Marco Doria Leone Alato
Forbes Italia

Come la più grande azienda agricola d’Italia si sta trasformando grazie alla tecnologia

“La strategia è nulla senza controllo. Se non si correggono gli errori e i comportamenti che li hanno creati, non si può progredire. In questo senso, è fondamentale il ruolo svolto dal dipartimento finanziario, che può svolgere questa funzione se è supportato da strumenti in cloud”. A dirlo è Marco Doria, group cfo di Leone Alato, la holding agrifood del gruppo Generali. Un’azienda che è la prima d’Italia per superficie coltivata: 18mila ettari, di cui 11mila nel nostro Paese e 7mila in Romania.

L’attività predominante di Leone Alato è ancora quella originaria: le colture erbacee, destinate all’industria alimentare e a quella sementiera. Nel tempo la società si è allargata però anche ad altri settori. In particolare alla produzione vitivinicola, con 1.000 ettari di vigneti da cui escono quattromila bottiglie all’anno, e alla forestazione, con duemila ettari in Romania. Poi l’allevamento e le rinnovabili, con impianti biomassa che generano abbastanza energia da soddisfare il fabbisogno di seimila famiglie.

Anche in un’industria tradizionale come quella agricola, sottolinea Doria, le aziende stanno “evolvendo verso i big data. La trasformazione digitale è ormai accertata e stiamo evolvendo verso l’adozione di modelli e tecnologie di industria 4.0. Tutto ciò deve comportare un processo di digitalizzazione, un’evoluzione degli strumenti e delle metodologie per il corretto utilizzo di dati”.

Di tutto questo e di altro, incluso il ruolo del direttore finanziario nella trasformazione digitale delle aziende, Doria ha parlato nella videointervista a Forbes Italia che pubblichiamo di seguito.

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