Inter, Serie A, club di proprietà americana
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Una Serie A sempre più a stelle e strisce: con l’Inter adesso sono 7 le squadre di proprietà americana

Una Serie A sempre più a stelle strisce. Con l’ufficialità del passaggio delle quote dell’Inter da Steven Zhang al fondo Oaktree, adesso sono 7 i club del nostro massimo campionato a battere bandiera americana, ossia più di un terzo (il 35%). Una quota molto rilevante che, oltre a evidenziare il fallimento dell’avanzata cinese, già anticipato dall’era Yonghong Li, al Milan, sottolinea, ancora una volta, il distacco dal modello ‘familiare’ del passato.

Quando i club, soprattutto i grandi, erano sotto il controllo dei grandi imprenditori italiani, da Massimo Moratti, fino ad arrivare a Silvio Berlusconi e alla famiglia Agnelli. Quest’ultima ancora al comando della Juventus, ma in modo totalmente differente rispetto al passato (d’altronde è pur sempre una società quotata in Borsa).

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Tu vuò fà l’americano

Tralasciando i modelli padronali rappresentati dai imprenditori come Aurelio De Laurentiis, Claudio Lotito e Urbano Cairo, tanto per fare alcuni esempi, la rivoluzione silenziosa che si è innescata all’interno della nostra Serie A (e non solo) non è altro che frutto di un modello che, a poco a poco non funzionava più. Non portando alcun riscontro economico, ma solo ingenti perdite. Un contesto perfetto per chi, da tradizione, è in cerca di opportunità. Ed è qui che si sono inseriti i grandi fondi di investimento, rappresentati in particolar modo da Elliott e da Oaktree, che ‘si sono ritrovati’ a prezzi stracciati società da un valore economico decisamente superiori.

Basti pensare che Oaktree ha assunto il comando dell’Inter per 275 milioni di euro (questa era la cifra del prestito garantito a Zhang prima degli interessi), una cifra decisamente al di sotto del valore della società, che secondo Forbes si attesta a 1,06 miliardi di euro.

Non solo inter, le altre “americane”

Guardando oltre, come dicevamo, anche il Milan è finito in mani americane, quelle di RedBird Capital Partners di Gerry Cardinale, continuando il suo percorso a stelle strisce dopo la gestione del fondo Elliott (anche se l’acquisizione è finita sott’indagine). Un percorso simile a quello della Roma, passata nel 2020 dall’italo-americano James Pallotta a Dan Friedkin (con  un patrimonio di 6,3 miliardi di dollari secondo Forbes. Destino americano anche per Atalanta e Fiorentina.

Se i bergamaschi sono controllati al 55% da un gruppo di imprenditori guidati da Stephen Pagliuca, co-chairman di Bain Capital, i viola invece hanno come condottiero Rocco Commisso, il quale secondo Forbes possiede un patrimonio di 7,6 miliardi di dollari. E non è finita qui. Perché se il Genoa fa parte del fondo americano 777 Partners, anche il Parma, neopromossa per la prossima stagione di Serie A, è di proprietà dell’imprenditore Kyle Krause che ha acquisito il club nel 2020.

Le altre proprietà estere nel calcio italiano

Anche se quella americana è la presenza più rilevante – ampliata anche da Spezia, Venezia, Spal – tuttavia sono altri i club italiani di proprietà estera. Ne è un esempio il Bologna, qualificatosi alla prossima edizione di Champions League, che è di proprietà dell’imprenditore canadese Joey Saputo (la sua famiglia possiede un patrimonio di 4,5 miliardi di dollari secondo Forbes),  “l’inglese” Pisa, l’”indonesiana” Como (anche lei prossima neopromossa in Serie A) – di proprietà dei fratelli Hartono che vantano un patrimonio di 48 miliardi di dollari secondo Forbes – e dell’”araba” Palermoacquisita dal City Football Group di proprietà al 77% dell’Abu Dhabi United Group, il veicolo di investimento dello sceicco Mansour bin Zayed Al Nahyan.

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