsa dell’Arabia Saudita. Poche settimane fa i suoi commenti hanno contribuito a far precipitare il prezzo delle azioni della banca svizzera, spaventando un mercato finanziario già preoccupato. La vicenda si è conclusa con l’acquisto di Cs da parte della connazionale e rivale Ubs.

I fatti principali

  • Il consiglio di amministrazione di Snb ha dichiarato di avere “accettato” le dimissioni di Al Khudairy, dovute a “motivi personali”.
  • La decisione è arrivata pochi giorni dopo che Al Khudairy aveva dichiarato di “non voler assolutamente” iniettare denaro in Credit Suisse. Le sue parole avevano spinto il titolo a valori da record negativo all’inizio di marzo e avevano contribuito a trascinare verso il basso anche le azioni di altre banche europee.
  • Il gigante bancario svizzero Ubs alla fine ha siglato un accordo da 3,2 miliardi di dollari per salvare la rivale. Le autorità svizzere hanno agito come intermediari per la trattativa, che si è conclusa a prezzo di saldo.
  • L’amministratore delegato di Snb, Saeed Mohammed Al Ghamdi, sostituirà Al Khudairy nel ruolo di presidente, ha fatto sapere la banca.

Il contesto

Snb era la principale azionista di Credit Suisse. Le frasi di Al Khudairy sono arrivate nel peggiore dei momenti e hanno aggravato i problemi della banca svizzera. Il presidente aveva scartato l’ipotesi di investire altro denaro e di portare la quota di Snb in Credit Suisse oltre il 10%, se non altro per ragioni “di regole e di statuto”. Credit Suisse, già sconvolto da quasi una settimana consecutiva di perdite, sull’onda di una serie di controversie e del riconoscimento di “debolezze materiali” nella sua rendicontazione finanziaria, è crollato e le sue azioni hanno raggiunto limiti negativi. Preoccupato dalla prospettiva di una crisi bancaria, il governo svizzero ha mediato per arrivare all’accordo con Ubs.

Il numero

1 miliardo. È questa la cifra che la Saudi National Bank ha perso, secondo Bloomberg, con l’investimento dello scorso anno per acquistare un 9,9% di Credit Suisse.

Un fatto collegato

Il crollo di Credit Suisse è arrivato in mezzo a più ampie preoccupazioni nel settore finanziario in seguito al collasso di diversi istituti statunitensi, tra cui la Silicon Valley Bank. A differenza di altre banche statunitensi, che hanno ruoli relativamente secondari nell’ecosistema, Credit Suisse è una figura di alto profilo, con una statura internazionale, un tempo considerata too big to fail: troppo grande per fallire. La sua scomparsa segna l’inizio di una nuova era per il mondo creditizio svizzero, un cattivo affare per i contribuenti e la nascita di un nuovo, gigantesco istituto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .