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La storia di Camparino in Galleria, il bar storico di Milano dove è stato lanciato il bitter che ha conquistato il mondo

Articolo tratto dal numero di dicembre 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

In una città frenetica e innovativa come Milano, dove ogni giorno nascono bar e ristoranti e il pubblico sembra sempre alla ricerca della novità, esiste un’eccezione che porta il nome di Camparino in Galleria. Un locale, allo sbocco della Galleria Vittorio Emanuele II, di fronte al Duomo di Milano, che dal 1915 è rimasto fedele a se stesso. Ed è diventato un monumento cittadino, parte del patrimonio storico di generazioni di milanesi e non solo.

La tradizione del bere all’italiana

Il locale è una tappa imprescindibile per gli amanti dei cocktail e della mixology di tutto il mondo, che vengono qui per respirare la storia e la tradizione del bere ‘all’italiana’, insieme a quella cultura, che il mondo ci invidia, basata sul rituale dell’aperitivo. Il suo protagonista è il bitter rosso: l’unico e originale Campari. Come si intuisce dal nome, il legame tra il brand e il bar è indissolubile, a partire dalle origini, ovvero da quando il locale è stato aperto da Davide Campari.

La storia

All’epoca si trovava di fronte a un altro locale di famiglia, il Caffè Campari, esercizio cheGaspare Campari, padre di Davide e creatore del bitter, aveva fondato nel 1867. Entrato fin dalla nascita nel cuore dei milanesi e simbolo dell’aperitivo per la città. Erano anni d’oro per la tradizione dell’aperitivo in Italia, ma fino ad allora la capitale indiscussa era stata Torino, la città dei Savoia, con i suoi vermouth al bicchiere e i suoi rosoli dolci. Il bitter inventato dalla famiglia Campari era stato una rivoluzione nei costumi e nei consumi, e grazie al suo successo Milano stava diventando la nuova capitale del bere bene.

Nell’autunno 2019, Camparino ha riaperto al pubblico dopo un importante restyling degli spazi, con un’identità e un’offerta rinnovate, tese a consacrarlo come punto di riferimento a livello internazionale per gli amanti della mixology e dell’innovazione gastronomica, grazie alla divisione dei suoi due locali: il Bar di Passo e la Sala Spiritello.

La connessione tra Campari e Milano

Il Bar di Passo è quello a cui tutti si riferiscono pensando al locale. Situato al piano terra, è un ampio spazio all’aperto che si affaccia sulla galleria e conserva ancora il suo caratteristico stile liberty, che ne esalta l’eredità grazie a un restauro curato dallo Studio Lissoni Associati. Sala Spiritello, invece, è al secondo piano e offre un’esperienza premium e più intima.

Il nome deriva da un’altra forte connessione tra la famiglia Campari e la storia di Milano, ovvero quella artistica, che nel tempo ha portato il brand a collaborare con alcuni dei creativi, pittori e designer più innovativi del mondo. In questo caso, a impreziosire la sala è l’originale Spiritello del pittore e illustratore Leonetto Cappiello, opera d’arte del 1921.

Oltre che nello stile degli arredi, i due spazi si differenziano anche nell’offerta. Il servizio del Bar di Passo è tradizionale, con consumazione al banco o al tavolo. La Sala Spiritello, invece, è il luogo dove l’abbinamento tra cocktail e cibo diventa un’esperienza pensata sulla persona per offrire sensazioni nuove, contrasti misurati e accostamenti di gusto sorprendenti. Il luogo dove l’arte della miscelazione dei bartender prende vita, affacciandosi direttamente su Piazza Duomo.

Da fine 2023, al Bar di Passo e Sala Spiritello si affiancherà la Sala Gaspare, massima celebrazione del genio di Gaspare Campari e santuario della mixology, dove la storia e gli elementi del brand si intrecciano con quelli della città, fondendosi in uno stile moderno. Un ambiente accogliente ed esclusivo, per un’esperienza immersiva nel mondo di Campari sotto la guida di Stefano Agostino, bar supervisor.

L’esperienza culinaria

L’arte dell’aperitivo all’italiana non consiste solo nel bere qualcosa, ma anche nell’accompagnarlo in maniera adeguata con una proposta food. Proprio per questo Camparino in Galleria non è solo sinonimo di eccellente mixology, ma offre ai suoi ospiti anche un’esperienza culinaria creata per soddisfare anche i palati più esigenti.

Il menu, sia del Bar di Passo che della Sala Spiritello, si ispira alla filosofia del cocktail&food pairing, uno studio sul miglior abbinamento tra cibo e cocktail per esaltarne le qualità, con un’evidente impronta italiana. Ovviamente, anche sotto quest’aspetto i due banconi differenziano la propria offerta: gli abbinamenti proposti al Bar di Passo sono legati alla tradizione, mentre quelli serviti in Sala Spiritello sono più innovativi.

Si può da Camparino per prendere un classico come Campari e seltz, o uno shakerato, oppure portare un amico che viene dall’estero per fargli scoprire perché il Negroni è diventato il cocktail più bevuto al mondo. O ancora, si può andare a cercare qualcosa di nuovo. Qui la cocktail list offre sempre sorprese, e non è un caso che il locale sia presente nelle più grandi classifiche internazionali, da 50 Best Bars a Top 500 Bars. Perché Camparino non è solo la storia della miscelazione milanese e italiana, ma è anche il suo futuro.

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