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Il re del rum: come Luca Gargano ha nobilitato questo distillato ottenuto dalla canna da zucchero

Articolo tratto dal numero di luglio 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Mentre Luca Gargano si gira verso la luce per mostrare al meglio la bottiglia, l’abbronzatura dovuta ai tanti anni passati tra le distillerie dei Caraibi spicca ancora di più, creando un netto contrasto con i capelli grigi. Ma da quel volto, ciò che emerge di più sono gli occhi: brillanti d’entusiasmo mentre parla di rum, come quelli di un ragazzino che ha appena scoperto una nuova passione.

Di fronte alla possibilità di visitare la sua collezione privata di bottiglie, l’immaginario non poteva che correre all’idea di un caveau, e forse la realtà non si discosta troppo dal sogno. Per dimensioni e valore, stiamo parlando infatti di uno spazio assimilabile più alla camera blindata di una banca che alla cassaforte di un privato. Qui ogni bottiglia ha una storia secolare e l’artefice del successo di molte di queste referenze è proprio Gargano, come lui stesso racconta mentre le sue dita sfiorano l’etichetta un po’ sbiadita di un vecchio rum Caroni.

La collezione di Luca Gargano

“Quando arrivai a Trinidad e trovai nella distilleria abbandonata le botti di questo rum, mi accorsi subito che era qualcosa di unico”, racconta. “Comprai l’intero stock e lo imbottigliai botte per botte. Così misi le prime sul mercato a circa 32 euro l’una, laddove oggi vengono vendute a più di 2.000”.

Alcune sue bottiglie, se messe all’asta, supererebbero tranquillamente le decine di migliaia di euro. E il merito di questo valore è in buona parte dovuto all’enorme lavoro che Luca e la sua azienda di importazione e distribuzione di distillati, Velier, hanno apportato a livello globale intorno a un distillato che, per troppo tempo, è stato reputato inferiore rispetto ad altri nobili invecchiati, come il whisky.

La collezione di Gargano potrebbe quindi stare in un museo, tra bottiglie del 1700 e altre provenienti da distillerie che non esistono più, leggendarie come Skeldon, o provenienti dall’Africa. Per fortuna, aziende come Velier non solo si impegnano a sostenere in ogni angolo del mondo i produttori che piantano canna da zucchero autoctone e usano lieviti naturali, ma riescono anche a farlo con notevole ritorno economico: la distribuzione genovese ha chiuso infatti il 2022 con numeri da record, registrando un fatturato di 141 milioni di euro, a seguito di due esercizi altrettanto postivi: 110 milioni nel 2021 e 90 nel 2020. La storia, in fondo, ci insegna che la qualità a lungo termine paga sempre, e la collezione di bottiglie di Gargano ne è la prova.

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