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Nasce a Roma il primo indice per promuovere la diffusione della cultura digitale delle pmi italiane

Un’iniziativa che in linea con gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 nasce da un’intensa collaborazione fra pubblico e privato. Confindustria e Generali, con il contributo scientifico dell’Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano e la partnership istituzionale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale,  hanno coinvolto un campione di 708 imprese (di cui 33% nel Nord Ovest, 32% nel Nord est, 13% nel Centro Italia e 22% al Sud) con l’obiettivo di conoscere quale fosse in Italia lo stato dell’arte in termini di cyber sicurezza, e promuovere la diffusione della cultura digitale fra le piccole e medie imprese italiane.

Nasce il primo Cyber Index Pmi 

Il primo Cyber Index Pmi ha evidenziato che 51 su 100 delle aziende italiane coinvolte dallo studio mostrano un livello di consapevolezza in termini di sicurezza digitale. Il 45% delle pmi intervistate riconosce il rischio cyber ma solo il 14% ha un approccio strategico in materia e ha la capacità di valutare il rischio cyber e mitigarlo, mentre il 55% è poco consapevole. Infine un 20% si può definire principiante in materia.

I dati emersi

    Cyber Index
    Cyber Index

Si evince che manca ancora un approccio strategico. Inoltre appare grande il divario in materia fra il nord e il sud del Paese, tanto da confermare l’importanza di iniziative di divulgazione e roadshow per diffondere la cultura del cyber risk con la partecipazione delle associazioni industriali, delle pmi presenti su tutto il territorio italiano e la rete di consulenti ed esperti Generali.

Il commento di Generali Italia

Giancarlo Fancel
Giancarlo Fancel

Giancarlo Fancel, country manager & ceo di Generali Italia, ha dichiarato: “Consapevoli della nostra responsabilità sociale in qualità di primo assicuratore in Italia, vogliamo contribuire in maniera concreta a diffondere tra le imprese la cultura della cyber sicurezza, ad accrescere la consapevolezza della vulnerabilità rispetto al rischio informatico e a sottolineare l’importanza dell’adozione di adeguate soluzioni di protezione. Lo facciamo con iniziative concrete a livello nazionale e locale.

Con il Rapporto Cyber Index PMI 2023 mettiamo a disposizione delle organizzazioni aziendali le nostre competenze e la nostra esperienza in tema di identificazione dei rischi cyber. Oltre a strumenti assicurativi innovativi, ci impegniamo a far sì che nel corso del tempo le pmi italiane siano sempre più consapevoli su un tema cruciale e sfidante per il nostro Paese, la nostra economia e la nostra società”.

Gli scenari contemporanei di crisi internazionale su vari fronti economici e geopolitici insieme al cambio di rotta repentino che l’epoca pandemica ha generato – con un’accelerazione e diffusione repentina del remote smart working – rappresentano sfide costanti e sempre crescenti per la gestione dei rischi cyber per tutte le aziende ed ancor più per le aziende di piccole e medie dimensioni.

Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale

Ma l’Italia è un paese che sa fare rete e sa vincere le sfide anche attraverso collaborazioni pubblico-privato vincenti. A tal proposito Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ha dichiarato: “Promuovere l’innovazione e favorire la trasformazione digitale delle pmi italiane significa anche metterle in condizione di saper gestire il rischio derivante dagli incidenti informatici.

A ciò si aggiunge anche la sfida posta dall’affermarsi di tecnologie dirompenti come l’intelligenza artificiale e il quantum computing, con tutte le opportunità e rischi che ne conseguono. Il rapporto presentato oggi, a cui ACN ha fornito pieno supporto, fotografa una realtà ben nota del proliferarsi e inasprirsi delle insidie digitali. Ecco perché è fondamentale fornire alle aziende italiane strumenti di autovalutazione come il “Cyber index PMI” per comprendere il grado di maturità nell’affrontare la minaccia cyber e predisporre quindi opportune misure tecnologiche e organizzative per alzare il livello di protezione e stimare il cosiddetto rischio residuo”.

Il commento di Confindustria

da sinistra, Marini, Santoni, Fancel, Bonomi, Frattasi, Piva

Agostino Santoni, vice presidente di Confindustria per il Digitale, ha ribadito : “I numeri dimostrano che la protezione dei dati è ormai un tema ineludibile. Dal 2018 al 2022 gli attacchi informatici a livello globale sono aumentati del 60% e solo in Italia, nel corso del 2022, abbiamo registrato un incremento del 169% rispetto all’anno precedente. Nel settore manifatturiero abbiamo raggiunto la cifra record di +191,7% e la spesa in cybersecurity nel nostro Paese ha raggiunto 1.590 milioni di euro nel 2022, in costante crescita.

È la dimostrazione di quanto stia aumentando la consapevolezza dei rischi legati alla sicurezza informatica, tanto che nella sfera imprenditoriale ormai è considerata un fattore strategico di competitività. Per questo Confindustria si è impegnata a sensibilizzare il proprio Sistema associativo sulla cybersecurity, con particolare attenzione alle pmi. Si tratta di un tema che l’attuale fase di transizione digitale ha reso ancora più urgente e, per gestire l’implementazione dei nuovi processi, va affrontato lavorando sulle competenze del capitale umano”.

Un dialogo importante

Questo dialogo fra eccellenze italiane con la nascita del primo Cyber Index Pmi vuole essere dunque l’inizio di un percorso di consapevolezza su un tema importantissimo – al pari di tematiche chiave come quelle della sostenibilità, della transizione e del Pnrr – e finora  sottovalutato, su cui occorre lavorare fin da subito perché tutte queste tematiche rappresentano leve strategiche e imprescindibili per la crescita strategica del Paese.

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