Space Economy

La corsa alla ricchezza spaziale: ecco le aziende che vogliono raggiungere gli asteroidi metallici

Di Patrizia Caraveo ed Emilio Cozzi

Il 2024 sarà un anno di svolta nella storia dell’esplorazione spaziale perché per la prima volta vedremo strumenti privati su altri corpi del Sistema solare. La Luna verrà visitata da missioni private sponsorizzate dalla Nasa nell’ambito del programma denominato Commercial Lunar Payload Services, o Clps. Compagnie spaziali statunitensi, come Astrobotic o Intuitive Machines, hanno avuto finanziamenti della Nasa per sviluppare lander capaci di portare strumentazione o, se si preferisce, passeggeri robotici paganti sulla superficie selenica. È un business di logistica lunare nell’ambito del quale, una volta costruito il lander, il guadagno proviene dalla vendita di trasporti per carichi paganti. Le prospettive economiche dipendono molto dalla possibilità di acquistare il lancio a un prezzo competitivo. Proprio per abbattere i costi, si cerca di sfruttare in pieno le capacità di carico del lanciatore accettando altri passeggeri che pagheranno una parte delle spese di trasporto. In questi casi, cosiddetti rideshare, i carichi del lancio condiviso iniziano il percorso seguendo la stessa traiettoria, quindi ognuno va per la sua strada.

È quello che succederà in qualche momento nei prossimi mesi, quando un carico lunare gestito da Intuitive Machines condividerà il lanciatore Falcon 9 con la missione Odin di AstroForge, una società americana focalizzata sullo sfruttamento minerario degli asteroidi metallici. Odin, prima di arrivare alla Luna, devierà per andare a dare un’occhiata a un asteroide promettente e decidere se sia effettivamente interessante per AstroForge, che ha deciso di non rivelare di quale oggetto si tratti. In questo modo, Odin rappresenterà due ‘prime volte’: si tratterà della prima missione privata al di là della Luna e, insieme, della prima missione planetaria segreta, visto che non se ne conosce la destinazione.

I minatori dello spazio

Questo velo di segretezza è una novità che gli astronomi e la comunità spaziale non accolgono con favore. Il fatto che sia possibile lanciare una missione senza specificarne la meta e gli obiettivi evidenzia le lacune nella regolamentazione del volo spaziale e fa scricchiolare il principio per cui l’esplorazione del cosmo deve portare benefici a tutta l’umanità. 

In effetti, nel trattato sull’uso pacifico dello spazio non ci sono restrizioni legali che impediscano di mantenere il segreto sulla destinazione di un lancio nello spazio profondo, dal momento che non è prevista una procedura per chiedere l’autorizzazione per questo tipo di missioni. 

Non è tuttavia difficile immaginare che potrebbero sorgere problemi complessi se più minatori di asteroidi arrivassero sullo stesso oggetto. Forse per prevenire questi contenziosi, AstroForge ha adottato un approccio non così diverso da quello dei cercatori d’oro che tentavano di tutto pur di nascondere la posizione del loro prezioso filone aurifero. I minatori spaziali non vogliono fornire informazioni che potrebbero essere utili a qualche concorrente, alla ricerca di un asteroide metallico di interesse commerciale. È ragionevole supporre che AstroForge punti a un asteroide di tipo M, cioè metallico. Sono gli asteroidi più rari e si ritiene siano frammenti di nuclei planetari falliti che potrebbero essere ricchi di metalli del gruppo del platino, con una vasta gamma di usi tutti venduti a caro prezzo.

La corsa agli asteroidi metallici

Nessun veicolo spaziale ha mai visitato un asteroide metallico. Una mancanza che la Nasa si propone di colmare con la missione Psyche, lanciata a ottobre verso un asteroide di tipo M, chiamato 16 Psyche, che però, risiedendo nella fascia principale degli asteroidi tra Marte e Giove, non verrà raggiunto prima dell’agosto del 2029. Un periodo che offre ad AstroForge la possibilità di essere la prima compagnia privata a visitare un oggetto del genere (o almeno così sarebbe lecito supporre).

A onor del vero, grazie ad alcuni indizi, il bersaglio potrebbe non essere così misterioso: AstroForge ha dichiarato che il viaggio durerà un anno e che il sasso cosmico ha dimensioni non superiori a 100 metri. È quindi evidente che l’asteroide sia uno di quelli ‘vicini’, che descrivono un’orbita non molto diversa da quella terrestre. Selezionando tra i 30mila Near Earth Objects censiti finora quelli più brillanti – perché più riflettenti a causa della presenza di metalli -, la lista si restringerebbe a 300. Quindi, circoscrivendo la scelta in base alle dimensioni, la rosa si ridurrebbe a 14. C’è chi scommette su 2010 CD55, di 88 metri, raggiungibile proprio in un anno di viaggio. Odin dovrà fotografare la superficie e capire se la brillantezza è dovuta alla presenza di metalli, una caratteristica probabile, ma non sicura. Quando nel 2010 la sonda Rosetta sorvolò l’asteroide Lutetia, che si supponeva metallico, si scoprì che non lo era.

Il prezzo dell’esplorazione

In ogni caso, per la raccolta di campioni o per la vera prospezione mineraria bisognerà aspettare una missione successiva, molto più complessa e costosa. Per il momento AstroForge ha raccolto solo 13 milioni di dollari di investimenti, briciole rispetto al costo di ben oltre 1 miliardo della missione Nasa Osiris-Rex, che ha riportato a Terra circa 200 grammi dell’asteroide carbonioso Bennu. Perché anche qualora venisse trovato l’asteroide perfetto, magari traboccante di preziosissimo iridio, il problema sarebbe portare il materiale sulla Terra.

I campioni di Bennu raccontano la storia della formazione de Sistema solare; quelli di un asteroide metallico potrebbero portare ricchezze sconfinate, a patto che le società non falliscano prima, come è già successo per altre startup minerarie spaziali. Il 2024 racconterà anche questo tipo, nuovo, di storia.  

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