Alessandro Fermi - assessore regionale a università ricerca e innovazione
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La Lombardia ha un piano per ricerca e innovazione. E al centro ci sono le università

Gli atenei al centro dei progetti per il futuro di Regione Lombardia. Tanto che il comasco Alessandro Fermi, assessore regionale a Università, ricerca e innovazione, ha avuto in dote dal presidente Attilio Fontana tre deleghe che guardano costantemente ai giovani e che sono sicuramente nel dna della regione.

Come si conciliano questi ambiti?
La conoscenza, per dirsi veramente tale, deve sapersi tradurre in pratica. Questa è da sempre la cifra della Lombardia, uno dei suoi tratti distintivi, di cui andiamo orgogliosi. Per questo era indispensabile che alla delega sull’università si associassero quelle alla ricerca e all’innovazione. I tre ambiti devono muoversi in sinergia. Non è dunque un caso che con il Piano Lombardia per la ripresa economica post pandemia Regione Lombardia abbia cofinanziato al 50% gli investimenti per innovare le infrastrutture tecnologiche degli otto atenei pubblici lombardi, per un valore di 13,5 milioni di euro. E non è un caso nemmeno che la prossima misura che vogliamo mettere in campo riguarda proprio l’innovazione e la ricerca in ambito universitario.

Vuole anticiparci qualcosa?
In questi mesi, anche per compensare lo sforzo che il nostro sistema universitario ha fatto per supplire alla mancanza di fondi pubblici destinati al diritto allo studio, abbiamo provato a capire come sostenere questo sistema di eccellenza. A breve, dunque, presenteremo una misura innovativa e che può diventare strutturale. Utilizzando il Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) metteremo a disposizione risorse per le università, che dovranno proporre progetti per l’ammodernamento tecnologico che possano avere ricadute positive sull’ambito economico in cui intervengono. Sarà una misura anche economicamente interessante, che potrebbe cubare fra i 40 e i 50 milioni di euro.

Intanto sta cercando di conoscere in prima persona tutti gli Atenei lombardi, attraverso un tour che tocca tutte le province. In cosa consiste questa iniziativa e quali temi verranno affrontati?
Si tratta di un tour in tutta la Lombardia per conoscere da vicino il sistema universitario lombardo, per dare voce a quella ‘Lombardia dei territori’ che per me riveste un’importanza fondamentale. Dal 25 gennaio ho iniziato a fare visita a tutti gli atenei lombardi, otto statali (Politecnico, Milano Statale, Milano Bicocca, Bergamo, Brescia, Pavia, Insubria e Iuss Pavia) e sette non statali (Bocconi, Cattolica, Iulm, San Raffaele, Humanitas, eCampus e Liuc), per toccarne con mano le eccellenze e capirne eventualmente le esigenze.
‘Un viaggio tra le eccellenze. Università e Regione Lombardia si incontrano’: questo il titolo scelto per rappresentare al meglio un momento di confronto e crescita reciproca. Mi piace sempre conoscere in prima persona le realtà di cui mi occupo, dialogando con i protagonisti. In Lombardia ci sono 15 atenei e abbiamo in calendario una tappa ogni quindici giorni. Abbiamo organizzato una riunione preliminare con tutte le università chiedendo loro di prevedere una visita a due o tre eccellenze dell’ateneo, che possono essere laboratori, piattaforme particolari, progetti, possibilmente finanziati da Regione Lombardia ma non solo… La seconda parte della giornata sarà dedicata invece all’incontro con docenti, ricercatori e studenti delle università.
Abbiamo la fortuna di avere un sistema universitario che rappresenta davvero un’eccellenza nazionale, come confermano i numeri. Regione Lombardia ospita infatti il maggior numero di studenti universitari italiani, con più di 312mila iscritti. È nostro anche il primato di studenti stranieri (26mila) e provenienti da fuori Lombardia (il 33% del totale). Insomma, il nostro sistema universitario è il più attrattivo d’Italia.

Rimane però l’annoso problema del rapporto tra mondo della scuola e mondo del lavoro. Abbiamo fatto qualche passo avanti?
C’è ancora da impegnarsi parecchio sul rapporto tra università e mondo del lavoro o, allargando il discorso, tra mondo della scuola e mondo del lavoro. In questi anni mi sono sempre battuto affinché si dia sempre maggior importanza nelle scuole superiori, ma anche prima, all’orientamento dei ragazzi, che spesso arrivano impreparati a scelte che sono poi cruciali per il loro futuro. Nel nostro Paese abbiamo ancora la tendenza a dividere le scuole in categorie, privilegiando i licei rispetto agli istituti tecnici. Peccato che il mondo del lavoro poi richieda tutt’altro.

Passiamo ora alle altre due deleghe. A fine 2023, la Giunta regionale ha approvato su sua proposta il Programma strategico triennale per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico 2024/26. Quali sono gli obiettivi di questo documento?
Quasi un miliardo e mezzo di euro sono le risorse attivate per il triennio 2024-2026 provenienti da fondi pubblici regionali, nazionali, europei e privati che verranno indirizzati a ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico. In totale sono state individuate 30 iniziative, proposte da 12 direzioni generali anche in collaborazione con enti del sistema regionale. Lombardia è ricerca e innovazione, per questo la Regione è impegnata a potenziare l’investimento in questi due ambiti, al fine di favorire la competitività del sistema economico-produttivo, la crescita del capitale umano, lo sviluppo sostenibile e di contribuire a elevare il benessere sociale e la qualità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese.
Il Programma strategico triennale per la ricerca e l’innovazione, che quest’anno, come detto, mette a disposizione 1,4 miliardi di euro, è stato introdotto nel 2016. Con il percorso presentato quest’anno in Giunta, la scommessa che la Lombardia vuole vincere riguarda la possibilità di individuare le competenze di domani, diventando così una regione laboratorio, un luogo in cui si può fare innovazione, un punto di riferimento a livello internazionale. Proprio seguendo queste linee guida sono state scelte anche alcune priorità perfettamente in linea con i temi che oggi ‘agitano’ il dibattito mondiale: ‘Transizione verde e digitale’ e ‘La resilienza e la capacità di adattamento del sistema lombardo’.

Chiudiamo con il tema che oggi è sulla bocca di tutti: l’intelligenza artificiale. È stata creata una delega ad hoc che le è stata affidata e proprio in questi giorni ha presentato una grande novità per la Regione. Ce ne parla?
Martedì 16 aprile abbiamo convocato la prima riunione del tavolo tecnico sull’intelligenza artificiale, che ha avuto un successo clamoroso, con più di 100 persone presenti a Palazzo Pirelli e 137 collegate in streaming. L’obiettivo è quello di per creare le condizioni di sistema per cogliere le opportunità offerte da questo ‘treno tecnologico’. Lo facciamo senza paura, ma con grande senso di responsabilità, mettendo subito sul piatto 30 milioni di euro. Il nostro è un territorio che ha l’innovazione nel dna e sappiamo che siamo già immersi in un’era di transizione e trasformazione, che porta con sé sfide inedite. Abbiamo quindi deciso di non propone un piano predefinito e calato dall’alto perché non sarebbe coerente con il modello lombardo, fatto di sussidiarietà, concretezza e valorizzazione delle differenze, proponendo invece un tratto di strada da fare insieme, come sistema. Abbiamo a disposizione un tessuto di fondi di investimento attenti e pronti a sostenere iniziative audaci, università e centri di ricerca che sono fucine di talenti e ricerca, ospedali riconosciuti a livello mondiale capaci di ricerca traslazionale avanzata, grandi aziende che sono leader nei loro settori e un ecosistema di startup unico nel panorama italiano. Su questi asset vogliamo consolidare la nostra capacità competitiva sull’intelligenza artificiale e il nostro posizionamento strategico a livello globale.

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