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Viaggio culinario in Arabia Saudita, le migliori esperienze gastronomiche da fare nella capitale

Se avessimo dovuto scrivere quest’articolo sull’Arabia Saudita solo dieci anni fa, probabilmente queste righe non sarebbero potute esistere. Il gigante del Golfo infatti è stato per lungo tempo il più integralista e chiuso dei Paesi dell’area, e nonostante a livello internazionale è da lunghissimo tempo uno dei più forti alleati dell’occidente.

Questo non ha significato per la monarchia araba condividerne i valori o ibridarli con i propri, com’è ad esempio successo per i vicini Emirati trainati da Dubai o più recentemente per il Qatar. Ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato: trainato dal principe Mohammed bin Salman, poco più che quarantenne, il regno si sta proiettando verso il futuro a tappe forzate ma non per questo sgradite alla maggior parte della cittadinanza.

Un Paese dove i giovani rappresentano il 70%

Complice il benessere arrivato negli ultimi decenni dal petrolio, il Paese è in piena esplosione demografica con il 70% dei cittadini al di sotto dei 30 anni, che ovviamente vivono il mondo con occhi diversi anche attraverso internet, e si percepiscono in un’ottica pienamente internazionale. Certo, il burqa è ancora diffusissimo, ma non obbligatorio, e le donne che lavorano sono sempre di più a vari livelli.

L’obbiettivo di Mohammed bin Salman è chiaro: da qui al 2030 il Paese deve abbandonare la dipendenza economica dal petrolio e uno dei modi per farlo è sviluppare il settore turistico e quello finanziario. Riyad, la capitale, si attrezza sempre di più per diventare attrattiva agli occhi del mondo esterno e non a caso sono proprio i grandi hotel e il nuovissimo distretto finanziario a fare da traino a questa apertura.

E se c’è a una proposta che già pare aver capito come adeguarsi agli standard globali, questo è il settore ristorativo. Oggi Riyad offre infatti un grande assortimento di ristoranti, tra cucina tipica e una vasta proposta internazionale.

Ecco quali esperienze gastronomiche fare nella capitale del regno saudita.

Four Seasons Hotel Riyadh at Kingdom Centre – The Grill

Four Seasons Hotel Riyadh at Kingdom Centre

Recentemente entrato a far parte anche della Forbes Travel Guide con un prestigioso Five-Star Hotel Award 2023, questo hotel di lusso è situato nell’iconico Kingdom Centre di 99 piani, il grattacielo scintillante vero e proprio simbolo della città. L’hotel, fresco di ristrutturazione, vuole essere il simbolo del Paese sia celebrando il patrimonio saudita sia catturando l’entusiasmo per il futuro della nazione, e lo fa miscelando motivi storici al design contemporaneo, creando così un ambiente raffinato dove sia i locali sia gli ospiti internazionali si possano sentire immediatamente a casa.

L’hotel, che ospita su più piani 39 suite e 197 camere, offre spa e strutture per il fitness, una piscina all’aperto, e ovviamente una proposta ristorativa variegata. Per il pranzo e la cena la scelta migliore è senza dubbio The Grill, il ristorante dove si possono godere piatti di cucina internazionale ma anche sapori squisitamente locali rivisitati in chiave gourmet, come ad esempio la bisque a base di aragoste dell’Oman, oppure i gamberi pescati nel Golfo, cotti alla griglia e serviti con aglio, prezzemolo, rucola, limone e salsa verde. Da assaggiare è forse è il piatto più celebre dell’Arabia Saudita: il Kabsa, pollo o agnello arrostito con spezie saudite e riso.

Four Seasons Hotel Riyadh at Kingdom Centre – Afternoon Tea

Four Seasons Hotel Riyadh at Kingdom Centre – Afternoon Tea

In un paese in cui non si servono alcolici, il momento del tè pomeridiano è un rito sociale importantissimo. Sono molti gli hotel in città che offrono questo tipo di proposta, e lo fanno principalmente a beneficio dei locali che amano venire in struttura per goderne.

Al Four Seasons la proposta pomeridiana è magistralmente coordinata da Heidy Villacreses e offre un’ampia selezione di piccoli piaceri dolci e salati. Ad accompagnare consigliamo il caffè saudita, leggermente speziato, molto lungo e color sabbia, ma ovviamente si può scegliere nell’ampia selezione di bevande, tè e tisane.

A.O.K 

AOK

Il King Abdullah Financial District è senza dubbio il quartiere più vibrate di Riyad: tra i grattacieli futuristici in un mix di sauditi ed expat, si respira tutta l’ambizione della capitale. È proprio per questo che la maggior parte delle nuove aperture ristorative si concentrano qui.

Tra queste è assolutamente imperdibile A.O.K, sigla che significa “Va tutto bene”, nome che rappresenta la mentalità del ristorante. Il format nato a Londra è infatti famoso per soddisfare tutte le esigenze dietetiche, con un menu di stampo mediterraneo e californiano che contempla offerte senza glutine, lattosio, zucchero raffinato e fritture.

Famoso in città per i migliori pancake, qui si viene a gustare tanto un ceviche di branzino a pranzo quanto gli gnocchi fatti in casa per cena. Ma la proposta più sorprendente è senza dubbio quella dei cocktail analcolici creati dalla bar manager Alice Bidini, romana di nascita, che dopo una lunga carriera tra Londra e l’Asia ha deciso di accettare questa sfida a “grado zero”.

Assolutamente da provare l’“unexpected colours“ a base di anguria chiarificata e cordiale al mandarino, oppure l’“Unbeetable”, cocktail a base di barbabietola e con note di zenzero, perfetto da abbinare con un piatto di carne rossa.

Il Baretto 

Il Baretto

Questo elegante ristorante italiano è sicuramente uno dei migliori fine dining in città. La proposta è affidata allo chef milanese Alex Simone, che non ha in nessun modo accettato compromessi sulla sua cucina. I piatti sono freschissimi, a base della miglior materia prima e non stereotipati per un pubblico internazionale. 

Nonostante i moltissimi km di distanza non si percepisce la nostalgia di casa, come dimostrano ad esempio gli ottimi primi di pasta fresca ripiena. Tra l’altro, viste le origini settentrionali dello chef, si trovano in carta molti piatti del nord-ovest che di solito sono ignoranti all’estero, come i ravioli del plin, il vitello tonnato o la cotoletta milanese orecchia d’elefante. Dal punto di vista del design il ristorante azzurro fa da cornice a tavoli in mogano scuro, panche in pelle e mattoni a vista, e ogni sera ci sono esibizioni di musica dal vivo.

Black Tap KAFD

Black Tap

Black Tap è un famoso locale di New York, noto per gli hamburger artigianali e i milkshake. Nella capitale dell’Arabia Saudita ha creato un’atmosfera incredibile tra insegne al neon, graffiti sulle pareti, muri fatti con cassette musicali, vhs e lampadari di sneaker. Giusto per dare qualche numero, per arredare il locale sono state utilizzate 10mila cassette, 2.500 nastri vhs, oltre 140 scarpe da ginnastica e 500 deck audio, boombox e altoparlanti ideati nel design da Noriyoshi Muramatsu dello Studio Glitt di Tokyo.

Questo locale non prende prenotazioni quindi la fila è sempre molto lunga fino a tarda notte, e tutto solo per assaggiare un panino o bere un frullato ipercalorico. Sembra un paradosso, ma l’atmosfera è tale che ne vale assolutamente la pena.

ROKA

ROKA

Situato nel centro della città, ROKA è forse il ristorante di cucina giapponese più apprezzato della capitale. Propone una cucina Robatayaki contemporanea, ovvero la cucina giapponese che si basa su un metodo di cottura simile al barbecue, in cui gli alimenti vengono cotti a velocità variabili su carbone ardente, e che trae le proprie origini dai pescatori delle acque costiere settentrionali al largo del Giappone, che cucinavano il pesce sulle barche con carboni, e condividevano tra loro usando i remi come piatti. 

All’interno di un bellissimo spazio amplio e luminoso che si contraddistingue per la cucina a vista circondata da un enorme bancone di legno grezzo. Immersi tra le pareti di carta di riso giapponese, provate piatti iconici dell’insegna oppure provate uno dei menù degustazione.

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