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Innovation

Questa startup vuole stampare in 3D droni militari per la guerra in Ucraina

Questo articolo è apparso su Forbes.com

Con il prosieguo della guerra tra Russia e Ucraina, l’ingegnere specializzato nella difesa militare e nelle tecnologie di stampa 3D Ian Muceus recentemente ha visitato Kiev. Affascinato dai droni, fondamentali per la difesa della nazione, era lì saperne di più su come venivano prodotti in serie e avere un’ispirazione per la sua azienda di difesa finanziata dal Pentagono: Firestorm Labs.

A dicembre 2023, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato piani per produrre decine di migliaia di droni ogni mese e, più recentemente, la costituzione di un dipartimento delle forze armate dedicata a loro. Con l’invasione russa che entra nel suo terzo anno, il Paese potrebbe diventare un campo di prova vitale per il nuovo progetto di Firestorm: una fabbrica delle dimensioni di un container che può fabbricare droni pronti per la guerra in meno di un giorno.

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Firestorm lo chiama xCell e afferma che è progettato per essere facilmente consegnato sulle linee del fronte per produrre droni specifici per missioni o convertire rapidamente sistemi più vecchi per adattarli a un’operazione specifica. La tecnologia stampa il telaio del drone, che può essere rapidamente equipaggiato con sistemi preconfigurati, motori e carichi utili. “Si possono apportare modifiche in ore o giorni anziché settimane”, ha detto il cofondatore e ceo di Firestorm, Dan Magy.

Firestorm ha recentemente aperto una fabbrica di 4.500 metri quadrati a San Diego che stampa droni in 3D e costruisce xCell da inviare poi sul campo di battaglia. Firestorm stima che le guerre del futuro passeranno attraverso la produzione di 10.000 droni al mese. “Penso che, purtroppo, sia ciò che sarà richiesto, e lo stiamo vedendo in Ucraina”, ha detto Muceus a Forbes.

Il vantaggio della decentralizzazione

Per raggiungere questi livelli di produzione, Firestorm sta accumulando capitale di rischio. In round di investimento non annunciati, l’azienda ha attirato 12,5 milioni di dollari di finanziamenti, 3 milioni dei quali da Lockheed Martin Ventures, la società già nota per due accordi nel 2023. L’azienda prevede di utilizzare quei soldi per aumentare la produzione di xCell e per sviluppare due droni che possono essere stampati in 3D in meno di un giorno: il Tempesta da 55 libbre e il El Nino da 10 libbre, progettati per sortite più precise.

La grande domanda è: quanti droni piò realisticamente produrre Firestorm? Eveline Buchatskiy, partner di D3, venture capital di Kiev che supporta le forze armate dell’Ucraina, ha detto a Forbes di non aver ancora visto una tecnologia di stampa 3D che sia “competitiva nella produzione su larga scala”. Ma, ha aggiunto, decentralizzare le strutture di produzione potrebbe essere vantaggioso in una guerra in cui le aziende di droni sono state direttamente colpite da attacchi russi. Piccole stazioni di stampa 3D disperse potrebbero ridurre le possibilità che una fonte chiave di produzione di droni venga eliminata da un singolo attacco russo.

“Avere una gigafabbrica come Tesla a è semplicemente impraticabile”, ha detto Buchatskiy a Forbes. “Speriamo certamente in una migliore tecnologia di stampa 3D, semplicemente non sappiamo se arriverà abbastanza presto per avere un impatto in questa guerra”.

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Un drone ad alta tecnologia

Firestorm non ha ancora ottenuto alcun contratto pubblico in Ucraina, ma ha trovato sostenitori al Pentagono. Nel novembre 2023 ha ottenuto un accordo con il Dipartimento della Difesa del valore di 3,8 milioni di dollari per progettare e fabbricare un drone Tempesta modificato. Un contratto di settembre da 1,3 milioni di dollari con l’Aeronautica finanzia l’azienda per creare un’unità xCell che può produrre droni a lungo raggio. È anche uno dei tanti appaltatori su un ampio contratto da 46 miliardi di dollari chiamato Eglin Wide Agile Acquisition Contract, che è stato istituito per rendere l’approvvigionamento di armi per il Dipartimento della Difesa più rapido e agile.

Magy ha detto a Forbes che Firestorm spera di produrre ogni tipo di drone per il Pentagono e i suoi alleati. In particolare, vorrebbero produrre un tipo di drone in grado di  operare in ambienti in cui il segnale è precario e in cui i piloti possono perdere la connessione con i dispositivi. Questo è un problema che, secondo i rapporti di Forbes, il Dipartimento della Difesa e l’ex capo di Google Eric Schmidt stanno cercando di risolvere attraverso ingenti investimenti e supporto alle  imprese.

Il terzo cofondatore Chad McCoy, ex capo del Joint Special Operations Command dell’Aeronautica, sostiene che i droni dell’azienda siano già migliori della concorrenza nell’evitare di essere rilevati dai radar, aggiungendo: “Saremo in grado di lanciare centinaia di droni in spazi dove, tradizionalmente, i sistemi non pilotati non sarebbero stati presi in considerazione”.

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