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Da Soros a Kairos: chi sono i fondi internazionali che hanno investito in Mps

Una fenice che risorge dalle sue ceneri e che ancora affascina i palati fini e ghiotti dei mercati, in particolar modo quelli internazionali. Banca Monte Paschi di Siena sembra essere tornata in scia, dopo anni di continue ed evidenti difficoltà economiche e strutturali che, più volte, l’hanno resa oggetto di possibili fusioni con altri istituti italiani, in un risiko bancario infinito e continuamente in allerta di nuove opportunità. Ma Mps adesso sta viaggiando su un binario diverso e più solido rispetto al passato. E le novità degli ultimi mesi lo dimostrano.

Lo Stato inizia a defilarsi da Mps

Partendo dalle notizie più recenti, martedì il Mef ha comunicato di aver perfezionato – tramite un ‘accelerated book building’ (che è una procedura con cui vengono cedute ad investitori istituzionali quote societarie particolarmente rilevanti) –  il  12,5% del capitale sociale di Mps (pari a 157.461.216 azioni ordinarie), al prezzo di 4,15 euro per azione per un totale complessivo di 650 milioni di euro. Si tratta di uno sconto pari al 2,49% rispetto al prezzo di chiusura delle azioni della Banca registrato in data 26 marzo 2024. La partecipazione del Mef nel capitale sociale di Mps scende così 39,23% al 26,73% circa del capitale sociale. Con la promessa, almeno per un periodo di 90 giorni, di non vendere sul mercato ulteriori azioni dell’istituto.

Considerata un successo dato che la “domanda raccolta è stata pari a oltre tre volte l’ammontare iniziale”, l’operazione ha visto come protagonisti BofA Securities, Citigroup Global Markets Europe AG, Jefferies e Mediobanca (che hanno agito nel ruolo di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners) e di Clifford Chance (che ha agito in qualità di consulente legale).

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Gli impegni con l’Ue, Giorgetti: “Ci siamo”

Come riporta Reuters, a seguito dell’operazione, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, a margine del question time alla Camera, ha risposto con un sicuro “Ci siamo” alla domanda inerente al rispetto degli impegni di riprivatizzazione di Banca Monte dei Paschi di Siena concordati con l’Unione Europea, in seguito al salvataggio statale del 2017. Precisando peraltro che l’accordo con la Commissione Ue si riferisce alla cessione del controllo della banca, suggerendo quindi che non è necessario vendere l’intera partecipazione.

Gli investitori: c’è anche Soros

Come evidenziato dal Corriere, se i fondi italiani hanno comunque risposto in modo positivo (comprando sopra il 10% dei titoli), la risposta positiva all’operazione è arrivata soprattutto a livello globale, con una forte presenza di fondi del Regno Unito (che avrebbero sottoscritto il 51% dell’offerta) e degli Stati Uniti (34%). Tra gli investitori con una prospettiva di lungo termine, spiccano anche alcuni che avevano già partecipato alla prima tranche: da Wellington, a Toscafund, Marshall Wace, Norges, poi Kairos, Soros Capital ed Helikon.

Lo scorso 8 marzo, l’istituto aveva dichiarato di aver concluso con successo il collocamento di una nuova emissione obbligazionaria unsecured Senior Preferred con scadenza 5 anni (rimborsabile anticipatamente dopo 4 anni) per un ammontare pari a 500 milioni di euro. Operazione che ha raccolto ordini per circa 1,3 miliardi di euro da parte di oltre 140 investitori italiani ed internazionali, confermando, anche in questa occasione, il forte apprezzamento da parte del mercato istituzionale per la banca. “La domanda è stata ben diversificata, sia come tipologia di investitori, che per distribuzione geografica con l’Italia 45%, Regno Unito e Irlanda complessivamente 39% e altri Paesi 16%”, aveva evidenziato Mps.

Il dividendo e il rally delle azioni di Mps (+130% in un anno)

Un’altra importante novità che conferma il trend positivo di Mps riguarda il dividendo. Ieri, infatti, l’istituto ha comunicato di “aver ottenuto l’approvazione da parte della Bce in merito alla proposta di pagamento di un dividendo di 0,25 euro per azione, per un importo complessivo di circa 315 milioni di euro, da sottoporre all’Assemblea dei Soci in programma il prossimo 11 aprile”. Un indizio importante che si allinea al rally finanziario messo a punto negli ultimi 12 messi in Borsa. Da marzo 2023 a oggi il titolo dell’istituto è cresciuto di oltre il 130%, con le azioni che sono volate dal prezzo di 1,83 euro per azione a quello attuale di 4,28 euro.

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