Cristian Trio, Dyanema
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New York-Milano, andata e ritorno: così Cristian Trio ha importato il flipping immobiliare e oggi lo riesporta negli Stati Uniti

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Il flipping immobiliare nasce negli Usa. Cristian Trio lo scopre, lo importa in Italia, lo plasma sulle esigenze locali, lo rende un format vincente e oggi lo ri-esporta a New York, dove ha appena avviato una società. Mente veloce, fiuto per gli affari e conoscenza del mercato: ecco che cosa ha portato Trio a consolidare, in soli sette anni, un giro d’affari di 20 milioni di euro con il suo brand Dyanema.

Il flipping immobiliare in Italia

Nella visione di Trio, in Italia il flipping ha ottime possibilità nelle grandi città, in particolare Milano e Roma, ed è qui che l’imprenditore concentra le sue attività. Roma, con il suo patrimonio artistico, storico e culturale, e Milano, la capitale della moda, del design e delle opportunità professionali, sono i luoghi ideali per estensione e per numero di abitanti e rappresentano il palcoscenico migliore per l’immobiliare, consentendo di portare a termine operazioni redditizie.

“L’investimento nel real estate comporta sempre delle scelte”, racconta Trio. “Orientarsi verso le grandi città o i piccoli centri è sicuramente un aspetto determinante all’interno di una strategia. A Roma e a Milano, la domanda è alta e riguarda non solo il centro, ma anche le zone più periferiche: dal nucleo storico fino alla prima periferia, sia la capitale che il capoluogo lombardo offrono svariate opportunità per differenti tipologie di iniziative immobiliari.

Le città metropolitane garantiscono inoltre maggior liquidità e rapidità nelle operazioni: la forte domanda, unita all’alta disponibilità di immobili sul mercato, consente di concludere velocemente le vendite e di portare a termine i progetti in tempi più brevi, con un ritorno sull’investimento più alto. Il capitale investito rimane immobilizzato per un tempo relativamente breve e può essere messo subito a disposizione per una nuova operazione”.

I nuovi progetti di Cristian Trio

Ma quali sono i nuovi progetti a cui Trio sta lavorando? “È in corso di valutazione un’importante operazione immobiliare all’interno del quartiere Brenta, SoLo (South of Lodi), come amano definire la zona i milanesi, e dove Fondazione Prada ha insediato la propria sede ufficiale e dato vita a un polo culturale di riferimento a livello globale. Dinamico, a chilometro zero e cosmopolita, in questi anni il quartiere sta vivendo una grandissima riqualificazione, anche in vista di Milano-Cortina 2026, e non ci siamo fatti scappare l’opportunità”.

Il 2023 segna un’altra tappa fondamentale nello sviluppo del business: è l’anno dello sbarco di Dyanema nella Grande Mela, obiettivo sempre inseguito da Trio e ora diventato realtà. “Non esistono investimenti completamente privi di rischio, ma il mondo del real estate newyorkese presenta caratteristiche molto interessanti.

Diverse zone sono ora oggetto di riqualificazione, e persino nell’area di Manhattan ci sono occasioni. A rendere così speciale New York sono, da una parte, alcune particolarità del contesto statunitense, come la velocità nelle procedure burocratiche, e dall’altra alcune peculiarità che la rendono unica anche negli Usa. Grazie a una domanda altissima e a un’offerta che non riesce a tenere il passo, gli immobili raramente restano sul mercato per più di due mesi. Questo porta anche le banche a essere più veloci e propense a fornire liquidità ai progetti immobiliari”.

Il ruolo sociale

Il business, però, non è l’unica strada per Cristian Trio. Perché l’imprenditore di oggi “ha un ruolo sociale e deve avere un impatto che va oltre il mero aspetto economico. Vorrei che il mio percorso e la mia storia fossero un esempio positivo per tutti quei giovani che hanno idee imprenditoriali con potenzialità interessanti, ma che spesso si lasciano scoraggiare dai primi fallimenti. A prescindere dalla situazione di partenza e dagli ostacoli che incontriamo nel nostro percorso, possiamo dare vita alla versione migliore di noi stessi, sfruttando l’arma più potente di cui disponiamo: la possibilità di scegliere.

La mia storia ne è un esempio. Sono partito da zero e, grazie alle mie scelte, sono arrivato dove sono. Voglio aiutare chi non è stato fortunato come me, chi non ha ancora avuto la possibilità di scegliere. In questi anni mi sono rivolto ai giovani in comunità e case famiglia o che vivono situazioni di fragilità, puntando a formarli e a inserirli nel mondo del lavoro.

Il mio auspicio è quello di poter diventare un riferimento positivo a cui ispirarsi per ripartire. Inoltre, mi sono impegnato personalmente in alcuni progetti che reputo importanti per Milano, perché penso sia doveroso cercare di restituire in parte quello che questa città mi ha dato. L’ultimo progetto, recentissimo, è quello di Bosco Invisibile, un’iniziativa dell’associazione Wau! Milano (We Are Urban Milano), patrocinata dal Comune, di cui siamo stati sponsor.

Per la città si tratta di un’attività concreta, educativa, ambientale, civica e sociale per migliorare la qualità dell’aria, grazie all’impiego di una particolare vernice in grado di abbassare considerevolmente i livelli di smog con cui è stato pitturato un muro lungo quasi 200 metri in zona Portello e che equivale, in termini di produzione di ossigeno, ad avere piantato circa 20 alberi ad alto fusto. Anzi, a questo progetto abbiamo creduto così tanto che, oltre a sostenere economicamente l’attività, ci siamo spesi in prima persona e abbiamo dipinto il muro insieme ai volontari di Wau!, in una giornata che coinvolto anche rappresentanti del Comune di Milano”.

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