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Nuovi orizzonti nella terapia dei tumori del sangue e delle diverse patologie ematologiche: i temi al centro del summit organizzato da AbbVie

di Andrea Sermonti

Un vero e proprio ‘summit nazionale’ – BeCLose4 Hematology PANorHEMA, capturing new horizons – organizzato da AbbVie cui hanno preso parte oltre 200 ematologi arrivati da tutta Italia, che hanno fatto il punto sulle più recenti innovazioni e sui possibili scenari futuri relativi alle principali patologie ematologiche.

In particolare la leucemia linfatica cronica, la leucemia mieloide acuta, il linfoma diffuso a grandi cellule B, il mieloma multiplo, la mielofibrosi, il linfoma mantellare, il linfoma follicolare e le sindromi mielodisplastiche. Una due giorni di condivisione di studi, esperienze e dati di pratica clinica.

“La nostra azienda è da tempo impegnata nel campo dell’ematologia per sviluppare nuove soluzioni terapeutiche in grado di fare la differenza nella vita dei pazienti. Lavoriamo costantemente per migliorare gli standard di cura nel trattamento e nella gestione di diverse neoplasie ematologiche condividendo con la comunità scientifica la conoscenza e l’esperienza del nostro team”, dichiara l’ad di AbbVie Italia Fabrizio Greco.

AbbVie: delineare gli orizzonti terapeutici del futuro

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Annalisa Iezzi, medical director di AbbVie Italia

“Attualmente abbiamo circa 300 sperimentazioni cliniche in fase di svolgimento in oltre 20 diverse neoplasie e l’ematologia è l’area in cui investiamo di più, circa il 15% del nostro fatturato. Le radici di questo lavoro hanno almeno venti anni – continua l’amministratore delegato di AbbVie – quando abbiamo iniziato a sfruttare le competenze e le tecnologie già utilizzate in altre aree. La scelta di entrare in ematologia segue la nostra visione, identificare un bisogno di salute insoddisfatto con l’ambizione di riuscire a sviluppare nuovi approcci. Attraverso l’evento BeClose4 PANorHEMA, abbiamo voluto ripercorrere le tappe della nostra storia di innovazione e delineare gli orizzonti terapeutici del futuro”.

“L’azienda ha un rapporto identitario con l’ematologia iniziato appunto con venetoclax, che ha rivoluzionato la cura nella Leucemia Linfatica Cronica e nella Leucemia Mieloide Acuta. Abbiamo in ematologia una pipeline molto ricca e la filosofia di AbbVie nel continuare ad arricchire questa pipeline è quella di portare avanti la ricerca interna per rispondere al bisogno di cura di otto neoplasie ematologiche e domani ancora di più”, sottolinea Annalisa Iezzi, medical director di AbbVie Italia.

“Con i nostri 7 centri di ricerca e sviluppo in tutto il mondo abbiamo piattaforme tecnologiche e strumenti ad alto livello di innovatività per portare sempre nuove soluzioni ai pazienti. In particolare, con l’arrivo degli anticorpi bispecifici saremo in grado di colmare un gap nel trattamento del Linfoma diffuso a grandi cellule B recidivato/refrattario, una patologia ancora con un alto bisogno di cura. La ricerca ha fatto progressi incredibili e probabilmente l’aspettativa migliore è quella di restituire ai pazienti qualità di vita e tempo di vita. Sappiamo tutti come una diagnosi rappresenti per un paziente un nuovo compagno di vita che non lo abbandona mai; quello che possiamo fare, con le nuove terapie target, è ridurre il ‘peso della malattia’. Non solo, molte nuove soluzioni terapeutiche hanno una bassa tossicità portando quindi un vantaggio in termini di qualità di vita del paziente e di gestione della patologia da parte del medico che riesce così a seguire più pazienti”.

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