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Le startup italiane creano sempre più posti di lavoro: crescita del 59% in due anni

“Le startup non sono soltanto imprese giovani, innovative e ad elevata crescita, ma si confermano come uno dei principali motori dell’economia del nostro Paese, capaci di dare un contributo significativo alla creazione di nuovi posti di lavoro”, ha detto Francesco Cerruti, direttore generale di Italian Tech Alliance, commentando la ricerca realizzata per l’azienda dagli Osservatori startup hi-tech e startup thinking del Politecnico di Milano.

La ricerca

Tra il 2020 e il 2022, il tasso di crescita dei posti di lavoro nelle startup italiane è stato del 59%, con un tasso medio di crescita annuale del 26,2%, con l’80% dei posti di lavoro generato da circa il 25% delle startup. Nel 2020 i dipendenti erano complessivamente 9.640, nel 2022 hanno superato le 15.300 unità. Nel 2021 erano stati generati 2.779 nuovi posti di lavoro, saliti a 2.940 nel 2022.

Inoltre, nel 2022, il 50% dei posti di lavoro è riconducibile alle scaleup. “La presenza di un sano e dinamico ecosistema di startup è garanzia fondamentale da una parte di vitalità del tessuto produttivo e dall’altra della creazione di opportunità professionali all’altezza per tanti potenziali professionisti che troppo spesso nel nostro Paese sono costretti ad emigrare”, continua Cerrutti.

Confrontando il tasso medio annuale di crescita dei dipendenti con quello di campioni comparabili di pmi e grandi aziende, si nota come a livello assoluto le grandi imprese mantengono valori superiori in termini di posti di lavoro netti generati, ma le startup generano un numero di posti di lavoro superiore alle pmi e a livello relativo hanno un tasso di crescita superiore sia alle grandi aziende, che alle medie e piccole, che si attestano rispettivamente al 4,3%, 3,2% e 6%.

I dipendenti

I dipendenti delle scaleup, secondo la ricerca, sono passati dai 4.310 del 2020 ai 6.266 del 2021 (+40%) fino ai 7.623 del 2022 (+26%). Delle 15.359 posizioni lavorative delle startup fotografate dalla ricerca, circa la metà (50,4%) sono riconducibili alle scaleup.

Dalle interviste condotte alle scaleup italiane, emerge come nel 2023, il 30% dei collaboratori delle scaleup italiane è donna: sebbene ci sia un gender gap, la presenza femminile è in crescita rispetto al 2020 quando era al 24%. Il divario risulta più accentuato in contesti tech-intensive.

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L’82% dei dipendenti delle scaleup intervistate ha almeno una laurea triennale, il 70% ha un background tecnico-scientifico, il 18% economico-manageriale e il 12% umanistico

I tassi di crescita della popolazione impiegata dalle startup superano quelli di tutte le altre categorie imprenditoriali, aziende e pmi, e sottolineano l’urgenza di favorire la conversione delle startup in scaleup. Questo passaggio è cruciale per raggiungere una prima maturazione dell’ecosistema startup italiano” dichiara Antonio Ghezzi, direttore osservatorio startup hi-tech del Politecnico di Milano. “Tuttavia, per promuovere efficacemente questo processo, dobbiamo prestare attenzione a segnali d’allarme come la carenza di competenze tecnico-scientifiche e il rischio di fuga di cervelli verso paesi esteri con offerte più competitive.”

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