Per gli investitori che credono nelle potenzialità dello sfruttamento dei corpi celesti, lo studio degli asteroidi è un argomento di grande interesse. Chi progetta di aprire un’attività mineraria interplanetaria necessita di informazioni dettagliate sugli oggetti più promettenti, sui quali effettuare poi prospezioni. Nessuno sarebbe disposto a organizzare missioni rischiose e ad alto costo per aprire miniere su un asteroide carbonioso come Ryugu e Bennu, che sono stati oggetto di studio in loco da parte della Jaxa, l’agenzia spaziale giapponese, e della Nasa. Quelle rientrate sulla Terra con qualche grammo di materiale extra-planetario sono capsule del tempo della storia del Sistema solare. Hanno un inestimabile valore scientifico, ma sono poco interessanti dal punto di vista economico.
Per questo, dopo avere festeggiato, il 24 settembre, la consegna di circa 200 grammi di materiale dell’asteroide Bennu, raccolti dalla sonda Osiris Rex, la Nasa continua lo studio degli asteroidi con la partenza della missione Psyche, destinata a studiare 16 Psyche, un asteroide diverso perché metallico, più raro, ma molto più intrigante per i potenziali minatori spaziali.
Quanto vale 16 Psyche
Scoperto all’osservatorio di Capodimonte nel 1852 da Annibale de Gasparis, 16 Psyche è stato il sedicesimo corpo celeste a essere osservato nella fascia degli asteroidi che occupa una vasta zona tra Marte e Giove, dove orbitano milioni di sassi celesti. Tra questi Psyche campeggia non solo perché, con i suoi 279 chilometri di diametro, è uno dei più grandi, ma anche perché è molto brillante. In effetti, analizzando la luce solare riflessa dalla sua superficie, si è capito che è composto da ferro e nichel, proprio come le meteoriti ferrose che cadono sul nostro pianeta. Potrebbe essere il resto di un nucleo planetario che ha perso il mantello a causa di urti con altri corpi celesti. Gli scienziati sperano che Psyche possa essere d’aiuto per capire meglio il nucleo della Terra, che, pur sotto i nostri piedi, è irraggiungibile.
Tuttavia, l’interesse per l’asteroide metallico, che la missione statunitense raggiungerà nell’agosto del 2029 dopo un viaggio di quattro miliardi di chilometri, va oltre la sua valenza scientifica. Lyndy Elkins-Tanton, responsabile della missione, ha fatto tesoro del suo passato da geologa per stimare il valore di 16 Psyche in circa dieci quintilioni di dollari. Per rendere l’idea, un quintilione è un milione di milioni di milioni. I patrimoni delle persone più ricche della Terra si stimano in centinaia di miliardi di dollari e il Pil di tutte le nazioni messe assieme è inferiore a 100mila miliardi.
16 Psyche, insomma, varrebbe 100mila volte l’intero Pil del nostro pianeta. Un numero che, però, non deve trarre in inganno, considerato che queste ricchezze sono – e resteranno – al di fuori della nostra portata. È la stessa responsabile della missione a mettere in guardia dai facili entusiasmi: non solo non abbiamo la capacità di sfruttare la ricchezza di 16 Psyche, ma, se ci riuscissimo, il mercato del nickel sarebbe inondato e, per conseguenza, il valore del metallo crollerebbe.
Qual è il modello di business
Il fatto che 16 Psyche non rappresenti il nuovo Eldorado non significa però che il progetto di sfruttare altri asteroidi dal punto di vista minerario sia da abbandonare. Certo, il business plan non è dei più facili, perché sono richiesti ingentissimi investimenti iniziali i cui frutti, se tutto andrà bene, arriveranno solo tra molti anni. Oltre a essere pazienti, gli investitori devono amare il rischio, perché nessuno può quantificare le possibilità di successo.
Questo spiega perché le compagnie nate una decina di anni fa, sull’onda dell’entusiasmo per lo Space Act del presidente Obama, non sono più operative. Obama aveva dichiarato che, pur rispettando il trattato sull’utilizzo pacifico della spazio, che vieta alle nazioni di possedere corpi celesti, le compagnie private potevano sfruttare le ricchezze. Le miniere spaziali non potevano essere possedute, ma potevano essere sfruttate.
Le startup
Peccato che sia Planetary Resources, sia Deep Space Industries abbiano chiuso prima di riuscire a estrarre alcunché. Il che non ha impedito la nascita di nuove compagnie, come Astro Forge e TransAstra Corporation. Per rendere profittevole questo tipo di business occorrerebbe anzitutto trovare un asteroide metallico più vicino, perché raggiungere la fascia degli asteroidi (tra Marte e Giove) implica un viaggio troppo lungo. Sarebbe inoltre opportuno iniziare da un asteroide metallico abbastanza piccolo da potere, magari, essere catturato per portarlo più vicino alla Terra, in modo da rendere le operazioni degli astro-minatori più semplici.
Certo, non succederà domani, ma le possibilità di successo di piani di questo genere crescono man mano che il prezzo di accesso allo spazio diminuisce. Le compagnie che hanno chiuso non hanno potuto sfruttare la rivoluzione di SpaceX, che, con il lanciatore Starship, promette di abbassare il costo di lancio fino a poche centinaia di dollari al chilogrammo.
16 Psyche non sarà oggetto della nuova corsa all’oro, ma la missione a lui dedicata potrebbe farci capire come si siano formati i pianeti rocciosi come il nostro. Un piccolo grande passo per un business smisurato.
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