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Space Economy

La nuova frontiera italiana: Apogeo Space creerà una costellazione di 96 satelliti per l’internet of things

Articolo tratto dal numero di gennaio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

Di Emilio Cozzi e Davide Riccardo Lizzani

L’orbita è già stata raggiunta. Adesso, all’italiana Apogeo Space non rimane che inaugurare l’attività commerciale di Pico-IoT, acronimo di Picosatellite Constellation for Internet of Things. È una costellazione che al completamento, nel 2027, sarà composta da 96 picosatelliti, così chiamati per via delle dimensioni molto ridotte: dieci centimetri di base e lato per tre di spessore e un peso di appena 400 grammi.

I piccoli apparati sorvoleranno tutte le aree più remote del pianeta per garantire una copertura globale ai clienti che vogliano ricevere informazioni anche da dove la connessione via Sim non è disponibile. “Interveniamo in tutte le situazioni in cui ci sia la necessità di raccogliere dati significativi, ma trasmetterli è difficile”, spiega Guido Parissenti, fondatore e amministratore delegato dell’azienda, che ha sede a Brescia.

Che cosa fa Apogeo Space

Apogeo Space ha già in mente settori di applicazione diversi per il proprio sistema di telecomunicazione, come il monitoraggio delle condizioni di umidità e pH dei terreni per l’agricoltura 4.0, per indirizzare meglio i trattori a guida autonoma, o il tracciamento Gps di un container nell’oceano. I casi d’uso sono numerosi almeno quanto gli ambiti di applicazione; si arriva anche al monitoraggio delle grandi infrastrutture, dalle autostrade alle ferrovie, fino ai gasdotti e agli oleodotti in aree remote, garantendo la comunicazione con linee, primaria e secondaria, capaci di integrarsi quando necessario. Via dai tecnicismi, “il nostro obiettivo è essere abilitatori per tutte le attività che attraverso i dati possono essere svolte meglio”, affermava Parissenti in occasione del rilascio dei primi nove picosatelliti della costellazione, l’11 novembre.

Secondo i piani di Apogeo Space, questo primo stormo funzionerà da test, sia tecnico che di mercato. “Stiamo facendo le cose con calma e per bene”, commenta oggi l’ad. “Vendiamo un servizio che ha applicazioni trasversali. Non potendo essere esperti in ogni campo, abbiamo stretto accordi con diverse aziende italiane per individuare le migliori aree di utilizzo di ciò che forniamo”.

I piani

Le attività commerciali saranno inaugurate con la messa in funzione dei prossimi nove satelliti, il cui lancio è previsto fra marzo e giugno 2024. Allora l’azienda potrà cominciare a fornire servizi ai clienti che necessitino di un paio di connessioni al giorno, come quelli dell’agricoltura 4.0, ma per raggiungere altre fette di mercato occorrerà una copertura globale e continua, obiettivo che vuole centrare entro il 2027. Tuttavia, anche una volta raggiunti i 96 satelliti funzionanti, Apogeo Space continuerà a lanciarne altri. La loro operatività è stimata fra i cinque e gli otto anni, sebbene vada considerata l’incognita del vento solare, capace di spingere e deformare l’atmosfera fino a far decadere l’orbita degli apparati. Anche per questo, e per garantire un servizio via via migliore, l’azienda sostituirà i propri satelliti ogni due anni, in modo da migliorarne le capacità tecniche e le prestazioni.

“La miniaturizzazione ci permette non solo, a parità di peso lanciato in orbita, di avere più presenza, ma anche di eseguire un costante aggiornamento tecnologico”, spiega Parissenti. “Non è un progetto perfetto, lo dobbiamo migliorare nella connettività fra noi e il satellite”. La velocità alla quale Apogeo Space può scaricare le informazioni ricevute dai satelliti avviene a una frequenza che in futuro potrebbe infatti rivelarsi un collo di bottiglia: “Fra un anno vorremmo implementare la connettività passando ad altre frequenze”.

Per portare in orbita i suoi primi picosatelliti, Apogeo Space ha comprato un passaggio a bordo di un razzo Falcon 9 di SpaceX nella modalità rideshare, cioè deputato a trasportare in orbita carichi di clienti diversi (nell’occasione, 113 satelliti in tutto). Per raggiungere poi le orbite desiderate, Apogeo Space si è appoggiata a D-Orbit, azienda comasca che fornisce un servizio di taxi spaziale coi suoi otv (orbital transfer vehicle). “Ci piacerebbe chiudere il cerchio e lanciare con Vega, ma purtroppo ora SpaceX è l’unica azienda in grado di garantire lanci regolari a prezzi accettabili. E questo è un problema geopolitico serio per l’Europa”, ha concluso il ceo, alludendo alla delibera europea che ha affidato alla compagnia di Elon Musk il lancio di tre satelliti Galileo dell’Unione, strategici perché dedicati alla navigazione e al posizionamento.

Quanto vale il mercato IoT

Per affrontare il costo dei primi lanci, Apogeo Space sta attingendo dai 5 milioni di euro ottenuti nel 2022 dal fondo di investimenti Primo Space, a cui si sono aggiunti 262mila euro disposti dall’Agenzia spaziale italiana. Sono investimenti basati sulle previsioni che vedono il mercato IoT in forte crescita nei prossimi anni. Mentre oggi il suo valore si attesta sul miliardo di dollari, nel 2027, anno del completamento di Pico-IoT, dovrebbe raggiungere i 3 miliardi. La fetta più grande del mercato, il 32%, oggi è mangiata dagli Stati Uniti, già entrati nel mercato IoT grazie a Swarm Technologies, una controllata di SpaceX.

Apogeo Space introduce però una novità: un piano di utilizzo gratuito sotto una soglia base. Per comunicare coi suoi satelliti, l’azienda fornisce al cliente device che raccolgono un dato (umidità, temperatura, coordinate Gps) e lo inviano ai satelliti. I primi dieci dispositivi sono gratuiti e il loro utilizzo, fino a due messaggi al giorno, non comporta costi. Superata questa soglia, il cliente pagherà 99 centesimi al mese per ogni device oltre il decimo e un centesimo per ogni messaggio dopo il secondo del giorno. Cifre decisamente più contenute rispetto a quelle dei competitor. “Guardiamo al futuro con entusiasmo”, ha dichiarato Parissenti, “per dare un contributo importante al mondo delle telecomunicazioni per l’IoT”.

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