monete rare
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Occhio a come paghiamo: potremmo avere in tasca monete che valgono molto più di quanto immaginiamo

La prossima volta che andrete alla cassa del bar per pagare il caffè, prestate attenzione a cosa avete in mano: potreste ritrovarvi tra le dita una moneta dal valore diverso da quello che pensate di conoscere. Non sono solo le antiche monete greche o romane, infatti, a raggiungere quotazioni astronomiche. Né autentici sogni proibiti dei numismatici di tutto il mondo, come il Flowing Hair Silver Dollar del 1794 – la prima moneta emessa dal governo federale degli Stati Uniti nella prima zecca a Philadelphia, che ha raggiunto la valutazione di 10 milioni di dollari – o il Double Eagle del 1933, di cui appena dieci unità sfuggirono all’ordine del presidente Roosevelt di distruggere la serie in oro di quell’anno, quando gli Usa scelsero di uscire dal Gold Standard (il sistema di ancoraggio del dollaro al suo contenuto intrinseco di oro per aiutare a risollevare l’economia interna dalla Grande Depressione). Per la cronaca, l’ultima era di proprietà del re Farouk d’Egitto e venne messa all’asta per 7,6 milioni di dollari.

A fronte di pezzi così inarrivabili, ma per loro natura abbastanza appariscenti, esistono in circolazione monete sì rare, ma non così tanto da non potersi trovare, con un po’ di fortuna, nei nostri portafogli. Ovviamente le loro quotazioni non sono paragonabili a quelle delle monete antiche, ma possono comunque assicurare al loro proprietario una cena luculliana o un weekend fuori città. Pensiamo a quelle monete da un centesimo che hanno impresso il monumento sbagliato: anziché con Castel del Monte, ad esempio, alcune sono state coniate con la Mole Antonelliana (che è invece raffigurata sui 2 centesimi). Il loro valore è di 2.500 euro ciascuna, e si stima che ne esistano in circolazione nel nostro Paese ancora un centinaio di pezzi.

Tra errori di conio – come i 20 centesimi emessi nel 2002, ma che indicano il 1999 –, emissioni commemorative e ‘prime volte’, inoltre, esistono monete molto ricercate dai collezionisti. È il caso dei 2 euro emessi della Finlandia nel 2004 o dalla Slovenia nel 2007, che segnarono il debutto dei due Paesi nel sistema monetario continentale. Prima dell’introduzione dell’euro, il caso più conosciuto è quello delle 500 lire d’argento raffiguranti le caravelle con il vento che soffia al contrario.

Più rari sono i 2 euro di Grace Kelly, emessi nel 25esimo anniversario della scomparsa della principessa di Monaco. A renderla preziosa, con un valore di circa 2.000 euro, è il fatto che ne sono stati coniati appena 2.000 esemplari. Discorso simile per la moneta da 2 euro emessa nel 2005 dalla Città del Vaticano per celebrare la Giornata mondiale della gioventù di Colonia: conta 100mila esemplari e il suo valore è di circa 300 euro. Analogamente, una moneta rara da 2 euro è quella emessa nel 2004 da San Marino, raffigurante lo storico numismatico Bartolomeo Borghesi: conta 110mila unità e vale tra i 100 e i 300 euro. Hanno un valore compreso tra i 40 e i 100 euro, infine, le monete da 2 euro rare emesse dalla Francia con i personaggi dei fumetti di Asterix e Obelix di René Goscinny.

Solo monete, quindi? Macché: un’attenzione analoga andrebbe riservata alle banconote. In questo caso l’attenzione deve andare a eventuali difetti di stampa (scritte, filigrana, colori), ma soprattutto al numero di serie e a particolari combinazioni di cifre, estremamente accattivanti per i collezionisti. Si va dalle banconote con numeri in ordine crescente, decrescente, o uguali e consecutivi: con 5 cifre uguali di fila si tratta già di esemplari non comuni, ma trovarsi in tasca una banconota dai 9 agli 11 numeri uguali consecutivi è un po’ come vincere alla lotteria.

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