Francesco Scalambrino, co-founder e cpo e Marco Ogliengo, ceo e co-founder di Jet Hr
Innovation

Dall’assunzione alla busta paga: la startup che aiuta le pmi nella gestione del personale

Articolo tratto dal numero di settembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

La seconda volta è meglio? Sì, specie quando la prima è stata un successo. Non si ripetono gli stessi errori e si ha la credibilità del second time founder, come viene definito in gergo Marco Ogliengo: dopo aver fondato (e venduto) ProntoPro, ha lanciato un’altra startup che, prima ancora di arrivare sul mercato, ha raccolto 4,7 milioni di euro. Si chiama Jet Hr e propone una soluzione per far uscire le piccole e medie imprese da un incubo: la gestione del personale, dall’assunzione alla busta paga. “Lo sai che in Italia ci sono contratti di lavoro che cambiano in base alle condizioni meteorologiche?” (Si riferisce ai lavoratori delle funivie).

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Ogliengo, torinese cresciuto a Parma, 37 anni, è un ex McKinsey con il pallino dell’imprenditorialità. “Ho sempre voluto fare impresa, ma per motivi sbagliati”, racconta adesso che ha trovato quelli giusti. “Mentre lavoravo da consulente, cercavo idee per fare qualcosa di mio. Il primo tentativo è stato un sito per vedere il calcio, mai partito. Poi sono entrato in Rocket Internet (un santuario delle startup europee, dove tra le altre è nata Zalando, ndr). Lì ti danno il titolo di imprenditore, ma non era come pensavo, quindi ho fatto un’esperienza manageriale in Indonesia e a Taiwan in una piattaforma di e-commerce”.

Ma il tarlo dell’imprenditoria ha continuato a lavorare e Ogliengo ha deciso di rientrare in Italia. Perché? “Avevo capito che fare impresa non è una cosa così misteriosa: devi acquisire clienti e curarli. Mi sentivo pronto a farlo. Dove? In Indonesia sarebbe stato più facile, ma fare qualcosa nel proprio paese è sempre un’altra storia. Vuoi mettere un titolo sul Corriere della Sera rispetto a uno sul Jakarta Times?”.

Con lui c’è Silvia Wang, cinese di seconda generazione, conosciuta l’ultimo giorno di università, laurea in Bocconi. Nel 2015 i due hanno fondato ProntoPro, pochi mesi dopo si sono sposati. Hanno portato la startup al successo in Italia e in Europa, nel 2022 l’hanno venduta a un concorrente turco. “Proponeva la soluzione a un problema diffuso: trovare un idraulico o un personal trainer, un imbianchino o un prof per le ripetizioni del figlio. Come fa adesso Jet Hr, ma con un altro problema in un diverso mercato: affrontare la burocrazia legata alla gestione dei dipendenti”, spiega Ogliengo, che questa volta gioca da solo, anzi con un ex dipendente diventato amico, Francesco Scalambrino.

“O facciamo un’azienda insieme o viviamo insieme, ci siamo detti con Silvia, che ha lanciato la sua startup (Serenis.it, supporto psicologico e psicoterapia in videochiamata, ndr). Lavorare insieme, marito e moglie, è molto difficile. Avere due imprese diverse è meglio. Parliamo molto di lavoro in casa, ma adesso meno con due bimbi, di uno e quattro anni. Ci stanno insegnando a staccare. E un terzo è in arrivo”.

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Come nasce Jet Hr? Da due fogli Evernote e un setaccio di idee. “Primo filtro: fare una cosa abbastanza grande per poter diventare un unicorno (società valutata 1 miliardo di dollari, ndr). Secondo: deve essere un’impresa per altre imprese, non consumer come ProntoPro. Terzo: volevo fare qualcosa con Francesco. Nel mio foglio Business Ideas ne avevo diverse, ma ho scelto quella in cui lui si potesse sentire a suo agio: un’app per cambiare il mondo delle buste paga”. Perché nell’altro foglio, Dream Team, le persone ideali con cui costruire un’azienda, il suo nome era al primo posto.

Anche Scalambrino fa startup da oltre dieci anni, ma da ingegnere del Politecnico di Milano. Con Marco la strada si è incrociata a ProntoPro, dove si è fermato poco meno di un anno. Poi è andato a lavorare in due società internazionali che si occupano di buste paga e gestione del personale.

Jet Hr è stata costituita a dicembre 2022, a giugno 2023 il primo round pre-seed di 4,7 milioni di euro, tra i più alti di tutti i tempi in Italia. “La benzina per tre anni”. A metterla è stato, tra gli altri, il fondo di venture capital della famiglia Agnelli, Exor Ventures. Poi tanti nomi della nuova imprenditoria italiana, da Dario Brignone e Alberto Dalmasso di Satispay a Max Ciociola di Musixmatch, da Luca Ferrari di Bending Spoons a Giorgio Tinacci di Casavo.

I founder si aiutano fra di loro? “Ne conosco tanti, certo, ma non è che gli amici siano sempre pronti a mettere mano al portafoglio. Gli investitori-imprenditori sono i migliori, ma non i più facili. Non ti chiedono di prendere un caffè, perché non hanno tempo e sanno che neanche tu ne hai, e fanno le uniche due cose che contano: trovare clienti o persone per rafforzare il team. Però sono più difficili da convincere. Non basta aver già fatto un’impresa di successo, entrano nel merito, chiamano altri amici founder e chiedono: ‘Ma questo è davvero bravo?’. L’asticella è alta. Non conoscevo tutti quelli che hanno investito, ha funzionato anche il passaparola. Nel mio caso c’è stato un altro fattore: proponevo una soluzione per un problema che tutti conoscono bene, cioè la gestione dei dipendenti”.

Da luglio Jet Hr ha i primi clienti: tre tech company, una fintech e un’azienda nel settore salute. Il target: le pmi, fino a 250 dipendenti. Ma sul mercato non ci sono già tanti software per la gestione delle buste paga? “Sì, ma sono molto tecnici, pensati per l’intermediario professionale”, risponde Ogliengo. “Noi proponiamo un software semplificato e alla portata di tutti, che permette di affrontare tutte le attività collegate a un dipendente, dalla visita medica alla gestione del pc aziendale. Uno dei principali problemi lamentati dalle aziende è la frammentazione dei fornitori. Noi proponiamo tutto in una sola piattaforma. Entro i prossimi dieci anni pensiamo di arrivare a gestire lo stipendio di un italiano su cinque”.

L’ambizione sostenuta dall’esperienza. Quali sono gli errori fatti la prima volta? “Una quantità! Mi limito ai più importanti. Assumere solo persone junior per paura di spendere troppo: così i founder diventano un collo di bottiglia, perché non hanno figure senior a cui poter delegare. L’errore è valutare le retribuzioni e non le persone. In ProntoPro ho perso collaboratori eccezionali per non pagarli 10mila euro in più. E poi bisogna gestire la cassa con obiettivi chiari. Per il prossimo round, ad esempio, i valori da raggiungere sono la soglia di fatturato e la marginalità. In ProntoPro, invece, pensavo di poter risolvere tutto. È molto importante focalizzarsi su un traguardo alla volta”.  

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