Andrea Bocelli foundation
Responsibility

Così le donne della Andrea Bocelli Foundation combattono la povertà e le malattie

Articolo apparso sul numero di luglio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Le donne sono l’anima di Andrea Bocelli Foundation. La prima è lei, Veronica Berti Bocelli: nel 2011 ha preso il testimone dal marito Andrea per occuparsi della fondazione che porterà in giro per il mondo l’immagine, la determinazione e il cuore del grande maestro. Insieme a lei c’è Laura Biancalani, nel ruolo di direttore generale. “Dall’intervento ad Haiti comincia il viaggio che darà una dimensione globale alla missione della fondazione” dice. Olimpia Angeletti è arrivata subito dopo. Responsabile della comunicazione, ha aperto un ufficio a Lajatico, in provincia di Pisa, e segue progetti di empowerment: “Mi occupo di curare l’immagine della fondazione e delle donazioni. Ma soprattutto di trasferire lo straordinario messaggio che Andrea comunica: energia e positività sono gli ingredienti indispensabili per affrontare la vita”.

Il piano di benessere aziendale è invece seguito dalla cfo Silvia Gualdani, una carriera nel profit, il cui obiettivo è contribuire a realizzare progetti di impatto sociale e sviluppo che consentano al figlio di tre anni di vivere in un mondo migliore. “Lavoro per il wellbeing, come dicono gli anglofoni, per il benessere in termini di soddisfazione economica, motivazioni, obiettivi. E di crescita professionale quando si concilia il lavoro con le esigenze personali per dare il 150%”.

L’impatto emozionale è molto forte nella Andrea Bocelli Foundation. E anche su questo si basa la forza della fondazione, che punta sulla generosità dei donatori. Aurora Mondavi da sei anni è coordinatrice area raccolta fondi e affianca Veronica Berti Bocelli nei tour mondiali: “Dalla generosità e dal cuore di tanti amici italiani e dal mondo dipende la realizzazione dei nostri progetti. Negli Stati Uniti, per esempio, c’è un piccolo gruppo femminile che non ci fa sentire mai soli. I risultati sono straordinari”. Giada Puccinelli è poi la travel manager e si occupa dell’organizzazione delle missioni istituzionali a livello internazionale: “Spesso operiamo in condizioni critiche in Paesi difficili: ad Haiti, in Medio Oriente, ma anche in Israele, Palestina e in Siria”.

E quando il gioco si fa duro sono i volontari a fare la differenza. Come Flavia Ionni, da beneficiaria (coinvolta nel sisma nelle Marche del 2016) a protagonista nei campus estivi per i bimbi del territorio al servizio civile nazionale presso Accademia della Musica Abf F. Corelli di Camerino: “I volontari provengono da qualsiasi contesto sociale. Sono angeli che dedicano il proprio tempo al bene, in alcuni casi trasferendosi nei paesi dove operiamo”. Francesca Favi è entrata invece in fondazione come atelierista per il progetto dedicato all’istituzione e digitalizzazione della scuola in ospedale. Coordina la rete di atelieristi e progetti educativi nel Sud Italia. “La nostra azione consiste nell’offrire a tanti bambini la continuità nell’accesso all’istruzione anche in contesti difficili: hanno il diritto di vivere la normalità almeno dal punto di vista culturale”.

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