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Così Fondazione Rava lavora da 70 anni per cambiare la vita di tanti bambini

Articolo tratto dal numero di maggio 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

I primi 70 anni di Fondazione Francesca Rava. Un’azione appassionata con risultati concreti e progetti di assistenza duraturi nel tempo, senza sosta, in Italia e nel mondo. Soprattutto, un’azione che punta a dare strumenti validi per assicurare un futuro a decine di migliaia di bambini, non solo nell’emergenza. In Italia come ad Haiti o a Gaza, la presidente Mariavittoria Rava è l’artefice principale, con il suo esercito di collaboratori e volontari, di una grande iniziativa di solidarietà riconosciuta anche a livello internazionale.

“Lavoriamo ogni giorno, da tanti anni, per un cambiamento concreto nella vita di tanti bambini, di tanti ragazzi e ragazze, di tante donne fragili, nei luoghi colpiti dalla povertà, in Italia e nei paesi del terzo mondo”, dice Rava. “Fondazione Francesca Rava ha un cuore che batte forte – i nostri donatori e volontari lo sanno – per Haiti, un dramma ancora troppo poco conosciuto: un paese dei Caraibi, bellissimo, ma che in realtà è l’inferno sulla terra, dove in questo momento c’è una grave emergenza umanitaria. Lì c’è il nostro ospedale pediatrico con tantissimi infermieri e medici che lavorano 24 ore su 24. Un luogo di salvezza per oltre 80mila bambini l’anno.

E poi c’è il rapporto con Nph, l’organizzazione internazionale che rappresentate nel nostro Paese.

La fondazione è nata in seguito alla morte di mia sorella Francesca, un evento inaspettato e gravissimo. Ho sentito il bisogno di dare un nuovo senso alla mia vita dopo questo dolore ed è  stato proprio l’incontro con Nph a dare il segno decisivo. Nata nel 1954, voleva aprire un ufficio di raccolta fondi in Italia e aveva bisogno di consulenza legale: è stato un colpo di fulmine, mi sono innamorata della loro storia e sono stata impressionata dalla serietà del loro lavoro. Ho visto migliaia di bambini abbandonati accolti come figli e ho visto restituire dignità umana a chi l’aveva perduta. Non era semplicemente carità, assistenzialismo, non solo cibo e cure, ma anche un restituire la possibilità di essere uomini e donne indipendenti, per avere un futuro di lavoro e vivere una vita dignitosa. Questa è anche la filosofia della Fondazione Francesca Rava: ogni euro donato con il 5 per mille va in questa direzione, creando meccanismi virtuosi perché queste persone non dipendano più dalla beneficenza, ma possano andare a scuola, imparare un mestiere ed essere finalmente artefici del proprio futuro.

Nel vostro campo ci vogliono cuore e generosità, ma anche visione strategica e trasparenza. Quanto conta la collaborazione con il network Kpmg?

Mia sorella era un revisore dei conti proprio in Kpmg e moltissimi suoi colleghi ci hanno aiutato ad avere fin dal primo giorno un sistema di rendicontazione trasparente. Abbiamo spese di struttura inferiori al 5% e questo mi piace dirlo a tutti i donatori che ci affidano le loro risorse, piccole o grandi che siano, e che utilizziamo al meglio: vogliamo comprare non dieci lettini, ma 100; vogliamo mandare a scuola non dieci bambini, ma 100. Questo è possibile con la trasparenza, ma anche con la dedizione e la capacità dei collaboratori e di centinaia di volontari: medici, ingegneri, avvocati, professori, educatori, psicologi che, per esempio, sostengono il nostro progetto ‘Palla al Centro all’Istituto Penale Minorile – Ipm Cesare Beccaria di Milano’. Per non parlare dei tantissimi farmacisti che ogni anno, con l’iniziativa nazionale ‘In farmacia per i bambini’, ci aiutano a raccogliere medicinali per i minori in povertà sanitaria. Inoltre, proprio con Kpmg, contrastiamo l’abbandono neonatale e l’infanticidio, grazie al progetto ‘ninna ho’.

Attività visibile e riconosciuta da tanti premi…

Tantissimi, ben in evidenza all’ingresso della fondazione. Non per esibizionismo, ma perché fa piacere quando sono gli altri a dirti che stai lavorando bene il Comune di Milano, Regione Lombardia, per esempio, o Marina Militare per le decine e decine di missioni umanitarie che abbiamo fatto con loro a Gaza, in Libano, ad Haiti. Ce lo ha riconosciuto perfino il presidente Mattarella, con numerose medaglie al valore civico per l’iniziativa ‘In farmacia per i bambini’. Non ultimo, cito il premio internazionale Balzan a Berna – un super premio che mai nella vita avrei immaginato di ricevere –, in lizza con le fondazioni più importanti del mondo. La motivazione? Perché siamo una fondazione che da anni realizza progetti concreti che hanno cambiato il destino di tanti bambini. Sono i fatti che contano, e ci è stato riconosciuto che abbiamo saputo concretizzarli in modo tempestivo. È stato molto commovente per me e ho voluto dedicare il mio discorso a tutti i donatori che ci hanno aiutato e hanno creduto in noi fin dal primo giorno e che ci sostengono anche nei momenti di difficoltà. Come adesso per Haiti, perché in mezzo a tante emergenze nel mondo, c’è chi ancora ci sostiene per aiutare questo popolo sfortunato, ma che non si arrende.

 

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